A Monaco di Baviera

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    Sono stato tre giorni a Monaco di Baviera e ho notato in circolazione pochissime automobili italiane, constatato che il milione e trecentomila abitanti hanno un reddito pro capite di circa 2.400 euro mensili. C’è pulizia, senso civico nel parcheggiare e usare i mezzi pubblici, amore per il verde, integrazione degli stranieri, già al 20 della popolazione, tale da consentire la formazione di una comunità monacense multietnica. L’urbanistica, poi, ha seguito criteri sensati e moderni rispettosi del paesaggio e del contesto urbano. Nel paragone con il nostro biellese e molte città italiane è doveroso dire che siamo rimasti indietro. Urge una nuova coscienza etica e pratica, a partire da ciascuno di noi, che obblighi amministratori e istituzioni a operare e legiferare meglio che in passato.

    Aldo Fappani Valle Mosso Biella

    Tutto quello che dici è vero. La crescita, soprattutto urbanistica, del dopoguerra è quanto di più caotico si potesse realizzare. Non siamo più in grado di tracciare nuove autostrade, linee ferroviarie moderne e costruire aeroporti. Spendiamo cifre da capogiro per realizzare le infrastrutture necessarie a tamponare le falle provocate dalla mancanza di piani regolatori lungimiranti. Per certi versi siamo un popolo irrecuperabile al rispetto di criteri e norme di sviluppo moderni. Eppure, dopo aver viaggiato per l’Europa, mi sento di difendere la nostra crescita all’italiana, unica possibile dove, purtroppo, lo stato non è, neanche lontanamente, strutturato come in Germania, Francia ed Inghilterra. Nonostante tutte le nostre inefficienze, manchevolezze da parte di chi si è assunto la responsabilità di governare, furbizie di noi cittadini, e qui mi fermo, abbiamo raggiunto un livello di vita decisamente alto e per certi versi invidiato perfino dai paesi citati come esempi. Concordo sulla necessità di una nuova coscienza per non naufragare nei deleteri meccanismi di potere dei paesi del Terzo Mondo.