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Ho pensato anch'io di dare un piccolo contributo ai giovani alpini che oggi sono liberi di dire il loro parere, mentre noi anziani una volta non potevamo dire le nostre idee, perch allora era cos. Italiani per questa libert sono morti e molti sono restati invalidi per tutta la vita.
Io posso dire: sono stato molto fortunato di poter raccontare le mie sofferenze che ho passato in quella giovane et; cominci a vent'anni fino a ventisei, guerra di Grecia, Albania poi Russia, poi tre lunghi anni di prigionia: ritornato il 1 gennaio '46; kg. 39. Posso dire: sono stato molto fortunato.
Classe 1920, 9Alpini, battaglione Vicenza, divisione Julia. Scusatemi del mal scritto: non sono un professore.
Giovanni Feriotti Valdagno (VI)
Posso dire che mi sono commosso nel leggere queste tue righe?Non sarai un professore, ma questo scritto vale di pi di un testo classico: che i giovani alpini lo leggano e lo meditino. In queste memorie noi troviamo la forza di andare avanti. Grazie e un abbraccio, caro Giovanni. Ti accompagni sempre il nostro rispetto.
I parenti di alpini Caduti in guerra o in pace dovrebbero essere accolti in seno all'ANA come 'amici degli alpini' con uno 'status' oggi non previsto. Ricordo che alcuni di loro hanno avuto l'esonero proprio in virt della perdita del loro caro. Quale migliore omaggio alla sua memoria che sfilare al loro posto alle Adunate?Per questi 'amici' si potrebbe, perci, contemplare una deroga al regolamento in tal senso. E suggerisco anche di estendere ad essi la prerogativa di esporre la vetrofania ANA.
Giovanni Turisini Gemona
Risponde il presidente Parazzini: 'Debbo precisare che la nostra un'associazione d'Arma e che pertanto deve sottostare a particolari prescrizioni per cui la partecipazione alle sfilate riservata solo agli alpini. Per la vetrofania non ho motivi particolari per negarne l'esposizione'.
Non so per quale motivo si intenda istituire una giornata del Tricolore, quando gi esiste. Mi riferisco al declassato 4 Novembre, pi importante data della storia patria. Ritengo storicamente mistificante, da parte dei manipolatori politici, non riconoscere il giorno dell'unit d'Italia a compimento dell'epopea risorgimentale sotto un'unica, sacra Bandiera.
Fernando Zanda Milano
Quando l'ANA lanci la proposta di istituire la giornata del Tricolore, scelse il 7 gennaio di ogni anno, per ricordare il giorno in cui la nostra Bandiera vide la luce. Tutte le altre date legate ad essa, per qualsiasi motivo, ne sono una conseguenza. Personalmente ritengo che, 7 gennaio o 4 novembre, l'importante che la nostra proposta trovi, finalmente, accoglimento.
Secondo me il giorno della festa della Bandiera il 4 novembre: cio la festa della Vittoria. Racconto la mia vicenda che una favola vera: sono nato a San Matteo, frazione di Calizzano (SV). Una mattina del 1918 sento la campanella che suona, suona e suona, vado a vedere cosa succede e vedo un vecchietto che tirava la corda; lui, appena mi vede, mi dice: 'Continua a suonare tu perch oggi, 4 novembre, l'Austria si arresa'. Lo feci per tanto tempo e tutti facevano festa, una grande festa. Penso proprio che il 4 novembre sia la data giusta.
Giuseppe Zunino Loano (SV)
Un episodio tutto da gustare perch privo di retorica. La data da te indicata pu andar bene, in alternativa al 7 gennaio, ammesso che i politici ci diano ascolto, almeno questa volta. Ma temo che dovremo aspettare ancora a lungo.
Perch l'ANA non organizza, per ogni sezione e gruppo, la Festa del Tricolore?Approvvigionamento a livello nazionale, costi ridotti, possibilit per tutti gli alpini di prenotarsi per ricevere il nostro bel Vessillo. Siamo stati i primi a proporre la giornata del Tricolore, perch non dovremmo essere i primi a distribuirlo, buon lievito, a tutte le nostre famiglie?Ne parlerebbe l'Italia e molti ci imiterebbero.
Sergio Colombini Verona
Ho notato, con piacere, che l'iniziativa di dedicare un numero alla Bandiera ha incontrato il gradimento di numerosi lettori. Il tuo intervento, di alpino prima ancora che di vice comandante dei Carabinieri fino a pochi anni fa, d lustro al progetto. Ho passato la tua idea al nostro presidente perch la tenga nel debito conto.
Alpino e sportivo ancora praticante, ho notato che parlate poco delle nostre 'Fiamme verdi' del Centro sportivo dell'Esercito, attualmente allenate da Paolo Riva e da Gaudenzio Godiol e formate da Dennis Brunod, Manfred Reichegger, Manuel Conta, Nicola Invernizzi e Marco Favre. Teneteci informati perch dello sport dello sci alpinismo si parla poco, ma all'estero i nostri atleti sono conosciuti
e, soprattutto, temuti.
Franco Segalla Chiuppano (VI)
Da sportivo a sportivo devo dire che la tua richiesta pi che logica. Purtroppo nulla possiamo fare se il Centro addestramento alpino di Aosta non ci manda materiale. La rubrica, sulla rivista, c' gi: 'Nostri alpini alle armi': basta solo riempirla; perci, amici di Aosta e di Courmayeur: mandate e vi sar scritto.
Sono alpino, partigiano combattente nella formazione denominata 'battaglione Susa' operante in Piemonte sotto la guida del tenente alpino Giulio Bolaffi (il noto filatelico ndr), ferito al Moncenisio nel marzo '44. Sulla Resistenza sono molto critico perch vi sono episodi non del tutto gratificanti e onesti. Questo vale anche per l'altra parte, ma in fin dei conti eravamo, ambedue gli schieramenti, figli della stessa madre, l'Italia con ovviamente tutti i pregi e i difetti che ne derivavano.
Molto significativa una frase di Montanelli: 'Sarebbe ora che coloro che hanno partecipato alla Resistenza abbiano il coraggio di dire la verit in merito'. Gli do perfettamente ragione.
Elso Tournour S. Antonino di Susa (TO)
Trovo molto corretto riconoscere, da parte tua, i difetti non solo della parte avversa, ma anche di quella nella quale hai militato. Riconoscimento che acquista maggior valore ove si consideri che la tua formazione ha combattuto viso aperto, all'alpina vorrei dire, inquadrata in un reparto che si richiamava al glorioso battaglione Susa.
Questa si chiama nobilt d'animo.
Leggo sempre il vostro bel giornale perch mio nonno materno alpino. Lui mi ha sempre detto che la Tridentina in Russia ha aperto valorosamente la strada ai soldati italiani che sono poi rientrati in Italia. Siccome sui libri di storia non c' scritto niente, vorrei pregarvi di descrivermi i fatti come sono avvenuti.
Maria Rosa Pittaluga Genova
Per i fatti di Russia le ho risposto con lettera a parte, ma torno su quel 'Siccome sui libri di storia non c' scritto niente'. Agghiacciante: dedizione, eroismi, sacrifici dei nostri soldati su tutti i fronti, dimenticati, accantonati, rimossi. Vergognarsi della propria storia riduce un popolo a un'accozzaglia di trib. Che sbadato: dimenticavo che c' la nazionale di calcio a evitare simile iattura.