Grazie Sandro!
Caro direttore, desidero fare delle considerazioni su alcune foto storiche apparse su L’Alpino di febbraio. Nella quarta di copertina viene descritto un alpino in uniforme invernale, la didascalia dice: “Con un particolare tipo di calzature in legno”.
VARESE – Cardano: restaurato il cippo ai Caduti
Il Gruppo di Cardano al Campo ha restaurato il cippo ai Caduti della Grande Guerra. I lavori, iniziati nel maggio 2015, hanno riguardato il rifacimento integrale della pavimentazione in acciottolato nell’area del monumento, la pulizia e la verniciatura delle scritte e la sostituzione degli alberi che lo contornavano. Con l’occasione è stato posato anche un pennone porta bandiera.
Sulla coralità alpina
Ho letto con estremo interesse e molta attenzione l’articolo “Cantare sempre, cantare ancora” riguardante i canti alpini, i Cori e le loro problematiche, apparso sul numero di dicembre de L’Alpino e sinceramente me lo aspettavo che prima poi l’Ana attraverso i suoi bravi Maestri di corali e il suo più celebre armonizzatore Maestro Bepi de Marzi, aprisse un dibattito serio sulla musica alpina e la sua naturale evoluzione.
Vestito di nuovo
Oggi ho ricevuto L’Alpino. Sono un alpino del 2º/’40. Da 53 anni sono iscritto al Gruppo di Borgo Casale (Vicenza). Vi faccio i miei complimenti per la nuova veste de L’Alpino. È meraviglioso. Ultimamente lo guardavo solo di sfuggita. Oggi l’ho letto con molto interesse. Continuate così. Vi ringrazio.
Giovanni Gecchele
Chi vede lungo, vede prima
Caro direttore, su L’Alpino di gennaio 2015 avevo letto la bella lettera di Leo Spanu di Sorso (Sassari) con “riflessioni sulla leva” che ho apprezzato moltissimo. Impeccabile e scontata la tua risposta sulla “mancata politica maiuscola” e sul “vuoto di competenza con cui spesso si amministra il paese”.
MONDOVÌ – Le due “stelle alpine” di Villanova
Grazie all’impegno dei suoi soci il Gruppo di Villanova Mondovì ha ristrutturato un locale messo a disposizione dall’amministrazione comunale, realizzando una nuova baita alpina. I lavori iniziati a fine gennaio 2015 e ultimati a tempo di record a fine aprile, hanno prodotto una sede accogliente, dotata di ogni comfort.
SICILIA – Una piazza intitolata all’alpino Ville
Il comune di Francofonte (Siracusa) ha organizzato una cerimonia per l’intitolazione di piazza Dante alla memoria dell’alpino caporale maggiore scelto Sebastiano Damiano Ville in occasione del 5º anniversario della scomparsa. Ville era un alpino del 7º reggimento «comandato in missione di pace in terra afgana nell’ambito dell’operazione Isaf. Il 9 ottobre 2010 nel corso di una attività di scorta, la sua unità veniva attaccata da elementi ostili. Nel reagire all’offesa, a causa dell’esplosione di un ordigno occultato proditoriamente dai vili attentatori, immolava la sua giovane vita».
TRENTO – I cinquanta di Meano
Era il 1965 quando fu fondato il Gruppo di Meano. I veci alpini pensarono da subito di proporre manifestazioni che non fossero autoreferenziali, ma che potessero coinvolgere la popolazione e in particolare i giovani delle scuole elementari e medie. Una scelta azzeccata poiché gli alpini negli anni sono diventati il punto di riferimento di un’intera comunità.
Adunata intersezionale a Vicenza
Il 22, 23 e 24 aprile l’Adunata intersezionale porterà nella città del Palladio migliaia di penne nere provenienti da tutta la provincia, coinvolgendo la Sezione di Vicenza, organizzatrice dell’evento, e le quattro consorelle Bassano, Marostica, Asiago e Valdagno. «È la prima di cinque manifestazioni intersezionali che le Sezioni vicentine organizzeranno dal 2016 al 2020, per ricordare la grande tragedia della Prima Guerra Mondiale», queste le parole del Presidente della Sezione di Vicenza Luciano Cherobin. «Una vicenda che colpì profondamente non solo coloro che combatterono nei reparti da ambo i lati, ma anche le popolazioni vicentine. Sarà un momento di riflessione per noi alpini e per tutti coloro che desiderano lanciare un forte messaggio di pace. Vi aspettiamo numerosi al cospetto degli eroi d’Italia».
Una fragile pace…
Il generale Franco Federici ha passato tutta la vita militare negli alpini, da comandante di un plotone del battaglione Morbegno, alla guida del battaglione L’Aquila, alle pianificazioni delle missioni operative in Iraq e Afghanistan e, infine, al comando della gloriosa Taurinense. D’altronde buon sangue non mente: suo padre Luigi, anch’egli generale degli alpini, è stato comandante delle Truppe Alpine e comandante generale dei carabinieri dal 1993 al 1997, quando il numero uno dell’Arma era scelto fra i generali di Corpo d’Armata dell’Esercito. Dallo scorso ottobre il gen. Federici guida il contingente italiano in Libano. Una missione delicata in cui occorre far buon uso della saggezza, più che della forza.
Storie vere, mai dimenticate
Come ogni mese, puntuale, mi è arrivato L’Alpino. L’ho sfogliato subito e letto dalla prima all’ultima pagina. Tutti gli argomenti trattati sono, come al solito, molto interessanti e toccanti specialmente per un alpino del 7º, battaglione Belluno, nato tra le magnifiche Dolomiti dell’Alto Bellunese, dove i fatti della grande guerra sono stati vissuti dalla popolazione in modo intenso e tragico.
UDINE – A Moggio con gli Schützen
Moggio Udinese ha accolto calorosamente gli alpini che prestarono servizio nella ex caserma Umberto Tinivella. È stato uno momento di festa e condivisione, in cui la popolazione moggese ha dimostrato gratitudine per gli aiuti prestati dalle penne nere in occasione del sisma del 6 maggio 1976.