Bassano: al Ponte… un tuffo nel passato

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    È uno dei più visitati, con 140mila presenze nel 2011. Sarà perché Bassano è Bassano, perché il Ponte è “Il Ponte”, con tutto quello che significa e nessuno lascia la città senza averlo attraversato nei due sensi sopra quel Brenta che scorre maestoso. È il museo che racconta con i suoi reperti e le sue testimonianze – da una logora ma gloriosa Bandiera sabauda alle lettere scritte dal fronte della Grande Guerra, alle testimonianze dei martiri della Resistenza, vittime di quell’eccidio del ’44 – il percorso travagliato della stessa storia d’Italia. Ecco dunque il museo, partito da lontano.

    Dal 1° ottobre 1950, nei locali sottostanti la “Taverna degli Alpini”, a ridosso della testata del ponte ideato dal Palladio. Conteneva tre gigantografie del ponte distrutto durante l’ultimo conflitto, pochi giornali, medaglie delle Adunate. Negli anni Settanta, la svolta. Il museo si arricchisce con donazioni le più svariate, fino a tutti gli anni Novanta. Nel 2001, la cura del museo viene affidata al prof. Lucio Gambaretto: con l’aiuto di alcuni collaboratori e tanti soci alpini iniziano lavori di ampliamento e il riordino del materiale espositivo. Vengono installati sistemi di sicurezza antifurto, si rafforza il piano interrato posto quasi a livello del Brenta, vengono recuperate le vecchie strutture e l’antico pozzo che permetteva l’approvvigionamento di acqua direttamente dal Brenta.

    Oggi è un percorso storico interessante, con documenti e reperti originali della Grande Guerra, significative testimonianze degli alpini nei due conflitti mondiali e nella Resistenza. Particolare curiosità suscita il medagliere del gen. Amedeo De Cia, che alla testa del battaglione Bassano fu il primo ad attraversare il Piave unitamente a un reparto francese, nella controffensiva che portò a Vittorio Veneto. E poi uniformi, Pickelhauben (elmi imperiali e prussiani) telefoni da campo, maschere antigas, una trincea ricostruita con materiali originali, armi, materiale sanitario… Centinaia di scolaresche visitano il museo, un percorso che vale come una buona lezione di storia, per non dire dell’interesse delle migliaia di visitatori che, alla tappa d’obbligo del Ponte, uniscono anche il piacere di un tuffo nel passato.