Un Paese solidale

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    «La ricchezza e la qualità del nostro Paese, quella che tutto il mondo ammira, sta anche nella sua diversità, nella sua articolazione, nelle sue molteplici originalità, che vanno quindi tutelate e valorizzate. Vogliamo ricordare il 1987 della Valtellina e delle valli qui vicine anche per trarre, dalle dure lezioni della storia, gli insegnamenti e le spinte per migliorarci e rendere più forte la nostra comunità, quella nazionale e quelle locali. 

     

    Voi avete sperimentato, e avete da rivendicare con orgoglio il merito perché lo avete dimostrato, che questo percorso è possibile». Questa la conclusione dell’articolato intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, salutato con un prolungato applauso liberatorio dalla commozione suscitata dal luogo, dalla memoria di “Valtellina 1987”, dalla presenza di tantissimi testimoni che non hanno voluto mancare alla cerimonia fortemente sostenuta dal Prefetto di Sondrio Mario Scalia, per il trentennale dell’alluvione che colpì duramente la valle unitamente a lembi di Val Brembana, Valcamonica, Alto Lario e confinante Canton Grigioni.

    Indimenticata quella tragedia che contò 53 vittime e ingentissimi danni: al consuntivo d’oggi, scrivono gli esperti, si sommano in 4.000 miliardi delle liquidate lire. Ma che rivelò anche una straordinaria pagina di solidarietà: ampio fu il concorso di volontari che dall’emergenza alle settimane successive si riversarono in valle a spalare fango e sassi, bonificare abitazioni e ripristinare servizi essenziali. In trent’anni si sono elaborati i lutti, si sono rimarginate tante ferite nell’animo e nella memoria, si son ripristimarino nate strutture e comunità, non è stata dimenticata quella bella pagina. Che gli alpini, i volontari della Protezione Civile Ana e altre benemerite associazioni, hanno scritto giorno per giorno, turno dopo turno, con un esemplare slancio solidale. Alla cerimonia di Aquilone, luogo simbolo di Valdisotto per la tragedia di ieri e la memoria di oggi c’era tanta gente e tra la gente tanti cappelli alpini.

    «Tornando alla memoria dell’alluvione dell’87 è giusto sottolineare come la gestione dell’emergenza in Valtellina e negli altri territori contribuì anche a consolidare la Protezione Civile italiana, a far crescere la sua esperienza e a farla diventare più adulta, dimostrando la fondamentale importanza che essa riveste per un Paese moderno e civile, ancor più per il nostro Paese che molteplici ragioni, non ultime quelle geofisiche, rendono più fragile di altri ed esposto ad eventi calamitosi», ha ribadito il Capo dello Stato. Dal sommario conteggio operato nella sala operativa allestita di Sondrio nel pieno dell’emergenza del luglio ’87, nel caos delle comunicazioni viarie interrotte e ancor peggio di quelle telefoniche precarie, emergono alcuni dati emblematici: Sezioni Ana prontamente intervenute 46, giornate di lavoro effettuate 13.022. Allora fu l’indimenticato Presidente nazionale Leonardo Caprioli a stimolare lo slancio solidale Ana; ad Aquilone il Presidente della Repubblica ne ha ribadito il valore e rinnovato la gratitudine corale del Paese.

    Gratitudine simbolicamente espressa dalle dodici targhe consegnate da S.E. il Prefetto di Sondrio ai massimi rappresentanti delle Forze dell’Ordine e degli Organismi di Stato davanti alla composta e operosa gente valtellinese e delle provincie vicine. Con Regione Lombardia, Stato Maggiore della Difesa, Esercito, Arma dei Carabinieri, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Esercito, Croce Rossa e l’indimenticato onorevole Giuseppe Zamberletti, allora Ministro alla Protezione Civile poi avvicendato da Remo Gaspari, è stata assegnataria del riconoscimento anche l’Ana, la grande famiglia alpina. Il Presidente nazionale Sebastiano Favero ha ricevuto la targa affrettandosi a riconoscerne i meriti dei tanti, silenziosi e infaticabili alpini che ieri come oggi si mobilitano, seguendo i dettati del cuore più che quelli statutari, in modo coordinato e coeso, sui tanti fronti delle emergenze ricorrenti che possono aprirsi nel Paese.

    A condividere la soddisfazione per questo significativo riconoscimento i Consiglieri nazionali Giorgio Sonzogni e Mario Rumo, unitamente alle rappresentanze delle Sezioni di Asti, Bassano del Grappa, Bergamo, Brescia, Casale Monferrato, Como, Genova, Monza, Salò, Trento, Udine, Valcamonica, Valtellinese e Varese alle quali il prefetto ha consegnato l’attestato di benemerenza. Per tutte le altre 32 Sezioni presenti con i loro volontari nel 1987 gli attestati sono stati affidati al Presidente della Valtellinese Gianfranco Giambelli che li consegnerà ai destinatari. Motivo d’orgoglio e soddisfazione anche per la targa ritirata dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Danilo Errico a rappresentare l’Esercito che in quelle fatidiche settimane dell’alluvione operò senza risparmio. In particolare con gli interventi degli elicotteri in delicate operazioni di salvataggio nei paesi isolati degli eventi catastrofici e con reparti delle Truppe Alpine in altrettante numerose operazioni di ripristino viabilità, allestimenti mense e tendopoli, per conforto agli sfollati con concreti aiuti.

    Toccanti le testimonianze raccolte allora: alpini di leva perfettamente formati e disciplinati alla bisogna di quell’emergenza; almeno in 750 i cuori palpitanti e le forti braccia che tempestivamente hanno raggiunto la Valtellina distribuendosi sui vari siti ove le criticità erano impellenti. Erano i bocia dei battaglioni Bassano, Morbegno, Tirano e del Gam Bergamo. Piace pensare che quella scuola di vita che è stata per loro l’esperienza solidale sbocciata in “Valtellina 1987” possa essere maturata poi nelle file della nostra Associazione. Non è da escludersi che trent’anni dopo tanti “quasi veci” soci Ana possano riconoscersi in quei bocia che la naja aveva fatto accorrere in valle. Anche a tutti loro va l’incondizionato grazie dei valtellinesi.

    Marino Amonini
    marino.amonini@gmail.com