L'Inno nazionale a pagamento?

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Suonare l’Inno nazionale in pubblico comporta il pagamento del diritto d’autore?La questione, dibattuta nei mesi scorsi, è a cuore a molte nostre fanfare che suonano l’Inno di Mameli durante le manifestazioni e le cerimonie alpine.

Lo scorso 29 aprile la Direzione generale della SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) in una nota, pubblicata sul proprio sito internet, precisa che ‘le esecuzioni e le rappresentazioni dell’inno nazionale sono, e restano, non soggette al diritto d’autore, in ragione della caduta in pubblico dominio dei diritti, essendo decorsi più di 70 anni dalla morte degli autori. Conseguentemente la SIAE non procede ad incassi relativamente alle manifestazioni in cui l’inno viene eseguito’.

Rimane invece a tutti gli effetti ‘il diritto di noleggio delle partiture musicali, diritto che spetta alle case editrici della c.d. musica a stampa, per ciò che attiene all’utilizzo degli spartiti da parte degli orchestrali’ che nel caso in questione spettano alla ‘casa editrice Sonzogno, che ha affidato alla SIAE l’incarico, meramente esecutivo, di incassare le somme ad essa spettanti, in forza di appositi accordi contrattuali’.

La domanda da porsi forse è questa: l’Inno nazionale può essere oggetto di un diritto disponibile, oppure si tratta un bene facente capo allo Stato o alla collettività?(m.m.)

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