Un masso per ogni brigata, per non dimenticare

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A Cerreto Laghi (Reggio Emilia) inaugurato un Largo brigate e divisioni alpine .

Hanno voluto o­norare le cinque brigate alpine costituite dopo la seconda guerra mondiale e la scuola militare alpina, che è stata una culla per generazioni di penne nere. Ma più ancora hanno voluto o­norare le divisioni alpine, i loro Caduti, i loro reduci. Hanno ricavato sette blocchi di roccia, strappandoli alle montagne che hanno ospitato le brigate e che ospitano ancora le due esistenti. In un masso più grande, a complemento del percorso più ideale che materiale che si snoda lungo il viale, hanno inciso gli stemmi delle divisioni alpine: Taurinense, Cuneense, Tridentina, Julia, Pusteria, Alpi Graie. Così, poi il cippo di arenaria delle Prealpi Giulie per la Julia, il calcare dolomitico della Cadore, il calcare in o­nice per l’Orobica, il Gneiss granitoide per la Taurinense, la dolomia dell’Adamello per la Tridentina e il granito del monte Bianco per la Smalp.

I cippi sono il dono di singoli alpini o di cave i cui titolari sono alpini. Trasportare questi blocchi a Cerreto Laghi non è stato semplice, così come pure lavorarli e fare per ciascuno uno stemma in bronzo. Ma l’opera è stata completata ed inaugurata con una grande cerimonia in Largo delle Brigate e Divisioni alpine , come è stato appositamente e ufficialmente chiamato questo percorso: una sorta di via Crucis costellata di memorie e di storia. C’erano ben 20 sezioni rappresentate, con circa duecento gagliardetti e migliaia di penne nere a rendere omaggio ad una terra che ha dato tanti alpini alla Tridentina e alla Cuneense.

È un’opera densa di significati profondi ha detto il presidente nazionale Corrado Perona che merita un appuntamento periodico, perché racchiude la stessa storia degli alpini . Ed ha affermato che è bene andare avanti, ma senza perdere di vista quelle che sono le nostre radici . E, nel ricordare la battaglia condotta dall’Associazione in difesa del servizio di leva, ha stigmatizzato l’assenza di memoria del Parlamento nei riguardi delle unità alpine disciolte, che hanno pur dato tanto all’Italia in termini di sacrifici e di sangue. Noi, con quelle rocce abbiamo convissuto ha detto il presidente della sezione Ivo Castellani I simboli di queste brigate sono incisi nei nostri cuori. Eravamo partiti ragazzi e siamo tornati uomini .

Fin qui la breve cronaca, che vogliamo continuare con il testo che ci ha mandato Antonio Garraffo, presidente della Sezione Sicilia. A parte la grande alpinità di Antonio ed il ricordo della bella adunata nazionale di Catania, ancora ben vivo, nel passare questo testo per l’impaginazione ci è venuta in mente una frase di Leonardo Sciascia su quanto siano vicine la linea delle palme e quella degli abeti

Di dove fosse Cerreto Laghi avevo soltanto una vaga idea: non vi ero mai stato, non vi ero mai passato; quest'anno, aderendo al cortese invito di Ivo Castellani, presidente sezionale di Reggio Emilia, mi sono recato all'adunata provinciale delle sezioni alpine di Reggio Emilia e Massa Carrara che si è tenuta, appunto, a Cerreto Laghi dal 31 luglio al 10 agosto, alla presenza del presidente nazionale, Corrado Perona.
Non ho intenzione di fare una descrizione della località né una cronistoria della manifestazione e mi limiterò a dire che sono stato molto piacevolmente sorpreso. Con questo modesto scritto, invece, intendo cercare di esprimere, quello che mi ha fatto provare la cerimonia dell'inaugurazione del ‘Largo delle Brigate e Divisioni Alpine’ connessa all'adunata.

Il titolo, forse un pochino dissacrante, di questo mio racconto, aderisce perfettamente all'opera svolta dai nostri fratelli emiliani. Sono arrivati da ogni parte delle nostre montagne. Sono arrivati alla spicciolata, senza strombazzamenti e grazie al sacrificio di pochi. Sono sette enormi sassi su cui sono state incastonate le bronzee insegne di ciò che fu e che sarà l'orgoglio di ogni alpino. Il primo, il più grande di tutti, porta i simboli delle divisioni alpine che hanno combattuto durante l'ultimo conflitto mondiale: Alpi Graie, Cuneense, Julia, Pusteria, Taurinense e Tridentina.

Poi ci sono gli altri: uno per ogni brigata alpina costituita dopo l'ultima guerra: la Scuola Militare Alpina di Aosta, la brigata alpina Cadore, la brigata alpina Julia, la brigata alpina Orobica, la brigata alpina Taurinense e quella Tridentina. Oggi stanno immoti a guardare verso l'alto per ricordare a tutti gli italiani, che rappresentano (ed è proprio il caso di dirlo) le pietre miliari della vita di noi alpini. Tutte queste brigate erano rappresentate da centinaia di penne nere giunte, anch'esse, alla spicciolata e schierate, in bell'ordine, nello spiazzo che Cerreto Laghi ha destinato ai massi rievocativi. Anch'io, unica penna nera rappresentante la sezione Sicilia, ero presente con il vessillo sezionale decorato di due medaglie d'Oro.

Effettivamente, dire che ero presente è un po’ azzardato perché se lo ero fisicamente, mentalmente lo ero un po’ di meno: stavo lì, ritto per rispetto verso il luogo e verso gli oratori che si avvicendavano; tenevo gli occhi chiusi e le parole delle autorità sfumavano pian piano e venivano sovrastate da rumori e visioni lontane nel tempo: ritmo di passi cadenzati, cavalli di frisia, detonazioni e fischi di proiettili, ‘i Caimani del Piave’, trincee e camminamenti, ‘Ta pum’, canti e lamenti di sofferenza si accavallavano e poi, poi altre percezioni, più distinte questa volta: la voce roboante del mio istruttore, gli ordini perentori, il campo estivo, i volti e le voci annebbiati dei miei camerati di Corso (il 63º A.U.C.), il coro della mia gloriosa Julia, tutta la sofferta bellezza dei miei vent'anni che, ahimè non sono più queste immagini e suoni andavano attenuandosi e le parole dell'oratore di turno mi riportavano alla realtà del presente.

Ero ancora li, impettito accanto al mio amato vessillo ma non riuscivo a vedere nitidamente …. eppure avevo tenuto gli occhi chiusi e quindi nessun moscerino vi si era introdotto … che sarà stato mai?Amici di Cerreto, a tutti voi devo un sentito ringraziamento perché mi avete concesso la possibilità di vivere una emozione così intensa. Iniziative come la vostra dovrebbero, a parer mio, moltiplicarsi affinché la nostra Nazione ritorni ad essere orgogliosa delle sue origini e anche dei suoi soldati, da tempo ignorati e vituperati a causa di una presunta politica globalizzatrice. La nostra associazione che conosce la località, la sua sacralità acquisita, l'emozione che suscita e l'alpinità pregnante che vi si respira, dovrebbe, sempre a parer mio, prendere in seria considerazione l'eventualità di inserire questa cerimonia di Cerreto Laghi tra gli appuntamenti di carattere nazionale.

Antonio Garraffo
presidente Sezione Sicilia