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Per il 40° della loro sezione, gli alpini di Ottawa hanno fatto le cose in grande, con una cerimonia ufficializzata dalla presenza del consigliere nazionale Ferruccio Minelli, delegato ANA per i contatti con le sezioni all’estero, il console dell’ambasciata italiana a Ottawa Giovanni De Vita con il generale Orazio Rizzi, già addetto militare e il coordinatore delle sezioni del Nord America Gino Vatri.

Giorgio Balossini ci ha lasciati. Aveva 75 anni ed era malato da tempo. Dal 2000, per dieci anni, è stato capo del Servizio d’Ordine nazionale dell’ANA, del quale faceva parte da 40 anni. Proprio per esprimergli la riconoscenza per la sua dedizione e il suo instancabile operato era stato premiato in occasione dell’Adunata di Bergamo dal presidente nazionale Corrado Perona e dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione.

Una breve cerimonia nelle caserme di San Candido e Aosta ha chiuso l’edizione 2012 di “Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane”, il progetto che ha coinvolto 78 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 26 anni, provenienti da 15 regioni d’Italia.

FUGA SUL KENIA

Gennaio 1943, capo di concentramento inglese numero 354 nei pressi di Nanyuki, in Kenia. Tre prigionieri di guerra italiani, tra cui l'autore, evadono dal campo per salire in vetta al monte Kenia, con un'impresa che diventerà simbolo di libertà e dignità umana. Guadagnata la cima, vi piantano il tricolore, scendono e si ripresentano al campo. Di questa avventura romantica e coraggiosa parlerà il “Time” di Londra.

ON TOP DONNE IN MONTAGNA

Il primo libro completo e avvincente sulla storia dell'alpinismo femminile, dalle prime salite “per signore” nel sedicesimo secolo, fino alla competizione per la conquista di tutti i quattordici “Ottomila”.

FIAMME VERDI

Le Fiamme Verdi costituivano, con quattro reparti, una parte considerevole delle truppe d’assalto italiano durante il primo conflitto mondiale. La storia dettagliata, attraverso documentazione inedita, di ogni singolo reparto affiancata dalle imprese belliche a cui presero parte.

OLTRE LE MONTAGNE

Il diario del servizio militare del ten. Mario Riolfatti, 84° corso AUC: ricordi, fatti, amicizie di un periodo della gioventù durante il quale sono sbocciati quei valori che plasmano il carattere e segnano in positivo la vita di una persona.

Questo volume, tutto a colori con belle fotografie, è una raccolta di memorie, foto e documenti dell’ultimo decennio di attività degli alpini abbiatensi, con lo scopo di tramandare tradizioni e ricordi.

Il ritratto di un uomo e di un alpino di grande spessore e uno spaccato della vita della sezione Abruzzi.

L’ultima condanna a morte in Italia avvenne il 4 marzo 1947, con la fucilazione alla schiena di tre dei quattro autori di una strage in val di Susa: avevano trucidato dieci persone e ne avevano gettato i corpi in una cisterna. All’Assemblea Costituente era in corso il dibattito proprio sull’abolizione della pena di morte, che era stata mantenuta anche dopo la caduta della monarchia. Il capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, pur essendo un convinto abolizionista, negò tuttavia la grazia e la sentenza venne quindi eseguita. La pena capitale cessò di esistere nel nostro codice penale con l’entrata in vigore della Costituzione, il 1° gennaio 1948.

Sono stato richiamato ad un comportamento più corretto per aver partecipato all’ammainabandiera in ciabatte. Questo è successo a Finale Emilia al termine di una giornata di lavoro come volontario P.C. ANA. A 68 anni sinceramente la cosa non mi ha fatto piacere.

Le donne degli alpini: come definirle fuori dalla retorica? Sì, perché è passato un secolo e mezzo da quando Giuseppe Mazzini le definì “L’Angelo della Famiglia” e da allora la storia ha fatto passi da gigante. Loro, le donne, sono passate da eroine risorgimentali a coraggiose portatrici nella Grande Guerra, da staffette partigiane nel secondo conflitto mondiale a madri, sorelle e spose di alpini che in tempo di pace hanno continuato a portare la penna nera come un distintivo d’onore mai sbiadito. Oggi alcune di loro portano la penna sul cappello in caserma. Nell’ANA le donne sono presenza attiva, non solo nella Protezione Civile, ma anche nella vita quotidiana del Gruppo.

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