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L’ultimo periodo dell’anno, caratterizzato dall’arrivo dell’inverno con freddo e neve, potrebbe giustamente fare supporre che per le “ragazze” e i “ragazzi” della specialità alpinistica della Protezione Civile Ana, sia giunto il momento di riporre “sotto naftalina” corde, imbraghi e moschettoni, in attesa della bella stagione. Niente di più lontano dalla realtà! Il primo fine settimana di dicembre ha rappresentato per gli alpinisti del 1º e del 2º Raggruppamento un impegno importante. L’appuntamento per le squadre del 2º è stato in provincia di Bergamo, in località Onore presso la falesia denominata “Le Corne”, dove è andata in scena l’esercitazione di raggruppamento e le prove di abilitazione per 5 nuovi aspiranti alpinisti. «Nella giornata di sabato hanno partecipato 10 alpinisti e i 5 volontari aspiranti.
Leggo sempre le lettere dei lettori pubblicate su L’Alpino. La maggior parte delle quali sono altamente condivisibili e alcune anche toccano il cuore di noi veci. Qualche volta però ci casca dentro qualche nota stonata come quella del signore di Buriasco che, giustamente, fa l’elogio delle truppe di professionisti condito però con il dispregio di noi che, “sprovveduti”, secondo lui, si lavorava ottusamente solo di Garand e Srcm.
Leggo con assiduità le lettere al direttore e vi trovo sempre spunti di riflessione molto interessanti. Ho letto con molto interesse la discussione sul diritto a portare il cappello alpino. Sembrerebbe che portare questo sia un onore, mentre il berretto che gli organi centrali hanno stabilito per amici ed aggregati sia meno onorevole. Ma non è così.
Alla siccità che durava ormai da mesi si è aggiunto il forte vento e, alla fine di ottobre, sulle montagne della Valsusa, da un focolaio, le fiamme si sono prorogate a dismisura. Una situazione drammatica che ha visto anche gli alpini intervenire con le squadre dell’antincendio boschivo. Solo grazie al massiccio intervento dei canadair, degli elicotteri, dei Vigili del Fuoco e dei volontari, dopo una settimana si è riusciti a domare le fiamme, anche se l’opera di bonifica si è prolungata per parecchi giorni.
Nella mattinata dell’ultimo giorno dell’anno scolastico 2016/2017, presso l’istituito di scuola primaria Enrico Fermi di Polpenazze del Garda, gli alunni della classe 5ª sono stati premiati per il concorso “Il milite… non più ignoto”, dal Presidente della Sezione Romano Micoli, alla presenza del Capogruppo Claudio Mazzacani.
Sette le piazze in Italia - Asti, Firenze, Monza, Piacenza, Pistoia, Pordenone e Verona - che hanno visto protagonisti i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini nella campagna informativa “Io non rischio”. L’iniziativa, giunta al settimo anno, è promossa dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile in tutte le città capoluogo di provincia. “Io non rischio” è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto.
Ancora una volta Valdobbiadene ha ospitato un campionato nazionale Ana, aggiudicandosi l’organizzazione della 41ª edizione della Corsa in montagna a staffetta. La manifestazione è stata fortemente voluta dalla Sezione nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra, allorché il territorio, dopo la disfatta di Caporetto, fu invaso dalle truppe austro-ungariche. Il 1917 fu un anno terribile per gli abitanti di Valdobbiadene, costretti alle ristrettezze e al profugato, tanto che questo periodo viene ricordato come “l’an de la fam” (l’anno della fame) e porta un triste bagaglio di 484 vittime per stenti.
Settantatré anni dopo, Mario e Isidoro si sono ritrovati. Stavolta in tempo di pace, nella serenità della famiglia invece che tra le bombe. I due reduci Mario Capovilla, 95 anni, di Capriana in Val di Fiemme, e Isidoro Carlotto, 98 anni, di Egna, si sono riconosciuti e incontrati la scorsa estate, grazie a un articolo del Doss Trent, periodico di Sezione, in cui il Gruppo di Capriana faceva gli auguri di compleanno al suo alpino più anziano. Nel breve pezzo pubblicato sulla rivista c’era un accenno al periodo bellico in cui Mario Capovilla venne richiamato per prestare servizio di supporto alla contraerea al Pont dei Vodi di Lavis.
Siamo di nuovo con il nostro artigliere alpino del Gruppo Pieve di Cadore, giunto a “metà del campo mobile ed ora s’avvicina la fine”, come scrive alla mamma.
Ho avuto il grande piacere di partecipare alle cerimonie a Linguaglossa e Taormina lo scorso mese di ottobre in quanto iscritto alla Sezione di Padova, Gruppo di Arcella. Sono stati due giorni densi di emozioni sia per la bellezza dei luoghi che per il calore della gente di Sicilia. E poi ho avuto la possibilità di incontrare te, nostro impareggiabile direttore, di stringerti la mano, di ascoltare le tue allocuzioni e la tua omelia durante la Messa a Linguaglossa.
Ho letto con piacere l’editoriale del numero di ottobre, ho conosciuto Bashkim in Italia e poi, quando è ritornato in Albania, ha organizzato un viaggio in cui ho avuto la possibilità di conoscere un paese misconosciuto, descrivendolo con tanto amore e passione che me lo ha fatto apprezzare.
A forza di sentir parlare dei miracoli in termini strabilianti e spettacolari va a finire che ci sfuggono quelli veri che ci passano sotto gli occhi tante volte in un giorno. Fatti straordinari vissuti nell’ordinarietà del quotidiano. Quando entro in casa di Riccardo Cerantola a Cartigliano, comune del vicentino di 3.800 abitanti, i miracoli che si presentano sono almeno due. Il primo è tecnologico. A parte le varie macchine che consentono le funzioni vitali non più autonome, colpisce il computer oculare con il quale il padrone di casa comunica col mondo.