Il Paradiso di Cantore

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    Caro direttore, sull’editoriale de L’Alpino di dicembre 2013 ritorna la solita citazione del “Paradiso di Cantore”. Ma quale paradiso? Non è ora di finirla con quella sentimentaloide espressione che poggia sul niente? Ma gli alpini sanno chi fu veramente Cantore? E che caratterino aveva?

    È ora di smontare certe trionlettere falistiche retoriche che dichiarano eroi soggetti che erano semplicemente delle teste calde e che, anche di fronte al nemico in agguato, si sentivano spavaldamente immortali tanto da “lasciarci le penne”.

    Tommaso Magalotti – Cesena

    Caro Tommaso, tu sai che il Paradiso di Cantore è solo una metafora, inventata da Maso Bisi, giornalista del Corriere della Sera, alla fine della prima guerra mondiale. Ricordando gli alpini morti in battaglia, immaginò che il generale Antonio Cantore, tra i primi a cadere sulle Tofane, passasse in rassegna tutti gli alpini Caduti. Come puoi ben capire non si tratta di una beatificazione del generale, che comunque non ci autorizza neppure a mandarlo all’inferno.