Alpini di ieri e di oggi pelle grini al Cristo delle vette

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    DI UMBERTO PELAZZA

    La cerimonia per il cinquantesimo della posa della grande statua sul Balmenhorn. O Redentor Gesù, se qualcuno ti vuole prenda come guida il sole e s'innalzi quassù . Chissà quanti avranno accolto l'invito scolpito cinquant'anni fa ai piedi del Cristo delle Vette, proteso ai 4.170 metri dell'isolotto roccioso del Balmenhorn sulla distesa bianca ricamata dalle cime del Monte Rosa! Non c'è libro di rifugio che riporti le loro sensazioni in ossequio a un rito appagante ma effimero come l'impronta sottile di uno sci sulla neve, al quale i più non saprebbero rinunciare.

    Son rimasti invece lassù, suggellati in una semplice bottiglia di vetro nel geloso ricetto del piedistallo, i nomi degli artefici dell'epica impresa, alpini e artiglieri alpini di ogni provenienza. Dei ventenni di cinquant'anni fa alcuni han già raggiunto la vetta più alta: altri, riconoscibili dal grigio delle scarse chiome e dagli occhi luccicanti che dicevano: ‘C'ero anch'io’; li abbiamo rivisti oggi, 4 settembre 2005, insieme al loro comandante, per sempre capitano Picco, arzillo e pronto di spirito come allora.

    E, come allora, le spalle sgravate dei sacri bronzi, in molti han ripercorso gli antichi sentieri dell'itinerario ad ogni angolo cangiante che il Signore dalle vie infinite, ma soprattutto erte e faticose, aveva predisposto per il Figlio diletto: dal carrello a cremagliera spinto a braccia, alle vogate sul lago schiaffeggiato dal maltempo come nella sinfonia di Rossini, alle groppe dei muli recalcitranti, alle slitte al traino sotto la nevicata, alle scale a pioli sugli infidi crepacci, alle corde fisse ancorate sulle ultime rocce.

    Nessun frullo d'ali…, a banalizzare l'ascensione. Cielo limpido per la giornata del ricordo, celebrata in vetta con la messa officiata da monsignor Anfossi, vescovo di Aosta, e ricevuta in maxischermo nella parrocchiale di Gressoney St Jean, preceduta dal messaggio di papa Benedetto XVI e dalla proiezione di un documentario d'epoca sottolineata da applausi. Tra i fedeli Achille Compagnoni, già presente alla cerimonia inaugurale del 1955, i due commossi nipoti dello scultore Baj, Marzia e Alfredo, e la delegazione ligure di Camogli, nella cui baia di San Fruttuoso era stato immerso, nel 1953, il Cristo degli Abissi.

    La fiorita cittadina della valle del Lys ha tributato un'accoglienza calorosa al comandante e ai numerosi alpini del Centro Addestramento aostano, accorsi a o­norare i loro nonni della gloriosa Scuola Militare Alpina. Nel pomeriggio, mentre il simulacro del Balmenhorn si ammanta lentamente di silenzio, rientrano a Gressoney, sorridenti e applauditi i protagonisti di mezzo secolo fa: Era stata dura… ma volete mettere?Quelli erano veramente i migliori anni della nostra vita! .