Alpini all’estero: sempre tenaci testimoni di valori

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    Uno sguardo al futuro, forti del grande passato e delle grandi tradizioni di sacrificio e solidarietà: potrebbe essere questo il tema di fondo del sedicesimo congresso intersezionale degli alpini del Canada e del Nord America svoltosi a New York dall’8 al 10 ottobre scorso. Un congresso che ha visto la partecipazione di dodici dei tredici presidenti delle Sezioni nordamericane con relative delegazioni, una rappresentativa nazionale giunta dall’Italia guidata dal presidente Corrado Perona accompagnato dal vice presidente vicario Sebastiano Favero, dal consigliere nazionale delegato ai contatti con le sezioni all’estero Ferruccio Minelli e una quarantina fra presidenti di Sezione e alpini, molti accompagnati dalle mogli. È stato un incontro festoso, lo dimostrano i 400 partecipanti al pranzo di gala nella fastosa cornice del Leonard’s of Great Neck, a Long Island – dove si erano svolti i lavori del congresso – e la successiva partecipazione alla grande sfilata sulla Quinta Strada.

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    I lavori del congresso sono iniziati con l’approvazione dell’ordine del giorno ed il ricordo degli alpini andati avanti, quindi è stata presentata la relazione finanziaria e si è parlato di Alpini in Trasferta e della versione inglese Alpini in Transfer. Grande attenzione è stata data all’iniziativa delle “Borse di studio Franco Bertagnolli” riservate ai figli di alpini, divenute non solo uno strumento per premiare studenti meritevoli ma anche un segno di vicinanza ai giovani, all’Italia e agli alpini. Quindi i presidenti di Sezione e i responsabili del Gruppi autonomi hanno svolto una relazione sulle rispettive attività.

    È emerso un quadro abbastanza uniforme: gli iscritti calano, in conseguenza del mancato afflusso di alpini che si trasferiscono stabilmente all’estero; l’età degli iscritti impone decisioni che in Italia sono indubbiamente meno urgenti. Gli “amici degli alpini” ci sono, partecipano alle attività degli alpini e ne condividono spirito e valori. La loro posizione si inserisce nel quadro più vasto del futuro delle Sezioni e dei Gruppi all’estero. Ma su tutto questo Perona è stato preciso: non ci sono regole differenziate.

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    Tornando al Convegno, molto apprezzato è l’aiuto della sede nazionale alla pubblicazione dei giornali di Sezione e di Gruppo autonomo: questi sono molto utili per informare sui programmi e sulle attività comuni. Fra queste, iniziative di solidarietà e assistenza: anche solo poche centinaia di dollari raccolti nelle feste o nelle ricorrenze sono commovente testimonianza dello spirito alpino. Quindi la commissione intersezionale è stata riconfermata all’unanimità: Gino Vatri presidente, Ferdinando Bisinella e Vittorino Dal Cengio vicepresidenti. Hamilton è stata scelta per il 17° congresso nel 2013.

    Prima del termine della riunione hanno preso la parola Ferruccio Minelli e Sebastiano Favero: i loro interventi sono stati molto apprezzati da tutti i delegati. I lavori sono ripresi il giorno dopo sul futuro delle Sezioni all’estero. Si è concluso con la relazione del presidente Perona, il quale ha subito trattato l’argomento dei soci aggregati. “In Italia – ha detto il presidente – abbiamo affrontato il calo degli iscritti facendo leva sugli alpini in armi e sul recupero dei potenziali soci non ancora iscritti.

    Ciò ha consentito di contenere il calo degli iscritti intorno all’uno per cento. All’estero è diverso, anche se non possiamo derogare dalle regole associative che devono valere per tutti, in Italia e fuori dall’Italia”. Il presidente ha ricordato che è in corso un ampio dibattito sul futuro associativo ed in quest’ambito verrà certamente definita anche la figura del socio aggregato. “Sarà compito di chi mi sostituirà, d’intesa con il CDN, tirare le somme di questo lungo e meditato esame, e prendere le decisioni opportune, che dovranno essere condivise da tutti. Va dato atto – ha concluso Perona – che voi, alpini all’estero, vi siete sempre preoccupati di portare in Associazione persone di qualità.

    Anche questo consentirà di definire, con cautela e ponderazione, la posizione delle Sezioni e i Gruppi all’estero nell’ambito associativo, tenendo fede ai nostri valori”. Agli onori ai Caduti, al piccolo monumento eretto all’interno del complesso, è seguita la Messa celebrata dal reverendo Italo Barozzi, figlio e fratello di alpini e accompagnata dai cori congedati della Tridentina e della Julia in tournée negli USA. Poi, il pranzo, con numerosi ospiti, il console aggiunto a New York Dino Sorrentino l’addetto militare italiano all’ONU generale Mario Sumatra, il capitano della polizia di New York Frank Centa, figlio del vice presidente della sezione di New York Franco Centa, Renzo Tondo presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia.

    Quindi, tutti alla Quinta Strada, per la parata del Columbus Day, alla quale hanno partecipato l’ambasciatore a Washington Giulio Terzi e il neo console generale Natalia Quintavalle. Il governatore Andrew Cuomo, mentre marciava con la fascia tricolore di ospite d’onore, ha voluto stringere la mano alla gente e anche a molti alpini. L’orologio girava in fretta, era tempo di andare all’aeroporto, dove era pronto l’aereo per tornare in Italia. Un ritorno fra ricordi e tanta nostalgia.

    Gino Vatri