Ai comizi con il cappello alpino: dura condanna dell'A.N.A.

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cosa fa l’ANA per impedire che ci siano alpini con il cappello ai comizi o a trasmissioni televisive con esponenti di partito?

Alla nostra redazione, ma anche al presidente nazionale continuano ad arrivare lettere con questo interrogativo da parte di nostri iscritti. La questione stata pi volte affrontata sia dal nostro presidente nazionale sia sulle pagine de L’Alpino,e non soltanto in occasione di campagne elettorali, durante le quali questo fenomeno possibile peraltro sempre contenuto e limitato a pochi esemplari ma anche in occasione di trasmissioni di emittenti locali. Puntuali, dopo alcuni giorni, arrivano a noi le lettere di protesta.Abbiamo da tempo spiegato qual la posizione dell’Associazione Nazionale Alpini al riguardo. Lo abbiamo fatto sul numero di luglio 1988, rispondendo ad una lettera inviata al nostro direttore, sul numero di dicembre 1999, sul numero di gennaio 2000 e in un articolo di fondo sul numero del marzo 2001. Per i nostri lettori, e a futura memoria, ritorniamo una volta per tutte sull’argomento chiarendo la posizione dell’ANA. La Sede nazionale ha chiesto ai presidenti di Sezione di sensibilizzare a loro volta i capigruppo per evitare che qualche associato si presenti a manifestazioni di partito o di altro genere con il cappello in testa. Sia chiaro: nessuno colpevolizza i comizi o le trasmissioni di varia colorazione di partito: fuori luogo presentarsi a queste manifestazioni, chiaramente di parte, con il cappello alpino, che un simbolo e non pu, n deve, essere strumentalizzato.Abbiamo parlato di nostri iscritti, ed a ragione. Infatti, siamo sicuri che coloro che abusano del cappello alpino siano proprio alpini?E siano davvero iscritti all’ANA?Finora non risulta che ci siano nostri iscritti che si presentano ai comizi col cappello in testa, il che fa pensare che si tratti di pura e semplice provocazione.Provocazione contro la quale non ci sono strumenti legali per intervenire: legalmente siamo impotenti contro questo uso improprio di indumento militare, del nostro cappello alpino. Riportiamo quanto abbiamo scritto nel gennaio di due anni fa:abbiamo invitato i capigruppo a intervenire anche con sanzioni (previste dallo Statuto) nei confronti di coloro che strumentalizzano il nostro cappello. Abbiamo anche diramato comunicati alle agenzie di stampa e ai giornali per chiarire la posizione dell’ANA, che di decisa ed inequivocabile condanna non solo per la strumentalizzazione del cappello ma anche per lo spirito di manifestazioni che sono l’esatto contrario della nostra storia e dei valori che esprimiamo. Siamo tuttavia dell’avviso che dopo aver espresso la nostra condanna e preso provvedimenti nei confronti dei nostri iscritti (ma finora non ne sono stati trovati: sono proprio alpini, o non sar invece una provocazione nella quale non dobbiamo cadere?) un davvero esiguo numero di persone non pu avere un’eco pi vasta e gratuita di quanto meriti Del resto, se un prete si dimostra indegno il Vaticano non si mette a fare ogni volta un comunicato n lo scrive sull’Osservatore Romano: impariamo dalla Chiesa, che ha duemila anni di esperienzaUna volta espresso il nostro punto di vista, il silenzio verso i poveri di spirito forse l’arma migliore.Fin qui quanto scrivemmo due anni fa. Siamo ancora dello stesso parere. Aggiungiamo che dare spago a certi episodi significa soltanto compiacerne gli squallidi autori e dar loro maggiore visibilit. Chi abusa del cappello e di tutto ci che significa si qualifica da s. Noi, come sempre, andiamo avanti per la nostra strada.