Il martire Sclarandi

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    Leggo molto volentieri la pubblicazione trimestrale “Noi del Lager”, bollettino ufficiale dell’Anei, Associazione Nazionale ex Internati. Posso dire che è composta molto bene e spazia su tutta la Storia dell’Italia con articoli che riguardano il passato e l’attualità.

    Nel numero 1-2, Gennaio-Giugno 2018, a pagina 37, c’è una recensione su Renato Sclarandi, giovane sottotenente degli alpini ucciso nel campo di prigionia di Hammerstein (Polonia). Il 22 aprile 1944 un soldato tedesco gli sparò un colpo di pistola, colpendolo alle spalle, mentre portava delle ostie da consacrare nella cappella improvvisata in infermeria dove l’indomani si sarebbe celebrata un’eucarestia. Non mi risulta di aver letto su altra stampa, compreso L’Alpino, di questo giovine martire che anche prima del militare si era distinto nell’impegno per una società nuova in Italia. Non vorrei che questa omissione fosse dovuta al fatto che si continui a scoprire sempre più Beati nel Corpo degli alpini e quindi perdessimo la fama di “duri” e qualche volta di “sgrana moccoli” per assumere quelle di santi.

    Gianni Galbero Gruppo di Ca’ degli Oppi, Sezione Verona

    Non conosco questo martire e vedrò di approfondire meglio. Comunque tranquillo. I beati e i santi non ci offuscano, perché poi i veri forti sono loro, con la forza del loro esempio. Recitare la parte dei duri, tante volte è solo un darsi botta in mancanza di ragionamenti e sgranar moccoli è far ricorso al vocabolario dell’emozione quando non si conosce l’uso delle parole.