Credere nel futuro

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    Caro direttore, ti ringrazio per l’attenzione riservata sul numero di agosto/settembre al tema della “coerenza alpina”. Mi sembra doveroso farti una precisazione. La tua risposta, in verità, è andata oltre le mie attese.

    Non era nelle mie intenzioni infatti chiedere a te, don Bruno, di indicare il nostro futuro associativo. So bene che la madre di tutte le decisioni scaturirà dalla sintesi di pensiero del popolo alpino, che il CDN valuterà insieme con il nostro presidente. Commentare le lettere che ricevi è di certo un’impresa difficile. Anche chi dovrà delineare il futuro avrà un compito difficile e rischioso. Penso che L’Alpino possa continuare ad essere anche su questa materia prezioso portavoce del buon senso, della logica, della speranza che qualcuno proseguirà sulla nostra strada. Noi non siamo gli ultimi frazionisti in una gara di staffetta. Davanti abbiamo qualcuno che aspetta il testimone. Sta a noi, finita la nostra corsa, avere la determinazione di passarglielo. La gentile maestra di Casumaro, visto il lavoro degli alpini a Fossa, ci vede come il “braccio attivo di Dio”. Definizione impegnativa nella sua semplicità. Fatti salvi i principi che ci vengono dalla nostra storia, possiamo credere nel futuro, anche se ci sarà qualcosa da adeguare. PS. Con il nostro presidente Favero ho il piacere di essere doppiamente fratello di penna. Siamo stati insieme alla SMALP (nella foto pubblicata sul numero di giugno c’ero anch’io – il terzo da destra -, orgoglioso del mio plotone mortaisti) e di tanto in tanto ci sentiamo. Mi piacerebbe che venisse a conoscenza di questo chiarimento. Grazie.

    Ermanno Germanetti, Gruppo di Tollegno, sezione di Biella

    Le mie erano considerazioni un po’ paradossali davanti ai tuoi apprezzamenti altrettanto paradossali. È chiaro, da uomo intelligente quale sei, che è solo la passione del cuore vigilante sul domani che ci farà trovare le strade per affrontare il futuro.