Attorno al fuoco, la storia d'un reduce

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    Il concorso letterario nazionale Parole attorno al fuoco ha premiato la storia di un reduce di Russia e dei valori che suggerisce ad una società troppo spesso dall’identità smarrita. La cerimonia si è svolta a Treviso, nella fastosa cornice del Palazzo dei Trecento , in una sala gremita di alpini e cittadini. La cerimonia è iniziata con l’Inno nazionale intonato dal coro ANA del Montello, seguito da un minuto di silenzio rivolto alla memoria dell’alpino Matteo Miotto, caduto in Afghanistan il 31 dicembre scorso, presenti il presidente nazionale Corrado Perona con il vice presidente Sebastiano Favero, i consiglieri nazionali Nino Geronazzo e Onorio Miotto, il presidente sezionale Luigi Casagrande e il capogruppo di Arcade Florindo Cecchinato.

    Fra le autorità civili, il prefetto Aldo Adinolfi, il vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, il sindaco di Arcade Domenico Presti, il presidente della Provincia Leonardo Muraro e quasi tutti i consiglieri sezionali, compresi i presidente sezionali emeriti Zanardo e Gentili. Il nostro presidente Perona ha evidenziato come la cultura sia un elemento spesso presente nella quotidianità degli alpini: un forte esempio viene proprio dalla sezione di Treviso, il cui spazio museale di Portello Sile è uno degli esempi più alti nel panorama alpino nazionale. Rispondendo a un concetto espresso dal prefetto Muraro sui timori della tenuta numerica associativa, Perona ha affermato che gli alpini non temono per loro quanto invece per quel che ci circonda, per la perdita massiccia di valori e le gravi dimostrazioni di difficoltà della gente in una situazione di precarietà economica, culturale e sociale.

    Ha concluso parlando dell’importanza di trasmettere i valori alpini ai giovani. Il presidente del comitato organizzatore Stefano Barbon ha dato quindi la parola a Giovanni Lugaresi, scrittore e giornalista, presidente della Giuria del premio. Lugaresi ha evidenziato come l’impegno culturale sia sempre più importante per gli alpini in genere e per gli alpini trevigiani in particolare, lo prova proprio questo fondamentale appuntamento annuale con Parole attorno al fuoco . Tanto che non si parla più solo di racconti per un concorso ha detto ma di vera e propria letteratura a tutti gli effetti, perché giungono storie che non riguardano solo il mondo degli alpini o della montagna, ma di tante realtà correlate .

    Poi la premiazione, inframmezzata dalle cante del coro ANA del Montello. Il trofeo cav. Ugo Bettiol per un racconto su un tema di particolare attualità è stato vinto da Angelo Paloschi di Mestre (Venezia) con Il canto dell’alba ; il premio Manilla Bosi sposa, madre e sorella d’alpini , per un racconto avente come protagonista una donna è stato vinto da Paola D’Agaro di Pordenone con Aprile 1945 . Tra i 49 che si sono cimentati nel 2010 per il concorso, i segnalati sono stati 7: Walter Ferrari di Tortona (AL), Giovanni Scanavacca di Lendinara (RO), Laura Gatti Casati di Voghera (PV), Annalisa Fregonese di Oderzo (TV), Luca Rossetto di Arcade (TV), Donatella Tenderini di Venezia e Aurora Cantini di Nembro (BG).

    Ed eccoci ai vincitori: il terzo classificato è Gianfranco Dal Mas, alpino di San Fior (Treviso) con Il rosario ; al secondo posto Enrico Brambilla di Almenno San Bartolomeo (Bergamo) con La fonte alta . Vincitrice è stata una vecchia conoscenza del premio, già partecipante a varie edizioni, Katia Tormen di Trichiana (Belluno), con Nemo . È il racconto amaro di un vecchio reduce di Russia, che di ritorno dal funerale di un compagno viene deriso sul tram da un gruppo di teppisti. In suo aiuto accorrerà un giovane extracomunitario.

    Ai vincitori sono andati un premio in denaro, metà del quale destinato per regolamento in beneficenza, un trofeo in finissimo cristallo e una targa. Il coro ha concluso con tre cante questa 16ª edizione del premio. I convenuti sono poi stati ospiti della sezione di Treviso presso la Loggia dei Cavalieri, in un beneaugurate rinfresco per l’anno nuovo.

    Piero Biral

    Pubblicato sul numero di febbraio 2011 de L’Alpino.