GENERALI NELLA NEBBIA

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La storiografia italiana non ha dato un grande contributo a ricostruire la ritirata di Caporetto e in questo modo ha lasciato ampio spazio a storici dilettanti o a giornalisti, con la passione per la storia, di occuparsene. Così si è dato adito a interpretazioni degli accadimenti desunte da luoghi comuni, non rigorosamente accertati e si è finito per attaccare duramente i vertici militari.

A Caporetto vista quale esempio di scarsa combattività è subentrata la teoria dei comandanti inetti. “La rilettura delle vicende militari della Grande Guerra ottenuta attraverso i 18.000 memoriali di ufficiali italiani fatti prigionieri… ha permesso di comprendere appieno il ruolo e il comportamento di coloro che avevano il comando di migliaia di uomini”, si legge nell’introduzione.

Questa ricerca, ricca di documentazione cartografica, tabelle riferite ai reparti e alle loro dotazioni, oltre all’itinerario di Carlo Emilo Gadda sul Krasji vrh, ha il pregio di avere ricostruito il comportamento e le responsabilità dei generali e dei colonnelli brigadieri delle due divisioni impegnate nei dintorni di Caporetto, nelle ore cruciali dell’attacco, in relazione ai combattimenti della 43ª Divisione e alla cattura del generale Farisoglio.

Dalle testimonianze soprattutto di ufficiali subalterni è stato possibile ricostruire in modo più equilibrato e con rigore storico la realtà dei fatti, valutando il comportamento dei “generali di Caporetto” su documenti e non su mitologie.

PAOLO GASPARRI MARCO MANTINI PAOLO POZZATO

GENERALI NELLA NEBBIA Le 36 ore di battaglia della 43ª Divisione, da Monte Nero al ponte di Caporetto

Gaspari editore – euro 14,80