Cuneense, ovvero il martirio di migliaia di alpini

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    Sono passati 68 anni da quel gennaio in terra di Russia, quando la divisione Cuneense si sacrificò a Novo Postojalowka per arginare, in durissimi combattimenti durati più di trenta ore, la travolgente offensiva russa, eppure il ricordo di questa tragedia nella più grande tragedia che fu la Campagna di Russia resta vivo più che mai. Nel Cuneese, infatti, non c’è famiglia che non abbia avuto un Caduto, non c’è borgo, paese che non abbia dato un contributo di dolore, mai sopito nel corso del tempo. Si spiega così l’arrivo di migliaia di alpini con 27 vessilli e 160 gagliardetti e il concorso di tanti cittadini alla serie di cerimonie organizzate in onore di chi non è tornato .

    C’era il presidente Corrado Perona con il Labaro e numerosi consiglieri nazionali, e poi c’erano le massime autorità del territorio, i sindaci di Cuneo Alberto Valmaggia e di Boves Mario Giuliano con i relativi Gonfaloni decorati di medaglia d’Oro al Valor Militare; e poi il prefetto Patrizia Impresa, l’assessore provinciale Giuseppe Lauria e regionale Claudio Sacchetto, il comandante del 2º Alpini col. Massimo Biagini e il ten. col. Massimo Tripodi comandante del gruppo di artiglieria da montagna Aosta .

    Le celebrazioni sono iniziate venerdì 14, con l’apertura, presso la sede degli alpini, di una mostra dal titolo Alpini in Russia ; sono continuate con la deposizione di corone al monumento al 2º reggimento alpini, a quello dedicato ai Caduti di tutte le guerre e al sacrario della Cuneense, alla caserma Battisti. A sera, in un teatro Monviso affollatissimo, concerto della corale La Marmotta e della fanfara alpina di Mondovì. Domenica mattina ammassamento al parco Monviso, seguito dall’alzabandiera e l’onore ai Caduti. Il presidente della sezione Antonio Franza ha ringraziato tutti i partecipanti, il sindaco Valmaggia si è soffermato sulla tragedia di un territorio funestato da tanti lutti e l’eroismo degli alpini.

    Il presidente Perona ha riportato alla memoria i giorni dell’Adunata a Cuneo, un’Adunata svolta in onore della Divisione martire , l’affetto e l’entusiasmo per gli alpini dimostrato da tanti cittadini. Con lo stesso spirito ricordiamo oggi i nostri Caduti . Alle 10,30 avvio della sfilata verso corso Nizza, piazza Galimberti, via Roma fino al Duomo, per la celebrazione di una Messa a suffragio dei Caduti. È stata concelebrata dal vescovo emerito di Cuneo, mons. Natalino Pescarolo e dal cappellano alpino, maggiore don Mauro Capello.

    Di quest’ultimo l’omelia, iniziata con la resa degli onori al Labaro, con le sue medaglie d’Oro. Poi il ricordo dei cappellani alpini in Russia: il beato don Gnocchi, il beato don Pollo e don Trappo, ultimo cappellano alpino recentemente scomparso e di quanti sono partiti e non sono più tornati. Non erano guerrafondai, non andarono in Russia per uccidere e tornare vittoriosi. Lo spirito alpino ha continuato il cappellano è il pane bianco cotto nei forni sottoterra e distribuito ai bambini russi, le coperte donate alle famiglie che poi, durante la ritirata, hanno aperto le loro isbe agli italiani. Lo stesso spirito ha concluso lo hanno oggi gli alpini in Afghanistan: sono uomini di pace e devono essere un esempio alle nuove generazioni perché ripudino le guerre .

    Giovanni Greco

    Pubblicato sul numero di febbraio 2011 de L’Alpino.