LECCO Premana: un gruppo fatto di giovani (un po' per anagrafe, un po' nel cuore)

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    Parlare del gruppo Alpini di Premana significa soprattutto descrivere il rapporto di profondo rispetto e affettuosa confidenza che si è instaurato fra la componente degli anziani e i nuovi iscritti. Il gruppo è uno dei più numerosi della provincia lecchese ed è composto da 123 soci, di cui un terzo di età inferiore ai 45 anni, più quattordici Amici degli Alpini . Il socio più anziano è Carlo Bellati, classe 1912.

    Tra lui e le ultime leve ci sono settant’anni esatti di differenza gli ultimi iscritti, infatti, riportano sul certificato di nascita l’anno 1982! ma è a lui che si rivolgono quando vogliono ascoltare la viva testimonianza sulla drammatica esperienza di Russia. E allora accade qualcosa che è tipico dello spirito degli alpini, e cioè, che agli anziani viene riconosciuto un insostituibile bagaglio di saggezza, mentre i ragazzi, pur facendosi portatori di nuovi entusiasmi, non si dimenticano di farsi sostenere dalle spalle forti’ dei vecchi. È stato dopo aver assorbito questo spirito che molti giovani hanno deciso di mettersi al servizio della comunità, partecipando alle tante iniziative intraprese dal gruppo della Protezione civile, nato in seno alla sezione di Lecco.

    Al suo attivo ci sono gli interventi in Albania, nel 1999, nell’ambito della Missione Arcobaleno , il soccorso alle popolazioni di Casale Monferrato e Cogne, colpite dall’alluvione nel 2000 l’intervento per il terremoto del 2003 a Ripabottoni (Campobasso) e, nello stesso anno, l’operazione Mato Grosso, con la trasferta in Perù per la costruzione di un acquedotto e alcuni lavatoi. Uno dei momenti più significativi racconta il capogruppo Gigi Pomoni, classe 1973 è stato quando padre Giuseppe Speranzetti ha coinvolto il Gruppo alpini, il Coro Nives e tutti i cittadini di Premana, istituzioni comprese, in una gara di solidarietà nei confronti della popolazione di Sarajevo.

    Era il Natale del 1997 quando siamo partiti verso la ex Jugoslavia, per consegnare il materiale raccolto. Io viaggiavo in compagnia del nostro ex capogruppo Mario Fazzini. Le strade erano pericolose, interrotte da continui posti di blocco. Non è stato facile, ma è lì che mi sono sentito orgoglioso di far parte di un gruppo unito come gli alpini. La nostra forza proviene da molto lontano ed è bello che le generazioni più giovani la raccolgano partecipando a iniziative umanitarie . Questa stessa unione si ripete nella quotidianità.

    Il Consiglio del Gruppo di Premana, infatti, è per metà composto da membri anziani e per metà da giovani. È successo per caso spiega ancora Pomoni ma siamo contenti perché questa è la condizione ottimale. I giovani portano una ventata d’aria nuova e sono molto propositivi, ma hanno, nel contempo, un profondo rispetto per i veci’ e prima di dire l’ultima parola attendono sempre un loro consiglio .

    Quando si domanda, a un giovane come Pomoni, cosa vuol dire oggi essere alpino, risponde che Non si è mai alpini esclusivamente per lavoro’. Quando possiamo renderci utili per gli altri lo facciamo d’istinto e il risultato, dal punto di vista umano, è impagabile, perché alpini si è soprattutto nel cuore .

    Veronica Fallini