Bedeschi e il critico letterario

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    Adunata nazionale di Torino: momenti di intensa italianità nel nostro 150° di unità sotto una sola bandiera. È naturale che la curiosità ci porti a cercare notizie, curiosità, foto ed altro nell’ormai insostituibile “rete”. Sul sito del quotidiano La Stampa un articolo di Marco Belpoliti che commenta la scelta dei libri più significativi degli ultimi 150 anni alla “Mostra del libro 2011” di Torino. Il filosofo e giornalista ci dice che un libro come “Centomila gavette di ghiaccio”, di Giulio Bedeschi, non può comparire nella classifica dei libri che hanno fatto la storia della letteratura italiana perché, cito testuali parole “letterariamente e culturalmente mediocre”.

    Roberto Vuerich – Valdagno

    Quando si parla di storia, letteratura, arte è come navigare per l’oceano senza approdi. I cosiddetti classici della letteratura vengono consacrati nel tempo dai lettori e dalla traccia che lasciano degli avvenimenti o dei personaggi “raccontati”. Quasi mai dai critici. Alcuni milioni di copie vendute e l’evocazione di una tragedia con un’enorme ricaduta sull’immaginario collettivo sono elementi incontrovertibili del successo di “Centomila gavette di ghiaccio”. Gli ambiti della vicenda restano sfocati per lasciare spazio all’uomo impegnato in una lotta per la sopravvivenza: come nell’Anabasi o in pochi altri accadimenti simili. E Bedeschi, Rigoni Stern, Corradi, Corti ed altri nelle loro opere hanno saputo fare emergere, ben oltre i fatti d’arme, l’anima, la dignità e la grandezza del valore alpino. Ai letterati allergici agli anacoluti lasciamo l’illusione di essere gli unici arbitri delle qualità di un libro o i depositari esclusivi della cultura.