Leva, scuola di vita

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    Ho letto la lettera di Stefano Peroncini (n° 7 di luglio) e mi ha fatto molto piacere quanto si propone, con l’approvazione del direttore. Ho fatto il servizio militare negli anni 1952-53 e nonostante le guerre siano ormai abolite, ritengo che il servizio di leva obbligatorio sia sempre utile e valido, non più i 18 mesi di un tempo ma ridotti a 10-12 mesi.

    Il servizio militare è sempre stato una seconda scuola oltre all’istruzione, in particolare per l’obbedienza ed il rispetto verso i superiori e l’amicizia tra tutti. Posso segnalare che alla mia prima Adunata nazionale a Cortina d’Ampezzo nel settembre 1953, ho ritrovato un alpino di Firenze, ora “andato avanti”, con il quale è proseguita l’amicizia tanto che, lui e un altro di Serravalle Sesia, sono venuti con il cappello in testa a fare da testimoni al mio matrimonio nel Veneto, dopo ben otto anni. Il servizio militare di leva è sempre servito e dovrebbe essere ripristinato, come ben scrive il direttore, per sentire la responsabilità della vita del Paese, con il ricordo sempre vivo del tempo passato. Non penso che si tratti di risparmio per lo Stato, ma è solo la volontà di alcuni malpensanti che ha provocato l’abolizione della leva, come la cessione dei territori molto italiani di Fiume e Pola, i cui alpini esiliati partecipano alle Adunate non come stranieri, ma italiani purosangue.

    Mario Boglietti – Biella

    La leva obbligatoria non è stata abolita, ma sospesa. Non credo torneremo ad averla, ma nell’aria è ormai maturo il tempo per considerare la prospettiva del servizio civile per quanti lo desiderino. E tra questi anche una fetta destinata alle Truppe alpine. Un progetto che sta camminando e che apre a qualche speranza.