Terremoto estivo

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    La tipologia e la complessità degli scenari scelti, la meticolosa preparazione, l’appassionata partecipazione dei volontari, il coinvolgimento di parte della popolazione e l’intensa frequenza di eventi hanno fatto sì che l’esercitazione “Full scale” (“A larga scala”) sembrasse una vera emergenza. Il coordinatore del 4° Raggruppamento Nicola Cianci e i suoi collaboratori sono stati i principali artefici dell’ottima riuscita nella pianificazione dell’esercitazione. Per essere produttiva e ottenere una crescita professionale degli attori impegnati, essa deve tenere in massimo conto il territorio in cui si opera e i rischi al quale può essere soggetto. Quindi, tenuto presente che si era nella Majella settentrionale, il programma ha simulato un rischio sismico.

    La “Full scale”, programmata dall’11 al 13 luglio scorsi, ha testato la risposta – positiva – del volontariato di Protezione Civile dell’ANA e ha verificato le strutture e i mezzi campali del 4° Raggruppamento. La parte di maggiore interesse è stata quella di aver coinvolto anche gli enti territoriali, quali la Prefettura, la Regione, le Province e i Comuni, in modo che potessero operare in sintonia per il superamento dell’emergenza e il ritorno alla normalità.

    Gli eventi simulati hanno coinvolto alcune aree comunali a Manoppello, Serramonacesca, Lettomanoppello e Turrivalignani, con la conseguente attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi presso la prefettura di Pescara ed il Centro Operativo Intercomunale, al quale facevano riferimento tutte le comunicazioni radio degli operatori delle squadre dei volontari che operavano sul territorio. È in questo centro che si sono assunte le decisioni operative, verificando altresì l’efficacia funzionale dei piani comunali. Lo scenario è stato quello di un forte sisma (6,5 della scala Richter) che ha provocato lo straripamento di una piccola diga artificiale in seguito ad un cedimento e il conseguente intervento dei volontari della specialità idrogeologica; il recupero di feriti in zona inaccessibile con l’intervento della squadra di alpinisti, che ha montato una teleferica per il loro recupero e un incendio da corto circuito, con l’intervento di squadre di antincendio boschivo che hanno montato le vasche di accumulo d’acqua con l’ausilio di pompe ad alta pressione.

    Alle operazioni hanno partecipato anche le squadre cinofile da soccorso che hanno aiutato nella ricerca dei feriti – meravigliosamente truccati – rimasti intrappolati sotto le macerie, mentre le squadre sanitarie li hanno recuperati e trasportati al Posto Medico Avanzato, dislocato al campo base. In tutto sono stati impiegati oltre duecento volontari (evento piuttosto raro per il 4 Raggruppamento) il che dimostra la volontà di crescita e di partecipazione alle attività di protezione civile su un territorio molto vasto che comprende le sezioni Abruzzi, Firenze, Latina, Napoli, oltre agli specialisti formatori delle sezioni di Bergamo, Trieste, Treviso e i volontari appartenenti alla Sanità dell’ANPAS e agli Psicologi Emergenza Abruzzo. (g.b.)