Da Cima Vallona messaggi di speranza

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    Una cerimonia semplice ma, come sempre, molto partecipata, quella svoltasi davanti alla chiesetta di cappella Tamai, a San Nicolò di Comelico, edificata e consacrata in occasione del 3° anniversario dell’eccidio di Cima Vallona, avvenuto il 25 giugno 1967. Erano presenti numerose autorità militari e civili e i familiari delle vittime: Gabriella Piva, sorella dell’alpino Armando, i fratelli del sergente Olivo Dordi, la moglie del sottotenente Mario Di Lecce, Graziella, mentre il figlio del capitano dei carabinieri Francesco Gentile, Massimo, ha mandato un messaggio di partecipazione e saluto. Fra i presenti, anche il sergente Marcello Fagnani, Medaglia d’Argento al Valor Militare, unico superstite della pattuglia antiterrorismo, rimasto gravemente ferito nell’attentato.

     

    Don Fabio Fiori ha celebrato la Messa, ponendo l’accento nell’omelia sull’importanza del ricordo. In precedenza le autorità intervenute avevano ribadito il profondo significato della ricorrenza legata al sacrificio dei quattro militari ma anche per onorare la memoria di tanti altri militari periti negli anni di sangue del terrorismo altoatesino. Il sindaco di San Nicolò di Comelico Giancarlo Ianese ha espresso la partecipazione di tutti i suoi concittadini, il presidente della sezione Cadore Antonio Cason ha ricordato il ruolo e l’impegno dell’Associazione per tutelare i valori profondi della nostra storia e della nostra cultura. “Fino a quando ci sarà un alpino – ha detto Cason – i Caduti di Cima Vallona e tutti i Caduti per la patria verranno ricordati come simboli del massimo sacrificio”.

    Il generale di Divisione Enrico Pino, comandante militare dei Triveneto, si è complimentato con quanti organizzano annualmente la celebrazione: “Il ricordo dei Caduti di quegli anni terribili deve servire da monito e da sprone affinché oggi si lavori per mantenere la pace, dando sicurezza alla popolazione. È quello che le Forze Armate fanno quotidianamente in Italia ed all’estero”. La presenza della Provincia autonoma di Bolzano è stata assicurata dal presidente del Consiglio provinciale Mauro Minniti, che ha ricordato il difficile cammino della convivenza pacifica intrapreso in Alto Adige dopo i laceranti conflitti degli anni ’60 e ’70 che seminarono tante vittime in provincia di Bolzano, minando i rapporti fra i tre gruppi linguistici.

    “La storia purtroppo non può essere cambiata – ha detto Minniti – ma è possibile leggerla in modo diverso, condividendo nuovi valori, senza mai dimenticare la tragedia vissuta dalle famiglie che hanno perso i loro cari”. In chiusura di cerimonia il vice prefetto Barbara Magi ha letto un messaggio del ministro della Difesa Di Paola ed il consigliere nazionale Onorio Miotto, che era con il revisore nazionale dei conti Ildo Baiesi, ha ricordato la bellissima Adunata nazionale degli alpini svoltasi in maggio proprio a Bolzano e lo straordinario contributo dato dagli alpini all’abbattimento delle barriere soprattutto psicologiche fra cittadini di lingua tedesca e italiana che hanno scoperto la sintonia di valori, nel rispetto reciproco. “Un segno che i tempi stanno davvero cambiando”, ha concluso Miotto. Da Cima Vallona viene un messaggio di speranza.

    Livio Olivotto