Editoriali ripetitivi

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    Il nostro giornale è sempre più ricco di notizie e questo fa onore alla redazione. Ho notato però che gli ultimi editoriali quasi quasi si ripetono. Mi spiego meglio. A novembre Roberto Bertuol parla di legalità, valore civico e impegno associativo che sono temi cari agli alpini: ad ottobre si parla di senso dello Stato.

    Si ha la sensazione che si voglia ripetere concetti per inculcarli nella testa della gente. Sarebbe utile sentire la voce dei giovani in qualche editoriale. Lasciamo a loro la libertà di essere protagonisti dell’Italia di oggi e di domani.

    Ferruccio Righele – Schio

    Mi auguro, caro Ferruccio, che la redazione de L’Alpino non sia considerata un recinto esclusivo di geriatri indisponibili a dar spazio ai giovani. L’obiezione da cui sei partito merita tuttavia attenzione: siamo ripetitivi. Forse. Mi intestardisco a ritenere che il tema del senso dello Stato sia di estrema attualità in considerazione del momento particolare che stiamo vivendo. Ho la sensazione che non sia al vertice delle preoccupazioni degli italiani e soprattutto della politica. La cartolina di precetto, con tutti i limiti e anche le sofferenze che comportava, per novant’anni ha dato un’idea di appartenenza all’organizzazione dello Stato. Ora siamo alla dichiarazione dei redditi, con cifre astronomiche di evasione stimate perfino dalla Corte dei Conti. Non parliamo poi della corruzione, ormai sistemica, e dei cattivi esempi nella gestione della cosa pubblica. Argomenti da vecchi? Rispetto delle norme. Tema che si ricollega indubbiamente al precedente, ma che ci tocca associativamente. Chi entra nell’ANA accetta le norme dello Statuto e del ‘codice alpino’. Nonostante la nostra consolidata allergia alle direttive dei capi, ritengo che non sia decoroso vedere l’Associazione mortificata su giornali o internet da una confederazione dei soliti liberi ‘pensatori’.