Dottoresse e infermiere

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    La missione dell’Ospedale da campo ANA è quella di prestare soccorso e assistenza alle popolazioni bisognose che a vario titolo si trovano in situazioni di emergenza (calamità naturali, grandi esodi di popolazioni durante conflitti bellici e altro…). L’Ospedale da Campo, quando schierato al suo completo (Caucaso, Italia, Balcani, Sri Lanka, ecc.), è una cittadella autonoma che prevede al suo interno diversi ruoli, dove la componente femminile è una colonna portante, con compiti di assistenza medico-infermieristica, farmaceutica, compiti tecnico – sanitari e ruoli amministrativo-giuridici e di segreteria.

     

    Preponderante numericamente è la componente infermieristica, professione ovviamente indispensabile sia nelle maxi emergenze che nel post emergenza, dove in particolare oltre alla professionalità bisogna esprimere la vicinanza umana, la solidarietà, l’aiuto psicologico. Sempre più alta è oggi la professionalità infermieristica legata a impegnativi corsi di studio che si concludono con un corso di laurea triennale e successive specializzazioni per l’impiego nei diversi settori: rianimazione, pronto soccorso/118, blocchi operatori, internistico, cardiologico, pediatrico, ambulatoriale, infettivi, sanità pubblica e altro.

    Le discipline mediche specialistiche sono tutte rappresentate con componenti femminili di medici ospedalieri, universitari e di base. Nell’organizzazione farmaceutica la direzione è femminile, e preponderante è il numero delle donne nel team. Nelle nostre missioni è richiesto un grande spirito di adattamento, anche se bene organizzate e strutturate esse prevedono molteplici variabili e viene sempre richiesta capacità di cambiamenti e flessibilità operativa, e a queste la componente femminile sa adattarsi con naturale facilità.

    I numeri del personale volontario femminile, nelle diverse qualifiche, sono alti: 90 medici, 250 infermiere, 11 farmaciste, 20 tecnici sanitari, 10 addette alla segreteria, anche se operativamente si riducono poi, sia nella gestione ordinaria nella sede stanziale che nel primissimo impiego in caso di emergenze, a cifre decisamente minori.