Alpini della Taurinense scovano una bomba su una scogliera della spiaggia di Lerici

0
487

Quattro giorni di delicato lavoro per gli specialisti del 32° Genio di Fossano insieme alla Squadra Soccorso Alpino Militare del 3° Alpini di Pinerolo, i quali sono intervenuti dal Piemonte per rendere inoffensiva una vecchia granata d’artiglieria, modello “Palliser”, da 10 pollici (254mm) e 140 chilogrammi di massa, risalente al XIX secolo e giacente da tempo in un anfratto della scogliera che sovrasta la “Spiaggia delle Canoe”, a Lerici, nello spezzino. Una bomba priva di spoletta, progettata in modo che l’esplosivo (sensibile) al suo interno detonasse all’impatto col bersaglio.

La posizione complicata del residuato, seminascosto in una parete di arenaria circondata da vegetazione fitta – ha richiesto un intervento complesso parte del team CMD (Conventional Munition Disposal, ovvero bonifica munizioni convenzionali) della Taurinense – competente per la bonifica del territorio da residuati bellici in Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, con centinaia di ordigni neutralizzati all’attivo – che hanno liberato con perizia la bomba lavorando con martello e scalpello, sospesi nel vuoto ma in totale sicurezza, grazie a decine di metri di vie di calata e di recupero attrezzate dai soccorritori alpini del 3°, che hanno agito in sinergia con i colleghi del 32°, facendo leva sulla lunga esperienza accumulata in esercitazioni e operazioni di soccorso in quota come la “Vertigo” o la “5 Torri”. Le Squadre Soccorso Alpino Militare sono uno dei fiori all’occhiello delle Truppe Alpine, formate da otto alpini altamente qualificati in campo sciistico, alpinistico, meteo-nivologico e sanitario, in grado di operare in ogni tipo di emergenza con preavvisi brevissimi.

Per calare gli artificieri dalla sommità della scogliera e successivamente – verso la riva del mare – l’ordigno appena estratto con la massima cautela, la Squadra venuta da Pinerolo ha utilizzato un paranco e una teleferica, non senza le difficoltà imposte dalla folta presenza di piante lungo il tragitto. Gli specialisti del 32° sono stati per ore in sospensione, prima di completare l’estrazione, seguita dall’imbragamento e dalla discesa della Palliser per mezzo della teleferica manovrata da quelli del 3°.

Verticalità alpina in riva al mare, dunque, e finale affidato al Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare (facente parte del COMSUBIN, il Raggruppamento Subacquei e Incursori), per la precisione al nucleo Sminamento Difesa Anti Mezzi Insidiosi della Spezia, che ha trainato la bomba al largo su appositi galleggianti e l’ha fatta brillare senza rischi.  

Si è trattato verosimilmente di un’operazione unica nel suo genere che ha fatto ritornare la “Spiaggia delle Canoe” sicura come dev’essere, e che ha visto non solo ripetersi la sinergia tra gli specialisti delle Truppe Alpine dell’Esercito e quelli della Marina Militare – attuata ad esempio tutte le volte che vengono ritrovati residuati bellici in laghi di montagna – ma anche l’integrazione tra due reggimenti di una brigata alpina in un contesto davvero insolito per ribadire l’essenza della verticalità, cioè il dominio della quota, al servizio della comunità.