CONEGLIANO A Colfosco una sede coi fiocchi

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    L’inaugurazione della nuova sede del gruppo di Colfosco, sezione di Conegliano, è un nuovo, significativo tassello del grande mosaico della famiglia alpina che dispensa servizi alle istituzioni e solidarietà nelle comunità in cui opera. Con una cerimonia scandita da momenti di orgoglio e commozione, dalle parole di pace del parroco don Luigi Davanzo e dalla sentita riconoscenza delle autorità amministrative, il gruppo alpini di Colfosco, guidato da Oliviero Chiesurin, ha coronato il sogno di avere una propria casa, …e che casa!

    I lavori erano stati bloccati per alcuni anni da intoppi burocratici, ma gli alpini di Colfosco (cocciuti peggio dei muli) la loro sede la volevano e basta, e vi hanno lavorato come se fosse la loro casa. La cerimonia di inaugurazione è stata l’occasione per ricordare che la storia di questo paese bagnato dal Piave è indissolubilmente legata ai tragici eventi che coinvolsero tutta la Sinistra Piave nell’ultima parte del primo conflitto mondiale, eventi che per i paesi rivieraschi posti davanti al Montello furono ancor più devastanti.

    Il panorama ci propone l’ossario di Nervesa, con le spoglie di 6.000 Caduti, e le dolci colline che incombono sul Piave. Qui affiorano le rovine della vecchia chiesa, monumento spettrale che più di ogni altro dice della devastazione che sconvolse Colfosco nel 1918. È stata una tromba a modulare le note del Signore delle Cime durante la recita della Preghiera dell’Alpino, e quella di Stelutis Alpinis in ricordo degli alpini del gruppo che non ci sono più. Ed è stato questo il momento più toccante di tutta la cerimonia, tanto che il capogruppo non è riuscito ad andare oltre i saluti ed i ringraziamenti, quando ha ricordato i sei alpini andati avanti nel periodo in cui la sede è stata costruita. Se la sede per un gruppo significa tanto, per le penne nere di Colfosco ha rappresentato qualcosa di più.

    Nei lavori di costruzione dell’edificio, infatti, sono stati coinvolti tutti gli alpini ed alle varie imprese intestate ai soci sono stati assegnati incarichi diversi o a rotazione, in modo che nessuno fosse escluso. Si è trattato quindi di un’operazione altamente simbolica per riaffermare l’unità e l’affiatamento del gruppo. Qualcuno vi si era affezionato a tal punto da passare in cantiere l’intera giornata, come Luigi Ceotto, classe 1914, che ne ha curato l’ordine e la pulizia, incaricato dell’apertura e della chiusura, e non ha lasciato mai il cantiere senza aver prima stilato un meticoloso rapporto sull’attività giornaliera. Al socio più anziano del gruppo è stato concesso l’onore dell’alzabandiera. La nuova struttura si presenta ampia e luminosa ed è situata, manco a dirsi, lungo Viale degli Alpini . L’interno è molto curato e personalizzato come se gli alpini di Colfosco abbiano voluto trasmettervi la loro fisionomia.