“Con gli alpini tutta l’Italia è a Torino”

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    Al teatro Alfieri, sabato pomeriggio, in una cornice festosa c’è stata la cerimonia del saluto ufficiale della municipalità con i vertici dell’Associazione. L’incontro delle autorità con il presidente Corrado Perona e il Consiglio Direttivo Nazionale. Gli interventi sono stati intercalati da brani suonati dal complesso musicale Brass Quintett e da servizi filmati sulla storia degli alpini in armi e in congedo. Sul palco erano presenti con il presidente Corrado Perona e il sindaco Sergio Chiamparino, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, artigliere alpino, con il capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Biagio Abrate, il comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primicerj, il presidente della Regione Roberto Cota, il presidente della Provincia Antonio Saitta e il presente della sezione di Torino Giorgio Chiosso.

    E in prima fila del teatro, il sottosegretario Carlo Giovanardi (con delega di rappresentare il governo), il capo di SME gen. C.A. Giuseppe Valotto, il comandante del Comando Forze Terrestri gen. C.A. Francesco Tarricone, il gen. di C.A. Armando Novelli, il comandante della Taurinense gen. Paolo Figliuolo e il comandante del C.O.I. gen. C.A. Giorgio Cornacchione. In apertura il vice presidente nazionale vicario Marco Valditara ha letto il messaggio di saluto inviato dal Capo dello Stato a Corrado Perona (ne riportiamo il testo integrale in queste pagine, assieme al saluto del presidente del Senato Schifani e del ministro della Difesa La Russa).

    Il primo intervento è stato quello del presidente della Camera Gianfranco Fini che ha citato il motto degli alpini “Onorare i morti aiutando i vivi”. “Gli alpini – ha detto – non amano la retorica ma il fare. E non c’è stata emergenza in Patria o in altre parti in cui gli alpini non abbiano dato il loro aiuto generoso”. Fini ha parlato di un doppio binario: gli alpini in armi hanno difeso la Patria con valore e sacrifici, sono un esercito di popolo che continua, anche in queste ore, a svolgere il proprio dovere fuori dai confini della Patria. Con lo stesso slancio gli alpini in congedo hanno portato e portano solidarietà alla popolazione colpita da calamità. Per questo gli alpini sono davvero amati”. Emozionato, il presidente Chiosso ha ringraziato tutti, la sede nazionale e le istituzioni pubbliche e le “centinaia di alpini che hanno lavorato e sono ancora impegnati nell’organizzazione dell’Adunata”.

    “C’è qualcosa di molto profondo nella vostra storia – ha esordito il presidente della Regione Cota – fatta di valori come la solidarietà, l’identità, l’attenzione al territorio, valori che coincidono con quelli della nostra regione, particolarmente adatta ad ospitare questo bellissimo, straordinario appuntamento. L’Adunata è anche l’occasione per visitare altre città, per scoprire il nostro territorio. Benvenuti, quindi, buona festa. E permettetemi infine di rivolgere un pensiero a tutti i Caduti e alle loro famiglie”. Per il presidente della Provincia Saitta “si respira in queste ore un’aria straordinaria.

    Possiamo dire che Torino e il suo territorio è l’Italia, e l’Italia è a Torino, divenuta in questo momento la capitale morale della nazione”. Ha ricordato le calamità naturali che hanno coinvolto la provincia: “Per fortuna, in tante occasioni voi c’eravate. Siete l’Italia positiva”. Il sindaco Chiamparino traspirava felicità. Ha ringraziato tutti “quelli che ci hanno dato una mano per sostenere quello che è l’evento più genuinamente popolare che avviene nel nostro Paese. Questo del 150°, credo sia il matrimonio più felice tra la profonda italianità degli alpini e l’esplosione di popolarità – un’apoteosi – dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia”. E ha concluso affermando che “gli alpini sono la gente vera dell’Italia, quella che esprime più genuinamente il reale modo di essere degli italiani”.

    Il generale Primicerj, dopo i saluti alle autorità, si è rivolto al sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, presente in sala, facendogli gli auguri per l’Adunata del prossimo anno, auguri sottolineati da un lungo applauso. Ha ringraziato il presidente Perona per la vicinanza dell’Associazione ai reparti alpini. “Gli ultimi dodici mesi sono stati molto duri in Afghanistan per le due brigate, per il reggimento alpini paracadutisti e il comando delle Truppe alpine”. Ed ha rilevato la compattezza fra alpini in armi e alpini in congedo, “sottolineata anche dalla presenza all’Adunata dei comandanti delle due brigate, generali Figliuolo e Bellacicco”. Parlando della missione in Afghanistan, Primicerj ha detto che i nostri alpini, e alpine, hanno fatto conoscere, pur nel rispetto delle tradizioni locali, principi che in quel paese non sono scontati come da noi, come la libertà, la convivenza civile, la pace.

    “Altri non sono capaci di fare quello che fanno i nostri soldati”. Ed ha detto quanto sia importante per i nostri ragazzi in missione sentire il sostegno, materiale e morale, del proprio Paese. Un lungo applauso ha salutato il generale Biagio Abrate, alpino al vertice della Difesa. Ha ringraziato Perona riferendosi ai filmati storici che avevano intercalato i vari interventi, “filmati che fanno onore a te e all’Associazione, così come fanno onore ai reparti alpini e alle nostre Forze Armate. È questa una serata particolare – ha continuato Abrate – anche per la presenza dei numerosi rappresentanti dello Stato, dal presidente della Camera Fini ai due sottosegretari Crosetto e Giovanardi, a tanti senatori e deputati che ho modo di incontrare spesso a Roma e che dimostrano la vicinanza delle istituzioni agli alpini”.

    “Forse Torino è la città che vive con maggior intensità la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità”, ha concluso, ed ha augurato buona Adunata a tutti. Crosetto ha parlato dei simboli che si conservano, “come questo – ha aggiunto togliendosi il cappello per poi rimetterselo in testa – e li conserviamo per onorare quello che rappresentano, perché fanno emergere la nostra parte migliore”. E ha avuto un ricordo commovente di un incontro con Luca Barisonzi, il caporale della Julia rimasto gravemente ferito in Afghanistan, e raccontato che alla madre, quando era in ospedale e non sapeva ancora di restare paralizzato per tutta la vita, disse: “voglio tornare in Afghanistan”.

    “Voi, Associazione Alpini, avete pensato alla sua casa, una casa in cui possa vivere. Avete dimostrato che la somma di tante piccole cose fa qualcosa più grande di noi: è l’effetto del cappello alpino e della nostra storia”. Il presidente Perona ha chiuso gli interventi ringraziando tutti coloro che hanno dedicato un anno e mezzo di lavoro per organizzare l’Adunata. “Lo so che non bastano le parole. L’ANA ha un debito di riconoscenza con tutti voi”. Il presidente ha quindi ricordato l’alzabandiera del giorno prima, con la bandiera di Torino, dell’Europa e, sul pennone più alto, dell’Italia. “Ebbene – ha esclamato tra gli applausi – noi siamo qui per quel Tricolore! Abbiamo assegnato l’Adunata a Torino perché, come eravamo qui con i nostri soldati 150 anni fa, dovevamo esserci anche oggi. Perché agli alpini, abituati a servire in pace e in guerra questa nostra Patria, certi segnali non piacciono. Siamo una famiglia unita, tücc ün, tutti uno!

    Lo scarpone e il cappello alpino danno la spiritualità e la forza per andare avanti, nel rispetto delle istituzioni e di coloro che hanno dato la vita per l’Italia”. A questo proposito Perona ha riportato un episodio, la visita con Chiosso e il sindaco al Colle della Maddalena – il Sacrario di Torino che conserva oltre quattromila croci di altrettanti Caduti – dove la sezione di Torino sta provvedendo alla sostituzione dei paletti con le targhette del nome dei Caduti. “Da quella collina che guarda la città i morti hanno detto: Non si sono dimenticati di noi”. E poi l’accenno all’incontro con gli alpini delle Sezioni all’estero. “Ho girato il mondo per incontrare alpini che dopo aver fatto la guerra, non trovando lavoro in Patria, hanno preso la nave e sono andati in altri Paesi, a fare i minatori, a tagliare canne da zucchero e ancora oggi, dopo tanti anni, gridano: viva l’Italia. Impariamo da loro! Ecco perché non possono mancare all’Adunata!”. E rivolgendosi al generale Abrate e al gen. Valotto.

    “Mi si chiede: ma tu, a tanti anni di distanza, ricordi ancora come si chiamava il tuo tenente ma non sai quello del colonnello? Ma il tenente, il capitano camminavano con noi, marciavano davanti a noi, portavano lo zaino come noi, ci hanno comandati con l’esempio facendoci poi tornare a casa più carichi di prima, più forti di prima”. Infine ha raccontato di una telefonata ricevuta dal giornalista Toni Capuozzo: “Mi ha detto di aver saputo dell’iniziativa della raccolta di fondi per la casa di Luca Barisonzi: sono a vostra disposizione per dare una mano a questa con la trasmissione “Terra!”. “Ecco – ha concluso Perona – noi dobbiamo continuare ad avere fiducia nella nostra gente, e se qualche volta verso le istituzioni alziamo la voce, non abbiatevene a male: anche il mugugno fa parte degli alpini. Viva l’Italia, viva Torino, viva gli alpini!”. **


    Il momento della solidarietà alpina

    È tradizione che nella città che ospita l’Adunata gli alpini lascino un segno tangibile di solidarietà nei riguardi di enti e associazioni che si prodigano per gli altri. Questi i prescelti – e relative motivazioni – ai quali sono stati consegnati contributi in denaro nel corso dell’incontro del sindaco e del presidente nazionale con il CDN alla cerimonia svolta al teatro Alfieri, sabato pomeriggio.

    Associazione “Una voce per Michele” – Onlus (20mila euro)
    L’alpino Michele Riva, sposato e con un figlio, è stato colpito dalla SLA e, pur immobilizzato fisicamente, combatte con coraggio e spirito alpino la sua malattia. Non si arrende e, con l’ausilio di un computer speciale, è in grado di tenersi in contatto con il mondo e impegnarsi in attività di promozione per la ricerca scientifica sulla sclerosi laterale amiotrofica. Per potersi muovere necessita di un mezzo idoneo al trasporto dei disabili in carrozzina, equipaggiato di pedana idraulica di carico.

    Solidarmondo – Onlus (10mila euro)
    Organizzazione di cooperazione internazionale collabora, tramite la sede regionale Piemonte, retta dall’alpino Alfredo Valle, con le suore della Provvidenza che operano in realtà povere del terzo mondo. In particolare si chiede un contributo per il recupero della “bambine di strada” di Calcutta. La sezione ANA di Torino da anni ha avviato un programma di sostegno a distanza di 35 bambine dell’asilo di Barrackpore (Calcutta).

    U.G.I. Unione Genitori Italiani – Onlus (20mila euro)
    Opera da oltre 30 anni in sinergia con l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, a favore della ricerca contro il tumore dei bambini e a sostegno delle famiglie che hanno un bambino oncologico. In particolare offre ospitalità ai genitori che debbano assistere i bambini ricoverati al vicino ospedale.