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giovedì, 25 Aprile 2024

Scritti… con la divisa

In attesa di altre lettere, inviate o ricevute durante il servizio militare negli anni ’40, ’50 e ’60 o anche di diari, entrambi con eventuali note che ne specifichino il contesto, continuiamo con quelle che abbiamo iniziato a trascrivere e commentare nel numero scorso. Si ricorda che gli scritti devono essere d’annata, cioè vergati durante la naja, e non racconti successivi. La recluta descrive alla mamma come ha passato la Pasqua.

Poco allineati e coperti

Il mio esposto è puramente personale però condiviso da molti partecipanti alla sfilata di Milano, dopo la Messa di Natale. È poco edificante vedere che i partecipanti, per fortuna non tutti, durante la sfilata non tengono conto che in questa occasione il popolo milanese li guarda e pertanto vedere gli alpini che non hanno un minimo di marzialità, fuori passo, allineamenti scomposti e non allineati, mani in tasca, chiacchiereccio come se facessero quattro passi in galleria, non conoscere il regolamento che non permette di tenersi accanto le signore o i figli e non ultimo in duomo non sapere che il cappello lo porta solo chi è in servizio.

FIRENZE – Grande entusiasmo per la nuova sede

Il 2016 è stato un anno importante per la Sezione e il Gruppo di Firenze: nel 95º anno di fondazione, hanno avuto l’onore di inaugurare un ponte dedicato agli alpini nella propria città e dopo quasi 25 anni, hanno lasciato la caserma Cavalli, sede storica del reclutamento fiorentino, per la nuova sede nella caserma Morandi, sempre nel centro di Firenze. 

GRUPPO SLOVACCHIA – Nuovo Gruppo, belle iniziative

Il Gruppo autonomo della Slovacchia, costituito lo scorso anno, ha organizzato una sorta di presentazione degli alpini nella bella piazza di Poprad, nell’ambito dell’evento “Viva Italia”, organizzato dalla Pro Loco cittadina, gestita da un italiano da lungo residente in Slovacchia e socio del Gruppo. 

Scrivere di montagna

La cerimonia solenne di premiazione di “Parole attorno al fuoco”, il premio nazionale per un racconto sul tema “La montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi”, giunto alla 22ª edizione, si è svolto in pompa magna a Treviso nello splendido museo di Santa Caterina, alla presenza di oltre 200 invitati.

Scosse e neve

Lo spiegamento di forze nel tentativo di portare soccorso alla popolazione e alleviare i disagi causati dall’eccezionale concomitanza dello sciame sismico e del maltempo è imponente. Dallo scorso 18 gennaio la Colonna mobile della Protezione Civile Ana è impegnata nell’assistenza alla popolazione nella provincia di Teramo. I volontari delle Sezioni Ana di Treviso, Padova, Bergamo, Como, Varese, Massa Carrara e Firenze sono all’opera a Castellalto e a Basciano che a causa delle abbondanti nevicate sono rimasti isolati. «Grazie alpini - ha ripetuto il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco - perché non ci fate sentire soli».

I nostri eroi

«Gli alpini ci sono ancora, ci sono sempre, non solo nei momenti di ricordo, gli alpini di oggi sono la testimonianza dei valori di chi non è tornato e per quei valori ha dato la vita. Ragazzi divenuti uomini in fretta la cui devozione va ricordata e trasmessa alle nuove generazioni come esempio da seguire. Giovani che non ho paura di chiamare eroi e che oggi Mondovì ha saputo ricordare come meritano». Così il Presidente nazionale Sebastiano Favero al termine della quattro giorni di eventi organizzati dalla Sezione di Mondovì in ricordo della campagna di Russia: 4.548 fra Caduti e dispersi solo del 1º reggimento alpini, 13.470 per la Cuneense. 

Una fedeltà relativa

Ho letto con interesse l’articolo su Cesare Battisti del signor Matricciani e la sua risposta. Condivido in pieno che trattasi di punti di vista l’avere opinioni diverse ed anche per me Battisti è un traditore. Tuttavia lo ammiro per aver agito secondo i suoi sentimenti e lo rispetto perché ognuno è libero di agire secondo i suoi ideali. Tuttavia per me, rimane sempre un traditore che ha abbandonato le sue genti passando al nemico. 

Manteniamo la memoria

Sono un alpino congedatosi nel 1969 e da allora mantengo l’orgoglio di appartenenza. Tale orgoglio, in questi giorni ha avuto un sussulto, leggendo sui quotidiani nazionali, La Stampa e Il Secolo XIX, che l’organismo dell’Esercito, Onorcaduti, sta abbandonando le ricerche su una vasta area dove è stata trovata una enorme fossa comune contenente i resti di tanti soldati caduti dopo innumerevoli sofferenze. 

L’Alta Bandiera

L’Alta Bandiera dei Diritti Umani sulle cime della Grande Guerra. È questo il progetto di Daniele Nardi, alpinista di fama mondiale, con la collaborazione del giornalista e amico di Radio24 Dario Ricci, già giornalista dell’anno Ana 2015. Tutto ha avuto inizio il 30 luglio dello scorso anno quando Nardi e Ricci, insieme ad un gruppo di appassionati sostenitori, hanno portato l’Alta Bandiera dei Diritti Umani sul Monte Pasubio. 

Questione di buonsenso

Durante il funerale di un amico alpino è capitata una spiacevole situazione. All’inizio della funzione come segno di rispetto sono state restaurate due semplici ma significative tradizioni, abbiamo trasportato a spalla il feretro sino all’interno della chiesa e ci siamo disposti in quattro agli angoli del medesimo, in una sorta di picchetto d’onore. 

La naja che arricchisce

Mi definisco alpino, perché ho avuto il privilegio di servire il mio Paese nel 5º Alpini, btg. Tirano, 48º Assaltatori caserma Wachernel a Malles, Val Venosta, nel lontano 1979/1980. Stento a riconoscere il mio Paese, perché sono scomparsi valori importanti per poter convivere con tante persone, e sono emersi solamente interessi personali in tantissime persone, purtroppo per colpa di scelte insensate che sono state fatte nel nostro Paese in questi decenni.

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