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domenica, 5 Maggio 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto è il capoluogo delle Prealpi Trevigiane, Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo impegno nella Resistenza, nota per la vittoriosa battaglia finale della Prima Guerra Mondiale. È nata nel 1866 dall’unione delle antiche città di Ceneda e Serravalle; al nome Vittorio, in onore del nuovo Re d’Italia, nel 1923 fu accostato il termine “Veneto”.

Rischiose strumentalizzazioni

Chi scrive è un alpino che posta sui social con tanto di cappello alpino poiché non si vergogna di denunciare le tante negligenze o nefandezze di una classe politica troppo distante dal cittadino e dalle sue sempre crescenti necessità. 

Care Poste, vi scrivo…

Ogni mese, puntuali come un orologio svizzero, la redazione e l’ufficio Associati sono subissati di chiamate di soci e abbonati che non ricevono L’Alpino. È un problema annoso che anche l’ultimo presidente del Comitato di direzione del giornale Salvatore Robustini - “andato avanti” per un brutto male a fine dicembre - si era preso a cuore, «per dar contezza da parte di numerosi soci, missive di protesta, geremiadi di un fatto increscioso: l’eccessivo ritardo, in generale, e l’asincronismo della distribuzione, negli ultimi tempi tendente ad aumentare, anche in zone che non si differenziano per Cap e Stradali».

Una merenda solidale

È bastata una email del professor Daniele Mozzoni, docente presso l’Istituto comprensivo Giacomo Ferrari di Parma e nipote di uno stimato socio Ana, a provocare la nostra entusiastica adesione alla “merenda solidale”. Questa iniziativa si ripete ormai da alcuni anni e coinvolge 18 classi per un totale di circa 500 ragazzi. Le terze preparano la merenda di metà mattina per tutti gli altri studenti che in questa occasione non si portano lo spuntino da casa, ma sono invitati ad acquistarlo ai banchetti preparati dagli studenti stessi, promuovendo in questo modo una piccola raccolta fondi da devolvere in solidarietà.

I percorsi della Grande Guerra

La Grande Guerra coinvolse il Regno d’Italia per 1.250 giorni, dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918. In questo lungo periodo la parte nord-orientale del Paese, dai passi alpini tra Lombardia ed Alto Adige fino al Carso isontino, si trasformò in un gigantesco campo di battaglia con al centro il Veneto. Ancora oggi sono numerose le tracce, dalle Dolomiti fino alla foce del Piave passando per il Montello, il Monte Grappa e l’Altopiano di Asiago.

Solidarietà per i terremotati

In data 4 dicembre in occasione della festa di Santa Barbara e della Madonna di Loreto, l’Associazione Arma Aeronautica Sezione di La Spezia dopo aver partecipato ad una Messa in suffragio dei militari Caduti, assieme ad una rappresentanza di alpini del Gruppo Spezia Centro, ha partecipato ad un rancio alpino organizzato dal Gruppo e nel corso del convivio il presidente della Associazione Arma Aeronautica, gen. Sergio Cavanna, ha consegnato al Capogruppo di Spezia Centro la somma di € 750, da devolvere a favore dell’iniziativa presa dalla Sede Nazionale per i terremotati del Centro Italia. 

CalendEsercito 2017

Le innovazioni della Grande Guerra sono il leitmotiv del CalendEsercito 2017. Nei dodici mesi sono infatti messe a confronto le novità tecnologiche che hanno visto un impiego, a volte iniziale a volte in forma implementata, nel periodo 1915/1918 e le loro applicazioni nella società contemporanea. Ad esempio le teleferiche della Grande Guerra, realizzate dal Genio e le attuali seggiovie per turisti e sciatori, oppure l’orologio da polso che sostituì, nel periodo bellico, l’allora popolare “cipolla”. 

GRUPPO SLOVACCHIA – Il 4 Novembre in Slovacchia

Nella giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate italiane, si è svolto il ricevimento presso la Residenza dell’ambasciatore italiano in Slovacchia Roberto Martini, alla presenza di diverse autorità militari italiane e straniere. L’ambasciatore ha ricordato nel suo intervento, in italiano e in slovacco, le vittime del terremoto nel Centro Italia. 

BRESCIA – Sulla vetta del Cimone

Tonale, Ortigara, Cortina, Pocol, Falzarego, Redipuglia, Cargnacco, Monte Grappa, Montello, Isola dei Morti, Fagaré, Rovereto e Trento: alla lunga lista dei luoghi simbolo della Grande Guerra raggiunti dai giovani alpini bresciani percorrendo dal 2008 il sentiero della Memoria; lo scorso anno si sono aggiunti l’Ossario del Monte Cimone, il cimitero dei Crosati e il Sacrario del Pasubio. 

L’importanza culturale degli alpini d’Italia

Ogni inverno, nelle piazze delle città d’Europa si possono ascoltare i canti dei cori natalizi. Anche le città del Nord Italia seguono questa tradizione, ma con un risvolto diverso. I cantori sostituiscono il costume natalizio con il segno distintivo degli alpini: il cappello. Sono soldati reclutati nei villaggi delle Alpi. E il repertorio di questi cori è diverso. Le canzoni di Natale sono sostituite da cante che raccontano la crudeltà della guerra. Questi canti alpini - e i soldati che li cantano - sono diventati parte dell’eredità culturale del Paese.

CREMONA-MANTOVA – Per Battisti, da Mantova a Trento

Con un pellegrinaggio a Trento, nel centenario del martirio di Cesare Battisti, il Gruppo di Mantova ha voluto rendere omaggio all’indimenticabile figura dell’eroe trentino, impiccato dagli austriaci il 12 luglio 1916 nel Castello del Buonconsiglio, per mano del boia viennese Lang. L’iniziativa ci ha portato prima a visitare il Museo nazionale storico delle Truppe Alpine al Doss Trento.

Guerra, amorose e cantine

Sabato sera tutti a teatro. In scena la compagnia “canzonE teatro”: un manipolo di alpini musicisti e attori ingentiliti dalla presenza femminile di Ada Prucca. “Bello far l’Alpino, ma scomodo…”, uno spettacolo che fa intuire il tono, leggero ma non frivolo, divertente ma non privo di momenti toccanti, al quale l’ormai consolidato gruppo di amici musici si è attenuto.

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