Dramma, gloria e ricordo

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    Ricordare chi ha combattuto. Ricordare il passato per costruire il futuro. Ricordare che 62mila penne nere partirono per la terribile Campagna di Russia e che soltanto 19mila fecero ritorno alle loro case e alle loro famiglie, queste le parole chiave per leggere il significato della cerimonia del 71° anniversario della battaglia di Nikolajewka, organizzata dalla sezione di Colico “Alto Lario”. Una commemorazione che a Colico, in una cornice di montagne innevate, ha visto una grande partecipazione di penne nere. Le celebrazioni hanno avuto un prezioso prologo sabato sera, nel Teatro De André di Mandello del Lario: alla presenza del sindaco Riccardo Mariani si è esibita la fanfara della brigata Alpina Julia, diretta dal maresciallo capo Lorenzo Sebastianutto, con un repertorio di musica classica e militare.

    La commemorazione – che si è svolta sotto il patronato del presidente della regione Lombardia e patrocinata dal comune di Colico, dalle province di Lecco, Como e Sondrio – ha avuto inizio domenica mattina in piazza 5º Alpini con l’alzabandiera, alla presenza di un picchetto armato del 5° Alpini di Vipiteno con il suo comandante col. Michele Biasiutti e del comandante della “Julia” gen. B. Ignazio Gamba. Durante la Messa, concelebrata con i parroci del territorio nella parrocchiale di San Giorgio, mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi de L’Aquila, ha detto di voler stringere in un ideale abbraccio gli alpini: “La tremenda esperienza della battaglia di Nikolajewka ha dimostrato l’ardore e la forza delle penne nere, portatrici di fede, di amore e di coraggio.

    Negli alpini arde una fiamma che loro portano con orgoglio sui loro cappelli e dentro i loro cuori. In questa Italia in profonda crisi umana e spirituale voi – ha concluso il presule – siate sempre testimoni di speranza”. Gli alpini della Sezione hanno quindi percorso le vie cittadine, imbandierate a festa, accompagnati della fanfara della Julia e della fanfara alpina Alto Lario. Erano presenti il presidente nazionale Sebastiano Favero, il consigliere nazionale Mariano Spreafico, i gonfaloni della regione Lombardia, del comune di Colico, delle province di Lecco, Como e Sondrio. In corteo numerosi sindaci e un nutrito gruppo di volontari della Protezione Civile ANA e comunale e della Croce Rossa. Presenti i vessilli delle sezioni di Colico, Como, Lecco, Omegna, Sondrio, Tirano e Vicenza; oltre 100 i gagliardetti di gruppi alpini insieme a numerosi rappresentanti di associazioni d’arma e civili.

    La corona in onore dei Caduti di tutte le guerre, è stata scortata dal presidente nazionale Favero, dal gen. Gamba, dal prefetto di Lecco Antonia Bellomo, dal presidente della sezione di Colico Luigi Bernardi e dal sindaco di Colico Raffaele Grega. Nel suo intervento, il presidente Bernardi, ha sottolineato come Nikolajewka costituisca “uno dei più drammatici ma al tempo stesso più gloriosi eventi nella storia degli alpini perché proprio Nikolajewka rappresenta una grande vittoria nel contesto di una immane tragedia”.

    Accostando a monito e testimonianza, i reduci presenti ai numerosi giovani delle scuole, ha rievocato la battaglia per “ricordare gli orrori della guerra, perché se non c’è la memoria, l’uomo è destinato a ripetere gli stessi errori”. E ancora “l’impegno, il sacrificio, il rischio, le responsabilità, il grande senso di umanità profusi nelle drammatiche realtà della Ritirata sono e resteranno un valido punto di riferimento per tutti gli italiani”. Sul sacrificio delle penne nere e in generale di tutti i soldati che pagando con la vita “hanno contribuito a costruire il mondo in cui viviamo” si è soffermato anche il prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, che ha poi ufficializzato l’attribuzione di un’onorificenza al Merito della Repubblica a Bernardi.

    È stata la volta del presidente nazionale: “Siamo qui innanzitutto per non dimenticare e i nostri reduci sono con noi per testimoniarlo. Vogliamo celebrare un avvenimento tragico, una battaglia dalla quale non tutti hanno avuto la fortuna di tornare e riabbracciare i propri cari. Anche in terra di Russia i nostri alpini e i soldati italiani si sono comportati con onore. Ai governanti italiani voglio dire che oggi più che mai abbiamo bisogno che i giovani apprendano anche dal passato i veri valori su cui fondare le loro azioni. E ai giovani diciamo che l’impegno e il dovere vengono prima dei diritti”. Quindi una rassicurazione: “Finché ci sarà un alpino, la nostra Italia potrà ancora avere una speranza per il proprio futuro”.

    Il generale Gamba, dal 2012 comandante della “Julia” e reduce dall’Afghanistan dove ha guidato il Comando occidentale dell’Isaf a Herat, ha ricordato come nelle missioni di pace in cui hanno operato gli alpini si siano ottenuti determinati risultati. Terminati gli interventi sono state consegnate le targhe ricordo ai reduci di Nikolajewka, tutti ultranovantenni: Giobbe Bigiolli, classe 1922, del battaglione alpini “Val Camonica”, Ottorino Bettiga, 95 anni, Antonio Gilardoni classe 1918 e Bernardo Genesio Bettiga, classe 1921, tutti del battaglione “Morbegno” e Antonio Rasica, 94 anni, artigliere alpino del gruppo “Bergamo”. L’inno degli alpini, suonato e cantato dalla fanfara della brigata Julia con la fanfara sezionale di Colico, ha chiuso una cerimonia suggestiva.