Semplicemente straordinari

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    Dieci anni orsono mi sono trasferito dalla mia città natale di Bologna alla sottofrazione La Maina, a Borsoi d’Alpago, un piccolo paese di 180 abitanti in provincia di Belluno. Avvicinato dai miei nuovi amici, sono socio aggregato del locale Gruppo. Gli alpini amministrano l’unico punto di ritrovo del paese, che noi chiamiamo semplicemente “La Sede”, si impegnano nelle “solite” iniziative di volontariato e Protezione Civile e riescono a dar fiato a trombe e quant’altro è neces sario per far marciare la famosa fanfara alpina di Borsoi, nota in tutta la regione e certo al di fuori. Niente male, converrà, per un paese così piccolo.

     

    Bene: quest’anno devo dire che gli amici alpini hanno veramente fatto quel passo in più che vorrei far conoscere a tutti i suoi lettori. Ho comprato cinquanta quintali di legna da ardere che gli alpini tagliano e rivendono per sostenere le loro attività. Mi sono allora ritrovato il cortile intasato dalla montagna di combustibile prezioso, viste le temperature invernali quassù nel vecchio caseificio della Maina dove vivo. Essendo l’unico abitante della frazione (deserta) mi vedevo in netta difficoltà ad immagazzinare “le legne”, anche perché ho una certa età e problemi all’anca e alla schiena. Ma niente paura: lo scorso sabato in soccorso del “professor Mat” (così mi chiamano per via del posto dove sono andato ad abitare che è un po’ selvatico) è arrivato un manipolo di otto alpini e nel giro di poche ore non solo mi hanno sistemato la legna, ma hanno anche riordinato l’intera corte che ora sembra un posto civile. Poi, al momento giusto, sono spuntati tavoli, griglia e vettovaglie e la cosa è finita… all’alpina: polenta, salsicce, costine e fagioli e… ombre. La cosa per me forse più bella è stato constatare come l’efficienza e lo sforzo siano stati prodotti con una dose di allegria e convivialità spontanea e genuina che ha veramente fatto bene all’anima. Bravi alpini: è bello vedervi lavorare assieme perché… siete forti!

    Cesare Poppi Tambre (Belluno)

    Caro professor Mat (matto per i veneti, di matematica per tutti gli altri!), c’è un entusiasmo contagioso in quello che scrivi. Ce l’hai dentro di tuo, probabilmente, ma di certo a tenerlo vivo ci pensano gli alpini. Io ne conosco molti di quelle parti e condivido il tuo sentire con un solo aggettivo: straordinari.