Un successo condiviso

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    Il 2023 è stato l’anno della maturità e delle conferme per i Campi scuola nazionali dell’Ana per ragazzi e ragazze tra 16 e 25 anni. Maturità perché ha potuto godere appieno delle esperienze dei primi anni, considerabili quasi sperimentali (anche se già nel 2022 l’operatività è stata eccellente); conferme perché numeri e risultati hanno confortato la scelta di dare vita a questa esperienza che mira ad avvicinare i giovani al nostro mondo formando al tempo stesso una base importante per l’ingresso nelle file di Protezione civile e Truppe Alpine (opzione desiderata da una percentuale significativa di partecipanti).

    Sono stati circa settecento i ragazzi che hanno preso parte ai Campi 2023, suddivisi nelle undici esperienze sviluppate dalle Sezioni di riferimento tra luglio e settembre a Camposilvano (Verona), Feltre (Belluno), L’Aquila, Tramonti di Sopra (Pordenone), Bedonia (Parma), Paluzza (Udine), Bassano del Grappa (Vicenza), Courmayeur e Almenno San Salvatore (località aostana e bergamasca in cui si sono svolti due campi gestiti da Bergamo), Roverè della Luna (Trento) e Vinadio (Cuneo).

    Le Sezioni, anche se esordienti, si sono impegnate (riuscendoci perfettamente) a proporre ai giovani programmi intensi, che hanno coinvolto tutti in ogni minuto delle due settimane in cui si sono svolti i campi. Dalle relazioni trasmesse alla nostra redazione traspare una soddisfazione più che legittima per i risultati ottenuti e si registra (lo testimoniano anche le interviste fatte dal nostro Tg) un indice di gradimento da parte dei ragazzi davvero altissimo, tanto che non sono pochi quanti erano alla seconda o terza esperienza. Elencare quel che è stato fatto è praticamente impossibile (sia per ragioni di spazio, sia perché, ovviamente, i programmi erano impostati su “scalette” dai contenuti simili, tesi al conseguimento dei medesimi obiettivi).

    Come è impossibile stilare elenchi di nomi di quanti i campi hanno diretto o vi ci sono impegnati come istruttori o “comandanti” di compagnia: sono oltre cento volontari alpini a cui si sono affiancati operatori di Protezione civile, Truppe Alpine e Forze dell’ordine, con un notevole impiego di mezzi, specie per quanto riguarda l’impegno antincendi boschivi, soccorso sanitario, comunicazioni, corsi di arrampicata, nuclei cinofili, droni, ecc. Grande successo hanno raccolto le attività escursionistiche, svolte in località alpine e appenniniche molto suggestive e significative per la storia alpina: basti citare, come esempi tra i tanti, il Pal Piccolo e il Pal Grande, Cima Grappa, Monte Tomba, Timau, Pozze Smeraldine, Tramonti, rifugio Contrin, trincee del Nagià- Grom, Monte Chetif, Mont Frety, ecc. Non sono mancate uscite impegnative (anche di 30 km o 13 ore) con passaggi su ferrate, come quella al rifugio Monzino, e con entusiasmo sono state accolte proposte come le escursioni notturne.

    Non meno stimolanti le esperienze sulle palestre di roccia, sia naturali, sia artificiali, che si sono avvalse della preziosa esperienza di istruttori delle Truppe Alpine e del Cai, come pure quelle di “orienteering”, sia in centri urbani sia in montagna, seguite a quelle di cartografia (vera e propria novità per chi si affida abitualmente ai percorsi suggeriti dalle mappe degli smartphone). Su tutto, però, hanno prevalso le esperienze di vita comunitaria e la scoperta del lavoro in equipe e della condivisione: per montare le tende, per la pulizia delle mense e, per chi ha dormito in strutture come le ex caserme, delle camerate, per aiutare amici e amiche in difficoltà in montagna. E tutto lasciando in una scatola per l’intera giornata lo smartphone che, alla fine, non si è rivelato poi così irrinunciabile.

    Obiettivo centrato, dunque, quello dichiarato di “mettere il noi prima dell’io”: bilancio più che positivo, che ha fornito spunti di valutazione interessanti, come, ad esempio, il fatto che la maggior parte dei 700 partecipanti fosse al di sotto dei vent’anni; dato che però può essere letto anche in chiave positiva, perché nella fase “pre-maturità” è più probabile influenzare le scelte dei ragazzi, i quali in genere poi sono già in fase universitaria o lavorativa.

    Successo che è stato sottolineato anche da presenze istituzionali come quella del ministro per i Rapporti col parlamento, Ciriani, che ha visitato, col collega on. Loperfido della Commissione Difesa della Camera un campo in occasione della chiusura, a Piancavallo; o come quelle del presidente nazionale, Sebastiano Favero, in più occasioni accompagnato anche dal comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Ignazio Gamba. Il bilancio completo sarà preparato presto dalla commissione Campi scuola, che fa riferimento al vicepresidente nazionale Carlo Balestra, è presieduta dal consigliere Luigi Lecchi e ha potuto avvalersi della collaborazione, preziosa per l’esperienza, di Lino Rizzi e Salvatore Gismondo. Ma, sin d’ora, possiamo dire che è un bilancio positivo, che ci sprona, introducendo sempre migliorie, a proseguire su questa strada.

    Massimo Cortesi