CANADA – Ottawa: il 40° della Sezione

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    Per il 40° della loro sezione, gli alpini di Ottawa hanno fatto le cose in grande, con una cerimonia ufficializzata dalla presenza del consigliere nazionale Ferruccio Minelli, delegato ANA per i contatti con le sezioni all’estero, il console dell’ambasciata italiana a Ottawa Giovanni De Vita con il generale Orazio Rizzi, già addetto militare e il coordinatore delle sezioni del Nord America Gino Vatri.

     

    La sezione venne fondata nel 1972 da Romano Battel e da allora non ha certo perso lo smalto. Certo, quelli di quarant’anni fa erano ancora tempi in cui tanti emigrati dall’Italia stavano cominciando quella che è stata chiamata “la seconda naja”, ma all’estero, gettando comunque le basi per una vita nuova e una famiglia, un lavoro.

    Oggi i tempi sono cambiati: all’estero ci sono più figli e soprattutto nipoti che emigrati, ma basta far loro visita per renderci conto che lo spirito alpino è rimasto intatto, ed è stato trasmesso alle giovani generazioni. Lo ha confermato lo stesso consigliere Minelli, parlando nel corso dell’incontro conviviale avvenuto al St. Antony Soccer Club: “Gli alpini all’estero sono degli associati importantissimi.

    Baluardi per tramandare i nostri valori oltre i confini nazionali, e promuovere l’italianità a livello internazionale”. E poi: “Lo spirito e l’attaccamento al cappello e alla bandiera ti riempiono di gioia – ha affermato Minelli – Gli alpini emigrati cinquant’anni fa si sentono ancora legati alle proprie origini e ai valori alpini, con il desiderio di tramandare questo patrimonio alle generazioni future”.

    Minelli non si è nascosto gli interrogativi in sospeso, visto che il numero degli alpini all’estero si affievolisce di anno in anno non fosse altro che per questioni anagrafiche. Mentre, nel contempo, crescono gli amici degli alpini e i famigliari che partecipano alle manifestazioni. Quale dunque il futuro degli alpini all’estero? “Stiamo studiando soluzioni, dando più spazio ai parenti e agli amici degli alpini, che condividono il nostro spirito e i nostri valori – ha spiegato Minelli – Dobbiamo trovare una formula che non contrasti con il nostro Statuto.

    In questi anni abbiamo fatto un passo notevole: gli amici degli alpini sono diventati soci aggregati, che possono svolgere degli incarichi all’interno della Sezione anche se non possono assumere alcuna carica, come ad esempio fare il capogruppo. E poi eroghiamo da molti anni borse di studio ai figli degli alpini, proprio nello spirito di una politica di aggregazione”.

    Una parentesi dedicata alla memoria dei Caduti si è avuta alla benedizione del monumento ai Caduti alpini da parte del cappellano padre Domenico Fiore seguita dalla Preghiera dell’Alpino letta da Gino Vatri. Al pranzo il presidente Boselli ha rivolto un saluto ai numerosi convenuti, in special modo a Gino Vatri e al console De Vita, al presidente degli alpini di Montreal Ferdinando Bisinella e al capogruppo di Toronto Danilo Cal. Numerosi gli interventi e gli scambi di doni in un clima fraterno.

    “Il consiglio nazionale non vi abbandona – ha concluso Minelli prima del commiato – continuate a trasmettere i valori alpini”. Nel suo viaggio in Canada, Minelli ha visitato anche gli alpini di Toronto, gli alpini del gruppo di Mississauga, quelli di Hamilton e di Montreal. Ovunque ha avuto la stessa impressione: gli alpini all’estero hanno l’Italia nel cuore e chiunque rimanga con loro anche solo per poche ore, riceve molto di più di quello che può dare.