Mai vissuta una tale atmosfera di festa e amicizia

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    “Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c’è una lunga, c’è una lunga penna nera…”. Quella penna nera “che a noi serve da bandiera” purtroppo io non l’ho mai portata. Sono nato e cresciuto in una cittadina di confine, a Vipiteno, dove gli alpini erano di casa, erano amici di tutti. Grande appassionato di sci e di montagna, sognavo sin dai tempi del liceo di poter frequentare la mitica scuola militare alpina di Aosta o comunque di poter essere arruolato in qualche battaglione alpino ma per la morte prematura di mio papà (proprio il giorno della visita di leva, un giorno di grande dolore e non di gioia come per i coscritti del ’37) venni esonerato dal servizio militare.

     

    Niente naja in caserma dunque ma “naja giornalistica” con il mio amico Giangaspare Basile nella redazione del quotidiano di Bolzano, la città che per oltre 50 anni mi ha visto testimone di grandi e piccoli avvenimenti. Non sono stato quindi uno dei 90 mila protagonisti dell’interminabile e stupenda sfilata di domenica 13 maggio ma solamente un semplice spettatore o – se preferite – un “testimone” senza penna, e microfono. In mezzo secolo di vita giornalistica avevo visto poche feste tricolori, le parate militari del 2 giugno cancellate fra mille polemiche, i folli caroselli ammantati più di nazionalismo che di tifo calcistico per le vittorie dell’Italia ai mondiali o agli europei, ma mai – sottolineo mai – Bolzano aveva vissuto un’atmosfera di gioia, di festa, di amicizia, di partecipazione come è avvenuto in quegli indimenticabili giorni di maggio per l’Adunata degli alpini.

    Una Bolzano imbandierata dai quartieri popolari a piazza Vittoria, una Bolzano organizzata in grado di accogliere il triplo della sua popolazione, una Bolzano mai così allegra e festosa nelle serate e nottate e mai così ricca di entusiasmo e calore per le sfilate, una Bolzano che può guardare al futuro con orizzonti più ampi dopo il grande abbraccio con le penne nere che – in tempi di tangenti e ruberie pubbliche e private – rappresentano l’Italia sana, pulita e soprattutto onesta. Grazie alpini: se questa città di confine con i suoi problemi di convivenza fra italiani e sudtirolesi respira una nuova aria il merito è sicuramente vostro! Anche per i bimbi è stata una bellissima festa!

    P.S. : …dimenticavo: lunedì mattina Bolzano era straordinariamente pulita, come vuole la tradizione delle adunate degli alpini che non hanno lasciato nei prati o nelle strade carte, barattoli ecc., ecc. Un bella lezione a chi organizza feste campestri con esiti ben diversi…

    Franco Sitton