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Le valli e le vette che fanno da corona al Monte Grappa e che quasi cent’anni fa videro i soldati italiani fermare l’avanzata austro-ungarica dopo la rotta di Caporetto, sono state lo scenario dell’annuale operazione di recupero delle testimonianze della Grande Guerra, organizzata dai bocia della Sezione di Brescia. Una quarantina di alpini con mezzi, tende e attrezzature, ha raggiunto Casara Andreon, già comando del 38º Gruppo obici pesanti campali durante la Grande Guerra e ora campo base per i volontari impegnati nel ripristino delle innumerevoli postazioni belliche presenti nell’area. 

La festa canadese dei nonni è stata l’occasione per gli alpini del Gruppo Centro di Toronto, capeggiato dal Capogruppo Danilo Cal, di organizzare un ritrovo a cui hanno partecipato 200 nonni e 50 nipoti. Durante il pranzo si sono svolte le premiazioni per il nonno e la nonna più anziani e più giovani: il nonno più anziano è ancora una volta il nostro socio alpino reduce Rinaldo Bartolini, il più giovane Arturo Magnaguagno.

In occasione delle festa delle Forze Armate, nel 44º anniversario della realizzazione del monumento ai Caduti in piazza Lanzino a cura dell’artista Pullano, il comune di Spezzano della Sila ha accolto l’iniziativa promossa dall’alpino Sandro Frattalemi del Gruppo di Cosenza, originario di Enna ma già da anni parte attiva della comunità spezzanese.

L’operazione Maniva è nata per “fare memoria”, missione assunta dall’Ana a tutela del patrimonio storico del nostro Paese, a vantaggio soprattutto delle nuove generazioni. Si tratta del restauro dei manufatti della Grande Guerra nella zona dell’omonimo Passo, in Alta Valle Trompia. L’iniziativa è della Sezione di Brescia, in collaborazione con quella di Salò (sul territorio della quale si trovano alcuni dei siti interessati), a cui hanno aderito direttamente o come patrocinatori, il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Brescia, il Sistema dei Beni culturali e ambientali, la Comunità montana della Valle Trompia, l’Ateneo, la Provincia e la Prefettura di Brescia, il Comitato provinciale di coordinamento per il Centenario della Grande Guerra e i Comuni di Collio, Bovegno e Bagolino.

A un lustro dalla sua morte, il Comune di Trasaghis, il locale gruppo alpini e la Sezione di Gemona hanno ricordato il caporal maggiore capo Luca Sanna. Nato a Oristano nel 1978, si arruolò a vent’anni come volontario in ferma breve. Dal 2004 al 2009 partecipò a numerose missioni all’estero, in particolare nel contingente italiano dislocato a Kabul.

Da molti anni sono amico degli alpini, iscritto al Gruppo di Rubiana, Sezione Val Susa. Le ho già scritto tempo fa segnalando una manifestazione svoltasi al Lingotto di Torino, con la presenza del vostro Presidente, manifestazione che lei gentilmente mi informava che sarebbe stata oggetto di un articolo su L’Alpino. Dopo aver letto l’editoriale di novembre, la cui chiarezza e profondità mi hanno spinto a raccontarle in breve una mia personale esperienza di vita. Nel 1982 sono stato trasferito dalla mia società in Libia e precisamente a Misurata dove ho lavorato come residente per tre anni, con brevi rientri in Italia. 

In occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Gruppo di Longarone si è formalizzato il gemellaggio con il gruppo alpini di Nichelino, Sezione di Torino (nella foto). Un percorso di crescita dei comuni valori alpini e il ricordo della terribile tragedia del 1963, sono alla base dei rapporti di amicizia, solidarietà e fratellanza tra le due realtà; inoltre la sede di un gruppo alpini rappresenta un’oasi di serenità e amicizia per l’intera comunità. La Messa e la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, alla presenza dei gagliardetti di tutta la zona, le note dell’Inno di Mameli, del Piave e del Silenzio hanno reso emozionante la cerimonia. Il taglio del nastro per inaugurare la nuova sede, alla presenza delle autorità locali, ha dato il via alla festa alpina che è proseguita fino a sera. Una giornata carica di emozioni, ricordi e buoni propositi. 

Clandestini e profughi

Volevo esprimere la mia totale condivisione con quanto espresso nell’editoriale del mese di novembre, sono convinto che il nostro Paese e l’Europa intera avrebbero bisogno di una energica sterzata nel senso di quanto evidenziato.

Giampiero Banchio

Il Gruppo Laval, Sezione di Montréal, ringrazia vivamente tutti gli alpini, amici e simpatizzanti, con le rispettive famiglie oltre a tutti gli sponsor per il loro contributo al successo del “San Valentino con gli alpini”, l’appuntamento annuale delle penne nere. Un ringraziamento speciale ai giovani che hanno portato una ventata di freschezza! Durante la serata sono state consegnate quattro borse di studio “Franco Bertagnolli”. Nella foto, da sinistra: Costantino D’Ovidio e il nipote Damiano Ficca. I giovani Cristina Santilli e Vincenzo Gaudio, nipoti di Lamberto Cacchione vice Capogruppo di Laval, al centro. A destra il Capogruppo Italo Spagnuolo. Nella foto manca lo studente Damiano Ficca, nipote dell’alpino Camillo Ficca.

In prima fila i reduci Giuseppe Fornero di Busca, Paolo Merli di Vigevano, Giuseppe Falco di Cuneo, Giuseppe Bertano di Carrù e Leonardo Sassetti di Savona. «Se raccontassimo quello che abbiamo visto non ci credereste… », dice Bertano. «… del mio battaglione eravamo 400, siamo sopravvissuti in 11!». Continua Giuseppe Fornero: «Sono l’unico superstite dei 170 artiglieri del gruppo. 

Valdobbiadene è famosa in tutto il mondo per la produzione del Prosecco ma gode anche di una ricca storia, le cui origini risalgono a 40mila anni fa, quando cominciò ad essere abitato il pianoro protetto dalle montagne Barbaria e Cesen, vicino al fiume Piave. Durante la prima Guerra Mondiale il territorio è bersaglio di pesanti bombardamenti.

Gli alpini del Gruppo “Michele Jacobucci” de L’Aquila, il primo costituitosi in terra d’Abruzzo, si sono ritrovati intorno al monumento dedicato alla memoria del capitano Jacobucci, nel 50º dalla sua scomparsa.

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