Alessandra, primo capogruppo nella storia dell’ANA

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    Il primo passo l’ha fatto il caporale Daniela Paolini, del distaccamento a Tarvisio dell’8º reggimento Alpini della Julia: è stata eletta nel consiglio direttivo del gruppo di Malborghetto Valbruna, della sezione di Udine. Non basta. Del gruppo fanno parte altre due alpine, una in armi e una in congedo (L’Alpino di aprile). Il passo successivo, altrettanto storico, è stato del 1º caporal maggiore Alessandra Ferriero, 30 anni, in forza al reparto comando della brigata Taurinense, eletta capogruppo del gruppo Montenero.

    Alla sfilata a Latina, è stata lei a portare il vessillo della sua Sezione, Torino, accanto al presidente Giorgio Chiosso. Alessandra finirà nel 2010 il periodo di ferma (triennale e, ora, biennale), poi vorrebbe fare il salto: spera di poter laurearsi nel frattempo, in giurisprudenza (le mancano quattro esami), per poter iscriversi al concorso per diventare ufficiale. È il mio sogno , dice. Nonostante l’aspetto gentile, la grinta non le manca. Il suo gruppo è di nuova costituzione: ha 37 iscritti, sedici dei quali sono alpini in servizio alla brigata Taurinense. Ci sono anche altre alpine, qualche sottufficiale e un ufficiale.

    In caserma ciascuno svolge il proprio ruolo dice al gruppo i rapporti sono diversi . E quando le si chiede come si sente ad essere la prima donna capogruppo, ammette: È una sensazione strana, ma sarà perché non ho ancora realizzato . Racconta che l’idea di iscriversi al gruppo che si andava formando le è venuta dal maresciallo Jimmi D’Introno, che è il maestro della fanfara Montenero della Sezione. Come pensa si sentano gli alpini con un capogruppo donna? Beh, se mi hanno eletto Penso ci sia un rapporto di reciproca stima. Stiamo cominciando a conoscerci meglio e a stendere un programma.

    È una bella realtà che ci sia un gruppo con alpini in congedo e in servizio, direi che è un ponte che mette in risalto la continuità . Come concilia la sua vita privata con il servizio militare e i compiti di capogruppo? Aggiunga anche di madre, perché ho un bambino di due anni e mezzo, Andrea, e un compagno con il quale mi sposerò. Me l’ha chiesto lui , aggiunge sorridendo. Alpina, perché? Mi ha affascinato la vita degli alpini, è una vita fantastica. Fanno cose stupende che mi hanno trascinata .

    E le marce, l’addestramento non certo morbido, le fatiche? Durante le prime marce in montagna pensavo: non ce la farò mai. Poi la soddisfazione, la felicità d’essere arrivata in cima con tutti gli altri, il momento della preghiera dell’Alpino No, la differenza la fa soltanto la volontà. Per il resto, affronto tutto con molta serenità .

    Pubblicato sul numero di luglio agosto 2009 de L’Alpino.