Per la missione di pace in Bosnia medaglia di Bronzo al 3 Alpini

    0
    103

    Al Valore dell’Esercito: va ad aggiungersi alle altre nove che fregiano la Bandiera del reggimento

    La giornata è bellissima; la temperatura eccezionalmente elevata: 18 gradi, un primato per gennaio; il Monviso, splendido contro l’azzurro del cielo, domina Pinerolo. Sembra quasi che la natura abbia voluto favorire la cerimonia di conferimento della Medaglia di Bronzo al Valor dell’Esercito al 3º Alpini. Quel 3º Alpini che la canzone vuole sulla via, Monte Nero a conquistar . Ma non si è trattato di un fatto d’arme; il reggimento, e per esso il battaglione Susa, si è distinto in opere umanitarie in terra di Bosnia.

    Il nostro Soldato, con e senza penna, oggi si adopera per assicurare la pace a popoli seviziati dalla dittatura o devastati dalla furia degli elementi. L’onorificienza, che si va ad aggiungere alle altre nove che già fregiano il Vessillo, è stata guadagnata dal reggimento nel 1997 per aver saputo imporre alle opposte fazioni le ragioni della giustizia e del reciproco rispetto… e aver garantito il dispositivo di protezione in occasione della visita del Santo Padre in Sarajevo, sapendo brillantemente confrontarsi con i grandi momenti di tensione determinati dallo storico evento . E perché Gli alpini del 3º contribuirono in misura determinante a ripristinare condizioni di convivenza pacifica in una terra tragicamente martoriata dalla guerra . Un merito già attestato dalla Croce d’Oro dell’Esercito concessa al reggimento per la missione o­nU in Mozambico nel 1994.

    Vale la pena di ricordare che questa Bandiera di guerra l’8 settembre 1943 si trovava proprio a poca distanza dalla zona presidiata sessant’anni dopo: a Niksic, Montenegro. In quei tragici momenti il maresciallo Stefano Celerino, del Comando di reggimento, tagliò il drappo in più parti e ne affidò i lembi ai colleghi Arrigoni, Cappa e Saccaino. La freccia e l’asta furono sotterrati. I sottufficiali, deportati in Germania, riuscirono a salvare i preziosi pezzi. Finita la guerra la Bandiera fu parzialmente ricomposta e consegnata al Vittoriano (da I reggimenti delle Truppe alpine , di Mario Rizza).

    La cerimonia ha avuto inizio con il cambio del comandante del battaglione Susa: il ten. col. Massimo Biagini è subentrato al ten. col. Armando Lucia. Indi il momento più atteso: l’apposizione della medaglia da parte del comandante delle Truppe alpine, generale Iob cui è toccato questo raro o­nore, una volta prerogativa di re; madrina la signora Maria Pia Faldella, figlia del generale Faldella di cui è ben conosciuta la ponderosa Storia degli Alpini , autentico vangelo degli alpini in armi e in congedo. Gli o­nori erano resi dalle Bandiere del 2º alpini, del 9º alpini, del 32º guastatori e dallo Stendardo di Nizza cavalleria (1º).

    Presenti, oltre al nostro Labaro, quelli di altre associazioni d’Arma, i vessilli di 13 sezioni e un nutrito gruppo di gagliardetti, nonché i gonfaloni della Regione, della Provincia di Torino e dei comuni di Pinerolo, di Susa, di Exilles e di Ulzio.
    Alla presenza delle più alte autorità militari, civili e religiose, dopo l’appagante discorso del sindaco Barbero e quello del comandante del reggimento, colonnello Dario Ranieri, il generale Iob ha detto: Mi rivolgo a voi, alpini, e vi dico bentornati. Bentornato 3º e bentornato Susa. Un pensiero vada al caporal maggiore Bruno, caduto in Afghanistan nell’adempimento del compito affidatogli e ai suoi familiari; ringrazio il padre che ha voluto essere presente a questa cerimonia.

    Un augurio al caporal maggiore Lettieri, coinvolto nello stesso incidente, che ora, lentamente, sta avviandosi alla guarigione. La sospensione della leva è stata una scelta della Nazione attraverso il Parlamento; è stata una scelta legittima e giustificata che ha avuto ripercussioni sull’organizzazione delle Forze armate; una sfida che coinvolge anche gli alpini, ma è una sfida che vinceremo. Siamo sulla buona strada: il 3º Alpini ne è la conferma . Poi ha soggiunto: Andate ogni volta che potete in montagna: essa è una severa maestra di vita, una palestra per rafforzare la mente e il fisico, una scuola per aumentare la coesione dei reparti .

    Alle undici circa il generale appunta la medaglia. Quasi nello stesso istante, 3.000 chilometri a est, in Iraq, il Maresciallo Simone Cola, del 1º Reparto elicotteri, cade falciato dalla raffica di un guerrigliero. Un ulteriore, doloroso tributo pagato per il bene dell’Umanità.