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Ciao Simona

Un grave lutto ha colpito il mondo alpino. Simona Hosquet, 29 anni, caporal maggiore scelto del Centro Addestramento Alpino è morta giovedì 6 febbraio, all’ospedale Parini di Aosta dopo essere stata estratta in gravi condizioni dalla neve, travolta da una valanga caduta nella zona di Cheneil in Valtournenche. L’enorme massa nevosa si è scaricata a oltre 2mila metri di quota su un gruppo di sciatori che stavano praticando l’eliski: due di loro sono rimasti illesi, mentre la Hosquet trovata sotto ad un metro di neve, è apparsa subito gravissima.

Ufficiale di carriera dell’esercito austro-ungarico, Pflanzl era “Alpin Referent” (consigliere alpino), figura peculiare dell’esercito austro-ungarico di alpinista affidabile e qualificato, di vitale importanza per la conoscenza dei luoghi e la capacità di gestire le problematiche legate all’alta quota. Questo album fotografico, che si snoda sulle tappe del servizio di Pflanzl, contribuisce a svelare un aspetto originale della Grande Guerra, uomini su opposti schieramenti spesso legati da un denominatore comune: l’amore per la montagna. La prefazione, l’introduzione e le note sono in tre lingue: italiano, tedesco e inglese.
L’autore, socio del gruppo di Pianzano e consigliere emerito della sezione di Conegliano, ci racconta alcuni aspetti della prima guerra mondiale, in particolare il periodo da giugno a novembre 1918, che vide l’ingresso al fronte dei “ragazzi del ’99”. Anche i reparti di Arditi furono potenziati trasformando i soldati italiani da difensori ad attaccanti. Nella seconda parte del libro si rende merito all’80ª Divisione alpina e al Genio militare che, insieme a molti prigionieri austro ungarici, dal novembre 1918 all’aprile 1919, ripristinò territori e fiumi in tempi brevissimi. Un’opera comune che gettò le basi per l’unione dei popoli d’Europa.
Il libro, voluto dal gruppo di Collegno, è un omaggio a tutti i collegnesi caduti nelle guerre dello scorso secolo. La ricerca ha preso avvio dall’esame delle lapidi commemorative presenti sul territorio comunale ed è proseguita consultando l’archivio storico, lo stato civile, l’anagrafe e la biblioteca della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino. Per chi ha avuto un parente o un conoscente partito e non più tornato sarà come ritrovarlo e seguirlo nelle vicende che ha vissuto prima della morte. Leggerlo servirà a stimolare la riflessione sulle vicende belliche del Novecento.

ROSSOSCH IN DUE LIBRI

È in ristampa il libro “Ritorniamo a Rossosch – Operazione Sorriso” di Sebastiano Favero, Cesare Poncato e Lino Chies, che racconta la storia della costruzione dell’Asilo Sorriso a Rossosch e dei suoi primi vent’anni. La ristampa riporterà tutte le integrazioni segnalate dopo la prima edizione (compresa quella del prof. Guido Vettorazzo) con l’aggiunta di 16 pagine sulla cerimonia di Rossosch per il ventennale dell’asilo. Sempre a cura della Commissione Nazionale Rossosch e grazie alla disponibilità di Bortolo Busnardo, Lino Chies, Sebastiano Favero e Cesare Poncato, è uscito il libro del prof. Alim Morozov “La mia scoperta dell’Italia e degli Alpini, 1942 - 2012”. La pubblicazione è stata resa possibile grazie al contributo economico di Luciano Mazzer di Conegliano, nel ricordo dei due zii Giacomo ed Enrico, (artiglieri da montagna del 3°, dispersi in Russia) e alla traduzione di Gianna Valsecchi.

LA STAZIONE DI CALDÈ

È la storia dei quattro fratelli Albertoli: uno reduce di Russia, uno partigiano, gli altri due impegnati a favorire la fuga in Svizzera, prima dei prigionieri alleati evasi dopo l’8 settembre e poi di ebrei e perseguitati politici. La struttura in cui operavano, che faceva capo al CNL, era chiamata “Centro di Caldè” e prendeva il nome dalla stazione ferroviaria dove arrivavano i fuggitivi. Verso la conclusione si accenna alla storia dei fratelli Zampori, arruolati a forza nella Divisione Monterosa e fucilati in Garfagnana. Il loro padre, Clemente, colonnello degli alpini, Medaglia d’Argento al Valor Militare e socio fondatore dell’ANA, riposa nel cimitero di Castelveccana, vicino a Luino.
Il libro, illustrato con più di 200 fotografie a colori, racconta tramite immagini la storia dei Campionati sciistici delle Truppe Alpine, la grande manifestazione sportiva e militare alla quale partecipano atleti e squadre di nazioni dalla tradizione alpina. Particolare risalto è dato alla gara regina dei CaSTA, la gara dei plotoni, nella quale formazioni delle Truppe Alpine, team stranieri e rappresentative di altre Unità delle Forze Armate si confrontano al fine di verificare lo stato ed i progressi dell’addestramento mirato a muoversi, sopravvivere e combattere in montagna e con gli sci.

TUCC UN

“Tucc Un” (titolo che riprende il motto del battaglione Ivrea), è un’opera in due volumi dedicata al battaglione dalla nappina bianca, il reparto che ha portato il nome della città di Ivrea, sede dal 1887 al 1935 del 4° reggimento Alpini. Le vicende piccole e grandi di questo reparto - composto da giovani delle valli piemontesi ma anche da un buon numero di liguri, bergamaschi e parmensi - sono inserite nel contesto delle varie epoche, per meglio comprendere le azioni del battaglione alla luce dei fatti storici. L’opera, imponente e costata tre anni di lavoro, è impreziosita da numerose belle foto in bianco e nero.

Il coro Montenero di Alessandria ha effettuato una trasferta in Belgio per partecipare al festival corale internazionale “Choeur du Pays de Charleroi”, tenuto al Bois du Cazier di Marcinelle. La risposta del pubblico è stata caldissima con molte richieste di bis. Al termine Marco Santi è stato invitato a dirigere i 400 coristi nel teatro naturale del “Bois du Cazier” con il brano collettivo “Signore delle Cime”.

Radici alpine

Le troviamo ovunque, persino in città. Con la testa piegata all’indietro, le osserviamo dal basso. Sono piante secolari, alle volte più giovani. Custodi nei parchi, esse corrono in fila indiana lungo i campi in pianura, abitano sopra alture modeste e alte quote. Ve ne sono infinite specie, differenti per forma, colore e grandezza eppure tutte accomunate da un elemento imprescindibile: le radici. Sono proprio questi getti, elementi fondamentali per la vita della pianta, essi rompono la terra fin nelle viscere, la cingono in una presa serrata, famelica.

Un segno di vita

Tanti anni fa ho avuto l’onore e la gratificazione di prestare servizio militare nel 1° reggimento artiglieria da montagna: i 18 mesi trascorsi hanno lasciato in me una traccia profonda e la consapevolezza di quei valori oggi purtroppo screditati sulla strada della totale indifferenza.

Un alpino "ecumenico"

Pregiatissimo direttore, ho letto l’articolo “alpini e basco” nel numero di dicembre 2013 e la cosa mi ha rispolverato un piacevole ricordo della naja. Deve sapere che avrei preferito andare nei carabinieri ausiliari, visto che padre e nonno ne avevano fatto parte, in alternativa l’alpino... ma nel 1968 il destino mi ha portato a Roma dove ho frequentato la scuola allievi sottoufficiali dell’esercito, alla Cecchignola, quindi niente berretto rigido e niente penna sul cappello ma basco.

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Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

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