Siamo ancora apartitici?

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    Mi sta capitando una cosa che sino a poco tempo fa avrei ritenuto impossibile: provo disagio ad indossare il mio cappello alpino. In tanti servizi televisivi inerenti comizi o attività di partito vedo troppi cappelli alpini. Non è più la rara eccezione di un idiota che non sa leggere lo Statuto dell’Ana dove si definisce “apartitica” (è ancora così?) ed allora credo sia opportuno essere chiari: chi viola lo Statuto usando questo simbolo in una qualsiasi manifestazione partitica è automaticamente fuori dall’Ana e questo dovrebbe essere scritto in una breve nota riportata ogni mese sulla prima pagina della rivista L’Alpino. La chiarezza e la coerenza sono le differenze che rendono “apartitici” veramente.

    Gillio Bernardino, Sezione Torino

    Caro Gillio, portalo il cappello, senza se e senza ma, perché la tua onestà intellettuale e la tua coerenza, dicono che sotto di esso c’è un alpino vero. Il momento storico che stiamo attraversando è particolare e vede i cittadini, partiticamente parlando, trasformarsi spesso in tifosi più che in pensatori composti e responsabili. Il che non vuol dire non avere la libertà di votare chi meglio si crede, ma evitare di coinvolgere l’Ana, compromettendo la sua autonomia, che da un secolo le ha consentito di restare unita evitando spaccature e contrapposizioni ideologiche.