Di nuovo amici

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Una cerimonia suggestiva, ricca di motivazioni, attesa da tempo, quella del 58º pellegrinaggio al Tomba che ha assunto un tono di ufficialità e di solennità del tutto particolari. Lo scorso anno, infatti, per decisione del Cdn, è diventato “Pellegrinaggio alpino al massiccio del Grappa sul Monte Tomba”, con rilevanza nazionale e la presenza ogni cinque anni del Labaro dell’Ana. Significativa la data: 2017. 

Cento anni fa, proprio sulle balze del Tomba, si combatté, per circa due mesi, tra il novembre e il dicembre 1917, una battaglia d’arresto che si rivelò decisiva per le sorti della prima guerra mondiale. La XIV armata austro-tedesca del gen. Von Below aveva sfondato a Caporetto, dilagando rapidamente ovunque e occupando tutto il Friuli, l’intera provincia di Belluno e tutta la riva sinistra del Piave fino al mare.

La IV armata italiana, del gen. Di Robilant, saldamente attestata in Cadore, sul Col di Lana, sul Sass de Stria in Val Parola, sul Lagazuoi, sulla Croda Rossa, dovette precipitosamente ritirarsi fino al Grappa, per evitare di essere intrappolata in una gigantesca sacca, con gli avversari ormai alle spalle, pronti a conquistare Bassano, Treviso, Vicenza e Padova. Giocarono un ruolo decisivo la prontezza degli spostamenti e una inaspettata, per molti ufficiali, volontà di resistenza dei combattenti italiani, unita ad un altissimo spirito di sacrificio ed eroismo, che galvanizzarono i reparti di fanti, alpini, bersaglieri, schierati a difesa.

Il gen. Alfred Krauss, comandante austriaco del settore del Grappa, avrebbe voluto ripetere la tattica vittoriosa di Caporetto, la tattica dell’infiltrazione profonda, spingendo le sue Divisioni lungo le valli del Piave (ad est) e del Brenta (ad ovest), per stringere poi e soffocare in una morsa fatale la IV armata, schierata sul massiccio del Grappa. Per sfociare in pianura, occorreva scavalcare il Tomba (e il vicinissimo Monfenera), che, data la modesta altitudine (876 metri) sembrava facilmente superabile. Così non fu.

Si opposero, vittoriosamente, i fanti delle brigate Re, Basilicata, Calabria, Trapani, Como, i bersaglieri del 3º reggimento, gli alpini dei battaglioni Val Varaita, Val Piave, Val Cordevole, Val Pellice, Val Toce, Monte Arvenis, Courmayeur. Difficile ricordarli tutti. Per di più, il gen. Krauss non riuscì ad imporre la sua strategia ai suoi subordinati, comandanti di divisione Müller e von Wieden, che preferirono attaccare le cime più alte del Grappa quali il Monte Pertica, l’Asolone e il Col della Berretta. La dispersione delle forze fu decisiva per l’esito delle battaglie che insanguinarono il Grappa per due mesi, in quella prima fase.

Per ricordare tutto questo, domenica 3 settembre sono convenuti sulla cima del Monte Tomba i rappresentanti delle nazioni allora in guerra: gli austriaci di Graz, gli ungheresi di Kiskun Majsa, i riservisti tedeschi di Dingolfing, Landau e Landshut, oltre alle varie associazioni d’Arma italiane: alpini, fanti, bersaglieri, artiglieri. Ad onorare la manifestazione, il Labaro dell’Ana con il Presidente Sebastiano Favero, un consistente gruppo di Consiglieri nazionali, i vessilli di 31 Sezioni e i gagliardetti di oltre 150 gruppi alpini da tutto il Triveneto e da altre Regioni. Preceduta, il sabato, da una marcia rievocativa partita da Cima Grappa e giunta sul Tomba. La cerimonia, splendidamente gestita dal gruppo alpini di Cavaso in collaborazione con la Sezione di Bassano del Grappa, è risultata particolarmente suggestiva. Molto apprezzata la simulazione di un combattimento da parte di un folto gruppo di rievocatori in divisa d’epoca.

Due obici da 75/13 con i loro colpi hanno segnato l’inizio e la fine della manifestazione. Non è mancato nemmeno il ripetuto passaggio a bassa quota di tre aerei, uno Spad (italiano), un Fokker (tedesco), un Tiger (inglese), con tanto di scia a mo’ di frecce tricolori. La particolare coreografia e gli “attori” in campo, per un attimo, hanno fatto rivivere i drammatici momenti di 100 anni fa, nei medesimi luoghi. Dopo un breve intervento di saluto del gen. Fabbri, comandante della Julia, il Presidente Rugolo della Sezione di Bassano ha voluto ricordare che proprio laddove, un secolo fa, i nonni si erano battuti senza risparmio di colpi e di sangue, ora si incontrano i nipoti di entrambi gli schieramenti, in un clima di amicizia e rispetto.

Gli alpini sono fieri delle loro tradizioni e fedeli al dovere della generosità, della memoria, dell’aiuto fraterno verso chiunque abbia bisogno. Il Presidente Favero, a chiusura di una stupenda mattinata, ha ricordato, uno per uno, i nomi delle vette circostanti, accomunando nel ricordo e nella commozione tutti i combattenti, sia italiani, sia austriaci, degni di rimanere nella memoria collettiva.

Gianni Idrio
idriog@tiscali.it


Giovani in cammino

Lo scorso 2 settembre, giorno precedente al pellegrinaggio solenne, i giovani del Triveneto hanno marciato dalla Cima del Grappa fino al Monte Tomba. La camminata intitolata “1917- 2017 sulla via degli eroi cento anni dopo”, è stata organizzata dal Coordinamento Giovani del 3° e ha visto la partecipazione di 43 alpini provenienti anche da altri Raggruppamenti, in particolare dalle Sezioni di Cuneo, Bergamo, Padova, Conegliano, Trento, Bassano, Treviso. Mille metri di dislivello su 12 chilometri in un percorso che si snoda principalmente in vetta, su lunghi tratti di trincea dove, nell’ottobre-novembre 1917, i giovani di tutta Italia fermarono l’offensiva austro-tedesca. La camminata è partita dal sacrario di Cima Grappa con la deposizione della corona alla presenza del Labaro dell’Ana e del Presidente Favero. Storici esperti hanno spiegato durante tutto il percorso le fasi salienti della difesa del Massiccio, sottolineando in modo vivido l’importanza di questa parte del fronte. La camminata si è conclusa arrivando nei tempi stabiliti sul Monte Tomba, nonostante pioggia e grandine, “tempo da alpini” insomma. E alla fine qualcuno ha detto soddisfatto: «Siamo partiti come un gruppo di alpini che non si conoscevano e siamo arrivati come fratelli!».