Tornate presto!
Ve ne state già andando? Rimanete ancora un po’. Tornate presto. Siamo stati bene con voi. In sintesi: “Grazie alpini!”. Questo era il senso dei titoli e dei commenti che sono apparsi sui giornali locali e sui siti on line. Gli astigiani si sono risvegliati il 16 maggio più ottimisti e fiduciosi. C’è chi ha definito l’Adunata nazionale degli alpini “una ciucca allegra” dalla quale si esce con il sorriso.
L’Adunata più bella
Amor di Patria
Leggo sugli ultimi numeri del nostro mensile la storia di italiani che sebbene all’estero decisero di venire in Italia e combattere per la Patria. Posso dire che anche mio nonno fece una cosa simile, era a Vienna con altri due fratelli a vendere dolciumi e gelati, ma allo scoppio della Grande Guerra disse ai fratelli che sarebbe tornato a casa per combattere anche se era troppo vecchio e aveva già 5 figli, il sesto sarebbe arrivato in quell’anno.
Una geniale intuizione
Tra le carte e i documenti che riposano al Museo del Risorgimento di Milano alla voce Giuseppe Domenico Perrucchetti, l’argomento “alpini” non è trattato come ci aspetteremmo. Infatti per il Generale la formazione delle Compagnie alpine fu vista come una logica conseguenza dei suoi studi sulla geografia militare, sul controllo dei confini e sulla difesa nazionale. Sopra a queste carte Perrucchetti spenderà l’intera sua vita con energia, passione, ardimento, correggendole nel tempo, rivedendole, aggiungendo nuove osservazioni avanguardistiche e pubblicandole in diverse opere. Con un tratto frenetico (aveva una pessima grafia!) racconta la sua amarezza per non essere stato del tutto compreso. Molti dei suoi studi, infatti, vennero relegati a pubblicazioni accademiche, più teoriche che pratiche, suscitando riluttanza, invidie o indifferenza. Gli eventi però, smentiranno i suoi detrattori dandogli ragione. In quel raccoglitore polveroso c’è un mondo intrecciato di autentica passione, quello di un uomo temerario, molto polemico ma geniale che meriterebbe di essere studiato nella sua totalità. Il fatto d’essere ricordato come il “papà degli alpini” è solo un aspetto di un intelletto lungimirante e senza tempo.
Giovani, passione e sincerità
Ho deciso di scriverle in merito ad alcuni commenti particolarmente severi rivolti ai giovani contenuti negli ultimi numeri de L’Alpino. Vorrei lanciare un messaggio per difendere i giovani, i loro ideali e la loro ricettività verso il passaggio di testimone generazionale.
Parola di giovane
Al Centro Papa Giovanni XXIII di Belluno si è sentita una musica nuova. Interpreti e protagonisti sono stati quattro giovani, Leonora, Tommaso, Nicola e Alessandro, guidati magistralmente da Bruno Fasani che come un maestro d’orchestra ha dettato i tempi, stimolando un dialogo aperto e genuino.
Interprete d’umanità
Racchiudere in un’immagine la straordinaria figura del beato don Carlo Gnocchi è impresa improba e per nulla soddisfacente. Eppure, tra gli slogan sopravvissuti alla storia, due sembrano sintetizzare più di altri la poliedrica e affascinante personalità di un uomo – e di un prete – che ha fatto la storia del Novecento italiano: santo con la penna alpina e padre dell’infanzia mutilata. Non sono icone poi così distanti.
CREMONA – La marcia dell’ultima notte
Sono stati oltre 150 i partecipanti alla prima edizione della “Marcia dell’ultima notte”, organizzata dal Gruppo di Castiglione d’Adda. All’imbrunire gli alpini sono partiti dal monumento ai Caduti e Dispersi in Russia, eretto nel piazzale della stazione di Casalpusterlengo (Lodi) e hanno percorso 7 chilometri di strade secondarie, nella campagna della Bassa Lodigiana, fino alla chiesina di Terranova dei Passerini.
Pensieri condivisi
Ho letto l’editoriale di marzo e come succede sempre l’ho gustato e apprezzato ma questa volta mi sono anche compiaciuto.
La nostra Preghiera
Dopo aver letto molto sulla nostra Preghiera, ho avuto l’impulso di dire la mia. Ho conosciuto la Preghiera dell’alpino quando mi presentai alla Scuola Militare Alpina, il 17 gennaio 1969, quale partecipante al 22º corso Acs.
Dicono di lui…
Ciao Franco
Leggendo l’editoriale di marzo la spina che ho nel cuore punge, le lacrime scendono lungo i rivoli dell’età. Come dite voi, Franco è “andato avanti”: marito, padre, uomo e alpino esemplare.