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Quest’anno, come meta del tradizionale pellegrinaggio della sezione di Palmanova, è stata scelta la basilica di Sant’Antonio a Padova.
La sezione di Torino ha celebrato il 142º anniversario di fondazione delle Truppe alpine in piazza Vittorio Veneto. La manifestazione è iniziata con la resa degli onori al gonfalone del Comune e al vessillo della sezione di Torino, entrambi pluridecorati con Medaglia d’Oro al V.M. La cerimonia dell’alzabandiera ha dato il via alle celebrazioni che hanno avuto il momento topico nel carosello della fanfara sezionale Montenero.
Leggo L’Alpino da quando ho messo il cappello alpino nel lontano 1941, mi tuffo nella lettura con sana avidità, leggo l’editoriale, le lettere al direttore, alpinità, sentieri, programmi, alpino chiama alpino, vita delle Sezioni e dei Gruppi… ed è un bagno di alpinità.
Vorrei rispondere alla lettera dell’alpino Giuseppe Ravagni pubblicata su L’Alpino di ottobre, dal titolo “Resta solo il nome”. A proposito di leggere i nomi dei Caduti e Dispersi, nelle ricorrenze. Al mio paese, nell’occasione di commemorare le 52 vittime del bombardamento del 29 gennaio 1945 a Gavardo, un membro del comune o chi per lui, oltre a leggere i nomi delle vittime, cita anche l’età di quei poveretti.
I festeggiamenti per la 16ª Giornata alpina si sono svolti nella magnifica cornice di Santa Croce del Sannio (Benevento), tra le colline della valle del Tammaro che in passato fu luogo di reclutamento delle Truppe alpine. La giornata, accompagnata dalla banda alpina sezionale, è cominciata con una sfilata per le strade del paese fino alla Chiesa Madre dove è stata celebrata la Messa.
Con una bella cerimonia nel giardino pubblico, il gruppo di Borriana - 900 abitanti e 49 iscritti - ha inaugurato il monumento alle “Penne Mozze”: un imponente masso di granito sul quale campeggia una maestosa aquila in ghisa.
Viviamo momenti complicati e difficili, anche per la nostra Associazione che, a causa della sospensione della leva e il conseguente lento ma inesorabile innalzamento dell’età media dei nostri soci, si appresta a dover affrontare un futuro in salita.
Nella splendida cornice di Palazzo delle Stelline a Milano, come consuetudine, domenica 16 novembre ha avuto luogo uno degli appuntamenti associativi di maggior rilievo, la riunione dei presidenti di Sezione. Una mezza giornata di incontri e di confronti sui temi salienti che riguardano la vita associativa di questo periodo. Erano presenti 78 Sezioni su 81.
Giovedì 23 ottobre a Udine, si è spento il generale di Corpo d’Armata Lorenzo Valditara. Era nato il 26 giugno 1921 a Novara. Figlio di un ferroviere era riuscito a entrare in Accademia nel 1939, lavorando per pagarsi il corredo. La sua forza di volontà, il suo carattere severo dapprima con se stesso, lo avevano portato ad essere il 1º del suo corso superando allievi con titoli nobiliari di tutto rispetto. Su queste basi, su una rigida correttezza e sulla lealtà che non conosce compromessi, si costruirà l’intera sua carriera, lunga una vita.
«Ho novantacinque anni, sono un camuno!» così si presenta il nostro socio Filippo Piccinelli. Ha novantacinque anni, ma solo all’anagrafe. Spirito e mente sono quelli di un giovane montanaro, incline al sorriso e dalla mente fresca. Si dice che l’avanzare dell’età ci renda fragili e che per questo si cerchi conforto. Sarà, sta di fatto che noi questo conforto lo abbiamo ricevuto, ancora una volta dal nostro Filippo. Classe 1919, colonnello degli alpini, consigliere della sezione Vallecamonica dal 1947 al 1980, iscritto al gruppo di Niardo, già preside della scuola tecnica a Breno. La vita di Filippo è una tela intessuta di avvenimenti e persone che hanno segnato un secolo, il Novecento.
A me sembra fantastico! Papa Francesco è proprio un uomo fantastico. Prima scomunica i mafiosi. Fatto non di poco conto e che io, che ho più di 70 anni, non ho mai sentito. Poi, chiede perdono per gli atti e le omissioni degli uomini di chiesa. Pensa, direttore, se ciò fosse fatto dalla politica. Chiedere all’uomo politico di dare subito le dimissioni all’avviso di garanzia.
Era una sera che pioveva. Potremmo cominciare così, adattando il titolo di una notissima canta degli alpini, il racconto della magica serata del 3 novembre scorso, quando sul palco dell’auditorium di Largo Mahler - la casa dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano - è andato in scena il concerto straordinario per coro e orchestra “Dalla tradotta al Piave, solo andata”, due ore di spettacolo in cui l’armonia semplicemente bella e malinconica dei canti della prima guerra mondiale si è sposata con l’eleganza e la maestosità della musica classica.