L'Adunata che vorremmo

    0
    46

    Speravamo che non sarebbe successo, che tutti ma proprio tutti avrebbero compreso cosa significano Asiago e Ortigara: la città distrutta nella Grande Guerra e la montagna sacra agli alpini per il tributo di sangue pagato sull’ultimo baluardo a difesa della pianura.

    Speravamo che il recente lutto che ha colpito la grande famiglia alpina per i due Caduti in terra afgana, mentre compivano una missione di pace, avrebbe in qualche modo condizionato i comportamenti di coloro che scambiano l’Adunata per una zona franca in cui tutto è lecito purché sia sopra le righe dei comportamenti civili.

    E ad Asiago è stato davvero ampiamente passato il segno con episodi di vero teppismo. Speravamo che le motivazioni profonde dell’Adunata ad Asiago recupero dei valori, ritorno allo spirito delle origini, conferma della fedeltà all’eredità lasciataci dai nostri Padri avrebbero consigliato anche ai più disinvolti di distinguere tra fracasso e gioia dello stare assieme, tra disinvolta scampagnata ed espressione di valori alpini.

    Purtroppo nonostante le raccomandazioni della Sede nazionale, il coinvolgimento dei presidenti di sezione e dei capigruppo, e l’azione pedagogica svolta dalla stampa alpina, mensile associativo compreso ad Asiago abbiamo constatato con amarezza che i tenaci fracassoni non demordono. E che si tratta soprattutto di giovani.

    Dire che non sono nostri iscritti è vero soltanto in parte: erano anche alpini, e così impudenti da esibire sui loro trabiccoli il cartello con il nome del gruppo di appartenenza e della Sezione. L’Adunata, si sa, ha i suoi decibel nella settimana cruciale.

    Del resto, come contenere la gioia di coloro che si ritrovano dopo tanto tempo, che si danno appuntamento nell’unico momento comune dell’anno per parlare delle esperienze di naja, fare una cantata, risvegliare ricordi, rivivere momenti belli e meno belli ma sempre con la nostalgia per i vent’anni? Cosa sarebbe un’adunata silenziosa?Ben vengano i suoni, la musica, i canti, il folklore.

    Ma sempre ricordandosi di essere alpini, ospiti in una città nella quale è necessario lasciare un buon ricordo, senza abbandonare quello spirito che ci fa essere un costante punto di riferimento di valori in mille e mille paesi, in Italia e all’estero, che ci fa accorrere ad aiutare gli altri.

    I giovani, si diceva, di quei pochi dai comportamenti sopra le righe. Ebbene, visto che proprio ai giovani il CDN si rivolge per portare nuova forza e linfa all’Associazione, siano essi stessi a fare opera di educazione alpina fra i coetanei, a prenderli per mano. Siano anche loro, cresciuti all’esempio dei veci , a contribuire affinché l’adunata sia una gran bella adunata, l’adunata che vorremmo, come deve essere. Aspettando di ritrovarci, l’anno prossimo, a Cuneo.