IVREA – L’importanza del ricordo
“I Caduti non muoiono sui campi di battaglia, ma quando sono dimenticati. È allora che il popolo dei vivi non è più degno del grande popolo dei Caduti”. Questa è la frase incisa sulla lapide dedicata ai Caduti di tutte le guerre, che gli alpini del gruppo di Caluso hanno posto alla base della colonna al centro del Parco della Rimembranza, recentemente inaugurato. A tagliare il nastro del “luogo della memoria”, dimenticato da tempo e lasciato in uno stato di desolante abbandono, è stato monsignor Edoardo Cerrato, vescovo della diocesi di Ivrea, che ha celebrato la Messa al campo.
Frecce… a costo zero
Le scrivo in merito ad una mail letta dalla conduttrice del programma Coffee Break di LA7 di un telespettatore che denunciava il non trascurabile costo dell’intervento delle Frecce Tricolore nel corso dell’Adunata nazionale di Pordenone, all’arrivo di Renzi. Il telespettatore precisava che il costo di ogni passaggio della squadriglia acrobatica era di 950 mila euro e che i passaggi erano stati due.
Cambio alla guida di UNIFIL
Dopo 30 mesi di mandato, il generale degli alpini Paolo Serra ha ceduto il comando della missione UNIFIL al gen. D. dei bersaglieri Luciano Portolano (a destra nella foto). Alla cerimonia hanno presenziato le massime autorità politiche e militari libanesi, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il Capo di SMD ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il comandante del Comando Operativo Interforze, gen. C. Marco Bertolini.
La regina delle Dolomiti
Quando cala la sera, su al Passo Fedaia, l’aria sembra prendere un sapore diverso, tutto particolare rispetto al resto delle Dolomiti. È aria gelida, profumata di ghiaccio, e non ha niente a che vedere con quella che si respira sulle aride cime circostanti. La Marmolada è il centro dei Monti Pallidi, non per altro è chiamata la “Regina delle Dolomiti”, eppure, qui, sotto questo ghiacciaio è come se fossimo in un altro angolo delle Alpi.
BERGAMO – Zanotti, alpino paralimpico
Marco Zanotti è un alpino dell’11° reggimento, btg. Trento. Quando suo papà Luigi lo avviò agli sport invernali a sette anni non immaginava certo che un giorno avrebbe partecipato alle gare di sci mondiali. Fin da ragazzo Marco aveva dimostrato le sue eccellenti qualità di slalomista, poi però il lavoro in un’impresa edile non gli lasciò più tempo per allenarsi. Nel 2001 dopo un grave infortunio al piede, inizia a frequentare corsi per disabili sotto la guida dell’istruttore nazionale Martino Belingheri. Arriva la partecipazione ai campionati italiani FISIP 2013 di Ovindoli e Campo Felice (Abruzzo) che gli frutta la vittoria in super G e il secondo posto in gigante.
L’Adamello dei pellegrini
I ramponi stridono sul ghiaccio vivo, lo graffiano senza cautela mentre il lento procedere della colonna supera il piano e punta un valico ancora miraggio, nel silenzio vuoto di quota tremila. Lui, il ghiacciaio, antico, imperturbabile maestro s’eleva al cielo, abbraccia la terra e si lascia percorrere porgendo la schiena carica di neve fresca. Peregrinare sui sentieri in costa, oltre i valichi e i passi imbiancati. In colonna, legati l’uno all’altro. E infine avvistare di lontano la meta, una sorta di traguardo spirituale che pone fine alla fatica, alla stanchezza e mette a tacere i disagi. Accade così ogni anno, gli ultimi giorni di luglio. Ma non questa volta.
Il mio eroe
Sono la madre di un soldato, uno di quelli della guerra vera, la guerra in Afghanistan. Partito, tornato; ripartito, ritornato. Il suo silenzio a proteggerci dalla paura, dal senso di inutilità e impotenza, dal nulla che avevo il diritto, la capacità di sapere su quei suoi “viaggi”, buchi neri di sospensione della sua e della nostra vita.
Il cappello di mio marito
Sono friulana e vedova di un abruzzese alpino, abbonato e tesserato che amava molto il Friuli. Mio marito adorava partecipare alle Adunate con il suo cappello e non mancava mai una sfilata per cui avevo pensato quest’anno a Pordenone di sfilare con il suo cappello d’alpino.
Terremoto estivo
La tipologia e la complessità degli scenari scelti, la meticolosa preparazione, l’appassionata partecipazione dei volontari, il coinvolgimento di parte della popolazione e l’intensa frequenza di eventi hanno fatto sì che l’esercitazione “Full scale” (“A larga scala”) sembrasse una vera emergenza. Il coordinatore del 4° Raggruppamento Nicola Cianci e i suoi collaboratori sono stati i principali artefici dell’ottima riuscita nella pianificazione dell’esercitazione. Per essere produttiva e ottenere una crescita professionale degli attori impegnati, essa deve tenere in massimo conto il territorio in cui si opera e i rischi al quale può essere soggetto. Quindi, tenuto presente che si era nella Majella settentrionale, il programma ha simulato un rischio sismico.
VICENZA – Militari USA e alpini in missione per ripulire la Strada delle 52...
I militari statunitensi e gli alpini hanno lavorato fianco a fianco all’annuale giornata di pulizia della Strada delle 52 gallerie che conduce alla vetta del monte Pasubio. Otto militari della Compagnia assaltatori del 1° battaglione, 503° reggimento di fanteria della 173ª brigata, di stanza alla Caserma Ederle e cento penne nere della sezione di Vicenza hanno eliminato i detriti della mulattiera, considerata un capolavoro d’ingegneria militare, costruita dall’esercito italiano nel 1917.
Delegazione IFMS in Spagna
Su proposta del presidente IFMS dell’ANA Renato Cisilin una delegazione di alpini si è recata in Spagna, presso il Monastero Les Avellanes (Lleida), per onorare i Caduti della guerra civile spagnola (1936/1939). La delegazione, con al seguito i vessilli di Bergamo, Pavia, Torino, i rappresentanti dei gruppi di Moncalieri, Testona, Carmagnola di Torino, Gropello Cairoli, Gorlago, Mozzo, Osio Sotto, accompagnati dai delegati ANA Alessio Granelli e Danilo Perosa con lo stendardo dell’IFMS, è stata ricevuta a Lleida dal segretario dell’IFMS spagnola Esteban Calzada e da altre autorità militari e civili. Nell’Abbazia di Lleida si è tenuta una solenne commemorazione con la Messa celebrata dall’abate priore.
Inutile indignazione
Egregio signor direttore, ho letto la sua risposta all’alpino Gianfranco Perforato nel numero di giugno 2014 in merito alla doverosa indignazione nel vedere sfilare il signor Gasparri a fianco del nostro presidente e del Labaro. Mi associo all’indignazione e vorrei rimarcare alcuni punti. Il cerimoniale? Quale cerimoniale?