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San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) e i suoi cittadini hanno partecipato numerosi al raduno sezionale degli alpini organizzato dal gruppo “Morroni” in collaborazione con la sezione Abruzzi. L’appuntamento è stato arricchito da un convegno su “Don Gnocchi e la solidarietà alpina”, disposto in collaborazione con l’Amministrazione comunale e allietato dal coro di Isola del Gran Sasso. Erano presenti il sindaco Paolo Di Cesare, il presidente della sezione Abruzzi Giovanni Natale e il vescovo dei Marsi, mons. Pietro Santoro.

Noi ci siamo!

Accanto a me, sull’aereo che mi portava in Australia dove avrei incontrato i presidenti di quelle Sezioni, c’era un giovane lombardo che mi ha raccontato di aver lasciato l’Italia per andare a cercare lavoro in questo paese a 24 ore di volo da casa. Aveva il visto d’ingresso, sperava poi nella fortuna. Secondo i dati forniti dal presidente delle associazioni italiane costituite nel Western Australia solo quest’anno sono arrivati migliaia di giovani italiani, molti con il visto turistico ma in effetti per rimanere.

Alla fortezza di Bardi sono state aperte cinque sale dedicate al bardigiano Pietro Cella, capitano, prima Medaglia d’Oro del Corpo degli Alpini, caduto nella battaglia di Adua il 1° marzo 1896. All'inaugurazione hanno partecipato numerose penne nere provenienti da tutta la provincia con il presidente della sezione di Parma Mauro Azzi ed il capogruppo di Bardi Stefano Fibrosi. Il sindaco Giuseppe Conti ha ringraziato di cuore le penne nere per il sostegno all'iniziativa che, vista anche la cornice in cui si presenta, è destinata ad avere un ampio consenso di visitatori, anche considerando la vicinanza con Piacenza, città della prossima adunata nazionale che con Parma condivide - storicamente - la cittadinanza di Pietro Cella.

La 16ª edizione della Giornata nazionale della Colletta Alimentare di sabato 24 novembre ha visto impegnati 130.000 volontari in più di 9.000 supermercati di tutt’Italia.

TRENTO 1940-1945

La storia di Trento durante la seconda guerra mondiale ripercorsa attraverso documenti, fotografie e testimonianze, raccolte con cura dall’autrice Nadia Mariz. Un percorso della memoria che inizia dopo la Grande Guerra e che narra, attraverso le parole di chi ha vissuto l’occupazione in prima persona, i pesanti bombardamenti del 2 settembre 1943 nel quartiere popolare della Portèla, fino a dopo la liberazione nel maggio 1945, con la città ferita e vuota.
L’autore, direttore delle raccolte storiche del comune di Milano e docente universitario, ci propone la biografia del generale Cadorna al di là dei pregiudizi e dei luoghi comuni, riconducendola alla realtà della storia e rivalutando il valore dei fanti nella grande guerra.

“ALLA MIRABELLA”

Giacomo Cappellini, maestro elementare di Cerveno, fu un importante esponente della Resistenza in Valcamonica. Catturato il 20 gennaio 1945 e trasferito al castello di Brescia, vi rimase fino al 24 marzo, giorno della fucilazione. Gli fu assegnata la Medaglia d’Oro alla memoria. Nel libro sono raccolte anche le lettere scritte durante la prigionia, struggenti quelle indirizzate ai genitori e alla fidanzata. Consapevole della morte imminente dà esempio di grande forza interiore e certezza nelle proprie convinzioni.

IL CORAGGIO DELLA FUGA

Circa il 20 per cento dei prigionieri italiani tentò di evadere dai lager austriaci e tedeschi con mille espedienti. Il libro raccoglie tante storie di grande coraggio e iniziativa individuale, ma anche di sostegno reciproco, contro una situazione all’apparenza ineluttabile.

In breve – novembre 2012

Notizie in breve.

LA BATTAGLIA DI STALINGRADO

Il 19 novembre 1942 l’Armata Rossa lanciò l’operazione Uranio, il contrattacco alle divisioni del Reich schierate lungo il corso del Don davanti a Stalingrado. Era l’inizio della fase discendente - come racconta nel suo recente libro Alfio Caruso, giornalista e storico - di quell’esercito che sembrava invincibile, bloccato da un anno a Leningrado, sul fronte nord, e che avrebbe conosciuto la seconda, strategica sconfitta sul fronte africano, a El Alamein. E dire che, nel lanciare l’attacco all’Unione Sovietica con l’Operazione Barbarossa, Hitler riteneva un obiettivo di secondo piano l’occupazione di Stalingrado rispetto alla conquista dei territori del Caucaso ricchi di petrolio e di grano.

Scrive, Guido Piovene, nel suo “Viaggio in Italia”: “La loro indole, mi fanno notare i beneventani, differisce molto da quella del resto della Campania: più dura, più chiusa, più alpina”. E ‘alpina’, la mattina del 29 settembre, Benevento si è svegliata, non dura, però, né chiusa, sulle note del “Trentatré” che annunciavano che il nuovo giorno baciato dal sole era anche quello dell’attesissimo raduno degli alpini del 4° raggruppamento, che si stavano riversando, da varie parti d’Italia, in città.

Il 60° della ricostruzione del rifugio Cazzaniga e il 40° dell’inaugurazione del nuovo rifugio Cazzaniga-Merlini, nell’anno del 90° della Sezione, meritavano una festa solenne. Vedere così tanti alpini al rifugio mi ha fatto tornare indietro di 40 anni, quando ero salito qui con mio papà e i miei fratelli in occasione dell’inaugurazione. Non nascondo che allora per noi, legati al vecchio rifugio da tanti ricordi, la nuova costruzione lasciava un po’ perplessi ma si sa, i tempi cambiano. È qui che fin da bambino ho imparato a conoscere gli alpini ed è qui che è iniziata la strada che mi ha portato al Consiglio Direttivo Nazionale.

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