COMO L'ottantesimo del gruppo di Canzo

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Canzo è una cittadina del comasco nota per le coltellerie, per i liquori, per gli squisiti biscottini sferici e per il gruppo alpini. Ha dato i natali a Filippo Turati nel 1857 e agli alpini nel 1924. È distesa alle falde dei caratteristici Corni di Canzo, alti solo 1.375 metri, ma buona palestra di roccia. Qui, il 13 giugno, gli alpini del gruppo, guidati dal giovane capogruppo Roberto Fontana, hanno celebrato il loro ottantesimo compleanno unitamente al dodicesimo raduno sezionale.

Si è cominciato con l’ammassamento in regione Parisone per l’inaugurazione di un’edicola dedicata a Maria Vergine costruita dagli alpini per colmare un vuoto: infatti il rione era privo di qualsiasi immagine sacra. Un bell’esempio di cappelletta, impreziosita da affreschi dovuti alla felice mano della pittrice, signora Mirella Gregori, sorella del presidente della sezione di Como. Alzabandiera: all’inno nazionale tutti, numerosissimi, lo hanno intonato a piena gola con buona pace per chi lo vorrebbe eliminare. Sotto la guida del cerimoniere Chicco Gaffuri e accompagnato dalle due fanfare della sezione, quella di Asso e quella dell’Alto Lago, il corteo si è snodato lungo le strade che portano alla piazza principale dove è avvenuta la deposizione della corona al monumento ai Caduti. Quindi è proseguito per la chiesa prepositurale di Santo Stefano nella cui piazzetta era stato al lestito un altare sotto una vasta tenda.

Dopo l’esibizione di alcuni soci del CAI che si sono calati a corda doppia dal campanile, è iniziata la messa officiata da padre Felice, cappellano della sezione, che durante l’omelia non ha mancato di tener desta l’attenzione con i suoi commenti ai fatti (alpini) del giorno. Lo ha coadiuvato il prevosto Don Erminio che, gliene siamo grati, ha lasciato spazio al suo trascinante collega. Tra le autorità citiamo: il prefetto Guido Palazzo Adriano, l’allora sindaco Pontiggia, il vice comandante dei carabinieri, il presidente della Comunità montana, il neo consigliere ANA di zona Cesare Lavizzari e il suo predecessore Giuliano Perini, oltre al presidente della sezione Achille Gregori, al già citato capogruppo e al direttore de L’Alpino, Cesare Di Dato.

Nel pomeriggio, visita alla mostra dei cimeli e dei reperti della Grande Guerra curata dal nostro socio Donzelli con materiale di sua proprietà e allestita in Villa Meda, prestigioso e storico palazzo del primo ‘700. Il gruppo di Canzo, forte di 108 alpini e di 17 amici, si è sempre reso protagonista di numerose iniziative. Una per tutte, la più curiosa: in località Scioscia gli alpini sono riusciti a ricavare, con un certosino lavoro di intaglio, una cappelletta a monoblocco dal tronco di un castagno ultracentenario ormai defunto, ripristinando anche il sentiero che vi conduce, caduto nel più completo abbandono.

I nostri lettori avranno visto gli alpini al lavoro sulla copertina del numero de L’Alpino di maggio. Decisamente una bella festa, che ha appagato tutti gli intervenuti: alpini, loro familiari e turisti…per caso.