Siamo alla chiusura di un altro anno trascorso purtroppo in un contesto internazionale difficile a cui, alla guerra in Ucraina, si è aggiunta la difficile situazione in Medio Oriente dove un atto di terrorismo di inaudita ferocia ha destabilizzato il fragile equilibrio e questo ci richiama tutti ad un maggiore impegno. Di riflesso la situazione risulta difficile anche a livello nazionale per una contingenza economica non certamente favorevole ma, quello che ci preoccupa di più, è il progressivo scadimento dei valori cardine della nostra società basati sulla “millenaria civiltà cristiana”, come recita la nostra preghiera, con conseguente perdita di identità e coesione essenziali per poter far vivere e progredire un popolo e una nazione.
Da troppo tempo la famiglia ha perso il suo ruolo di riferimento e di palestra di vita e la scuola è sempre più settaria, attenta più a compiacere il diverso che ad affermare e difendere principi e valori che fanno parte della nostra memoria e della nostra storia e che peraltro sono ben evidenziati nella nostra Costituzione. Tra questi è bene ricordarlo, oggi più che mai vista la situazione internazionale, “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”, di tutti i cittadini. Senza trasmissione di valori ed identità basati sulla memoria alle giovani generazioni, non c’è speranza di futuro per la nostra cultura e civiltà e mancherà come conseguenza la capacità di dialogo e di confronto costruttivo con portatori di altre forme di convivenza.
Per questo serve un colpo d’ala anche da parte nostra che ci renda determinati e forti nel trasmettere e tramandare i fondamenti del nostro vivere e della nostra capacità di fare comunità. Credo che sotto questo profilo, con i Campi scuola per ragazzi e ragazze dagli 8 ai 25 anni, come associazione stiamo dando il nostro fattivo contributo ed esempio. Tocca a Parlamento e Governo trarne le giuste conseguenze e avviare concretamente un servizio universale a favore della Patria per tutti i giovani, da organizzare nel rispetto dell’articolo 52 della nostra Costituzione.
Sarebbe utile sia per i giovani per capire che dare è più gratificante che ricevere, sia per lo Stato che si troverebbe così cittadini più consci dei loro doveri oltre che dei diritti. Per questo, da un lato siamo decisi a mantenere salda la nostra identità di associazione d’arma e dall’altro chiediamo con determinazione al Governo e al Parlamento di poter operare nel volontariato e nella Protezione civile con la nostra peculiarità, forti del nostro operare gratuitamente a favore degli altri e del nostro amor di Patria. Il nostro impegno continua a tutti i livelli, dalla Protezione civile alla Sanità alpina, dalla solidarietà diretta per chi ha bisogno al volontariato, sia al nostro interno che a favore di istituzioni ed enti: ad esempio le sottoscrizioni aperte per il Mozambico, l’alluvione in Romagna e il Libano.
Per l’alluvione in Romagna stiamo operando in accordo e sinergia con il commissario, ancora il nostro alpino gen. C.A. Francesco Paolo Figliuolo che ci rende fieri e che ringraziamo per la disponibilità e l’impegno. Il 2023 è stato per l’Ana un anno intenso di appuntamenti e impegni che hanno visto una grande partecipazione sia nostra sia della gente, a dimostrare la stima e la simpatia che nutre nei nostri confronti. Cito solo la grande Adunata di Udine con la presenza del presidente del Consiglio dei Ministri onorevole Giorgia Meloni, i quattro raduni di raggruppamento di Aosta, Lodi, Belluno e Campobasso e gli appuntamenti solenni con la presenza del nostro Labaro. Un grazie sincero a quanti si sono impegnati per mantenere alti i nostri valori e il nostro spirito alpino dai Gruppi alle Sezioni, dalla Protezione civile alla Sanità alpina, dai volontari a tutti i livelli agli addetti ai Campi scuola.
Tanto vorrei ancora potervi dire ma chiudo nel ricordo dei Caduti e di quanti nostri associati quest’anno sono “andati avanti”, sicuro che dal paradiso di Cantore, assieme ai nostri quattro Beati, ci sorridono e ci aiutano. Buon Natale e sereno 2024 al nostro ministro della Difesa, l’alpino Guido Crosetto, ai capi di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e dell’Esercito gen. C.A. Pietro Serino, al comandante del Covi, l’alpino gen. C.A. Francesco Figliuolo, al consigliere militare della Presidenza del Consiglio l’alpino gen. C.A. Franco Federici, al comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Ignazio Gamba, ai nostri alpini in armi di ogni ordine e grado, ai tanti parlamentari, presidenti di Regione e Provincia, sindaci e amministratori che ci sono vicini, ai nostri reduci, ai miei consiglieri e revisori nazionali, ai presidenti di Sezione, ai capigruppo a tutti i nostri dipendenti e collaboratori, in particolare a tutti i nostri iscritti all’Ana e ai loro familiari un grande abbraccio alpino.
il vostro presidente Sebastiano Favero