La Staffetta con i ragazzi di Torreano e al Monte Bernadia

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Anche oggi protagonisti gli Artiglieri del 3° e gli associati della Sezione di Cividale del Friuli. La presenza della Sindaco Daniela Briz di alcuni assessori e consiglieri ha testimoniato come la comunità di Remanzacco sia sempre vicina agli uomini e donne dell’Esercito e in particolare delle Truppe Alpine. La staffetta con in testa il Ten. Col. Pascoli, Comandante del Gruppo “Conegliano”, e ai lati quattro elementi della Sezione Ana di Cividale del Friuli: il Past Presidente di Sezione, Tenente Parpinel con gli Alpini Gariup, Podorieszach e Bucovaz, quest’ultimo di 81 anni è stata salutata con il “Canto degli Italiani” dai giovani del Centro estivo Comunale che hanno inteso cosi omaggiare il passaggio della fiaccola della memoria e tradizione alpina.

Da Remanzacco la Staffetta si è diretta verso Cividale del Friuli, dove alla presenza di un nutrito numero di gagliardetti, vessilli, labari in rappresentanza delle articolazioni sul territorio dell’ANA è avvenuto il passaggio di testimone tra il 3° Artiglieria e l’8° reggimento alpini, Durante il momento di omaggio e ricordo presso il monumento dedicato ai battaglioni alpini  “Cividale”, “Val Natisone” e “Monte Matajur”, al cospetto della loggia del Palazzo Comunale, in Piazza del Duomo il Vice Sindaco ed Onorevole Roberto Novelli ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale e dei rappresentanti in Parlamento.

Il percorso della staffetta in zona di Cividale del Friuli non poteva non passare dal Santuario della Beata Vergine Maria di Castelmonte ove la Fiaccola è stata benedetta dal Cardinal Gualtiero Bassetti, Presidente emerito della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) il quale oltre ad essersi complimentato con il comandante dell’8°, Col. Colussi, per l’encomiabile iniziativa ha voluto intonare il Canto “Signore delle Cime”, uno tra i canti più noti fra gli alpini e non solo.

La nuovissima sede del Gruppo ANA di Torreano ha ospitato per un “Rancio Alpino” tutti i partecipanti alla tappa che al loro arrivo sono stati ricevuti da una cornice di 30 ragazzi dell’Oratorio estivo della parrocchia di Torreano. A suggellare lo spirito che accompagna l’iniziativa della staffetta simbolicamente l’Alpino più anziano, Mario di 81 anni, ha donato il Tricolore al piccolo Riccardo, di 6 anni.

Dopo Cividale la Staffetta si è diretta verso Gemona del Friuli, città simbolo di questa terra, città che più di ogni altra si lega alla storia degli Alpini.  Il 6 maggio 1976 una scossa pari a 6.5 della scala Richter con epicentro tra Gemona e Artegna devastò il Friuli-Venezia Giulia. L’Associazione Nazionale Alpini, guidata dal Presidente Franco Bertagnolli, intervenne prontamente in soccorso dei fradis furlans. Organizzati in cantieri, migliaia di Alpini si spesero con impegno in un lavoro incessante che il popolo friulano non ha mai dimenticato, intervento che costituirà anche l’embrione della attuale Protezione Civile nazionale.

Per l’assiduità dimostrata l’ANA venne nominata dal Congresso USA referente per il programma “Agency of International Development” di aiuti umanitari al Friuli, pari a un importo di circa 53 miliardi di lire, grazie a cui verranno costruiti centri residenziali e scuole in numerosi comuni colpiti dal terremoto. Il violento terremoto coinvolse anche gli Alpini della “Julia” di stanza a Gemona, nel crollo di  gran parte delle palazzine della Caserma “”Goi – Pantanali” si dovette registrare la perdita di 29 giovani vite fra Artiglieri e Alpini che quella sera si trovavano in servizio in caserma. Pur colpiti da un evento negativo di tale portata tutte le penne nere della “Julia”, unitamente a personale degli Enti dell’Esercito stanziati in Friuli, contribuirono in maniera determinante alla rimozione delle macerie, alla ricerca dei dispersi ed al sostegno della popolazione. In occasione del “raduno degli 11 cantieri di lavoro” dell’Ana e per commemorare il 40° anniversario del terremoto del Friuli nel 2016 la città di Gemona ha concesso la cittadinanza onoraria alla Brigata “Julia” nel ricordo del Battaglione “Gemona” disciolto negli anni ’90 battaglione ricco di tradizioni e di storia come l’evento dell’affondamento nel 1942 del “Galilea”.

A Gemona la Fiaccola, formata da ben 10 staffettisti tra Sezione Ana di Udine, Sezione Ana di Cividale e militari in servizio all’8° e alla Base Logistica dell’Esercito di Tarvisio, portata dal Sottufficiale di Corpo 1° Luogotenente Ciabrelli, ha reso omaggio al monumento ai Caduti della “Julia” nella Caserma “Goi-Pantanali”. Poi si è recata in Piazza Battaglione Gemona per una seconda deposizione di corona ai Caduti. Da segnalare che hanno fatto parte della staffetta che ha percorso le vie del centro di Gemona l’Assessore Regionale alle Finanze Barbara Zilli, il Vice Sindaco di Gemona Loris Cargnelutti e Jacopo Stafuzza, collaboratore della facoltà di scienze motorie dell’Università di Udine. Presenti alle cerimonie a Gemona il personale dell’aliquota Logistica dell’Accademia Militare di Modena, i cui allievi del 1° anno, saranno impegnati in addestramento, nei prossimi giorni a Gemona del Friuli, per il loro ciclo formativo.

Un altro passaggio denso di significato per gli alpini della “Julia” è stato quello della presenza presso il Monumento Faro “Divisione Julia”, situato sul Monte Bernadia in Tarcento, cittadina che è fu sede di reparto con la presenza degli Alpini nella Caserma “Giavitto”. Sul Bernadia, che con i suoi 850 metri sovrasta la città è eretto il monumento dedicato a tutti i caduti  della Julia. Era il 14 settembre 1958 quando gli sforzi dei Gruppi del tarcentino e della Val Torre finalmente si coronarono con la costruzione di un’opera in cemento armato, composta da una cappelletta votiva sormontata da due penne protese verso il cielo a ricordo perenne ai Caduti di tutte le guerre e a quelli della divisione Julia in particolare. La posa della prima pietra ebbe luogo il 26 settembre quattro anni più tardi, il 16 settembre 1958 se ne potette inaugurare l’opera. Il 6 settembre dell’anno seguente, nella cappelletta del monumento furono deposti i resti di sei Caduti della Prima e Seconda guerra mondiale, dando all’opera il crisma di Sacrario.