Tra ricordi e speranze

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    Due stupende giornate hanno accolto quanti sono saliti sul Pasubio per rendere omaggio a coloro che morirono lassù nella Prima guerra mondiale. Sabato la cerimonia ha avuto due nuovi momenti, il lancio di cinque paracadutisti, e l’inaugurazione del cippo che i parà alpini, i mitici mai strac, hanno dedicato al 4º reggimento alpini. Ma lo hanno dedicato anche agli alpini del 4º che combatterono sul Pasubio, con i battaglioni Aosta, Val Toce, Monte Cervino e Monte Levanna.

    Erano presenti il gonfalone di Schio e il vessillo della Sezione di Vicenza “Monte Pasubio”, scortato dal vicepresidente vicario Renzo Carollo, dal consigliere nazionale Enzo Paolo Simonelli e dal generale Biagini, vicecomandante delle Truppe Alpine. Sono seguite le cerimonie dell’alzabandiera e dell’onore ai Caduti. Quindi lo scoprimento del cippo, fortemente voluto dai reduci dei reparti dei paracadutisti alpini, aggregati a loro tempo alle varie brigate alpine, ora invece raggruppati nel 4º reggimento ranger che hanno vinto una battaglia di oltre un anno contro la burocrazia per arrivare a questa semplice cerimonia.

    Tra i presenti il col. Igor Panebianco, comandante del 4º reggimento ranger, e il presidente degli alpini paracadutisti Rocco Ruscio. Alla fine, una lunga fila è salita verso i Denti, italiano e austriaco. È stato reso omaggio ai Caduti proprio nei luoghi dove più sanguinosa si scatenò la battaglia. Una novità anche alla cerimonia di domenica mattina al sacrario sul Colle Bellavista: Vittoria Marzola, di Ferrara, ha fatto omaggio alla Fondazione 3 Novembre del cappello alpino del nonno, Egidio Ferrari reduce del Pasubio, che il presidente Gianni Periz ha destinato al museo della Terza armata.

    La giornata è stata scandita dal consueto cerimoniale curato da Romeo Zigliotto: il saluto alla bandiera, gli onori ai Caduti con la corona deposta all’interno della cripta, il Silenzio eseguito dalla fanfara storica: un vento leggero ha portato le note in alto, verso il Pasubio e i luoghi dove caddero gli oltre 5mila giovani custoditi nel sacrario. Sono seguiti i saluti. Carlo Bettanin, sindaco di Valli, ha detto che è importante tenere viva la memoria in una montagna frequentata in pellegrinaggio da persone che arrivano da tanti stati. Andrea Nardin, presidente della Provincia, ha invitato a leggere nel modo migliore i nomi dei Caduti sulle lapidi, per ricordare il sacrificio di chi è caduto per la Patria. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale, ha ringraziato Ana e Fondazione impegnate ad organizzare il pellegrinaggio.

    Il col. Lamacchia, vicecomandante della Taurinense, ha portato il saluto del gen. Gamba, comandante delle Truppe Alpine, e ha ricordato il luogotenente Francesco Marchesani, andato avanti, appassionato di storia militare e in particolare delle imprese del battaglione Aosta sul Pasubio. «Sul Pasubio ricarichiamo i nostri valori e ideali – ha detto il vicepresidente vicario sezionale Renzo Carollo – fin che ci saranno gli alpini ci sarà l’Italia». Enzo Paolo Simonelli, consigliere nazionale, ha fatto il confronto fra i ragazzi che Un momento della cerimonia al Colle Bellavista vanno in giro ad imbrattare e quelli che frequentano i campi scuola: «Quelli che li frequentano sono da ammirare, spero che siano la gioventù di domani».

    Il vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto ha celebrato la Messa, accompagnata dal coro Sojo rosso. «Provo qui il dolore per tutti i morti in guerra e ho uno sguardo di speranza che ci proviene dal Signore per questa condizione di pace che stiamo vivendo nel nostro territorio. E ringrazio gli alpini che tengono viva la memoria di chi è morto per noi». Il vicepresidente sezionale Giorgio Meneghello ha letto la Preghiera dell’alpino, suggellata dalle note di Signore delle cime diffuse dalla fanfara storica.

    Dino Biesuz